Polkadot

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L’INNOVAZIONE DI POLKADOT

Polkadot è una blockchain estremamente innovativa che punta a superare quelli che sono i due principali limiti delle piattaforme attualmente esistenti. Si parla della scalabilità, o meglio assenza della scalabilità, e della iper-specializzazione. La scalabilità, ovvero l’impossibilità di processare troppe transazione nell’unità di tempo senza peccare in decentralizzazione, Polkadot utilizza la tecnica dello sharding, ovvero divide la blockchain in tanti frammenti che vengono coordinata da una blockchain centrale che ha il compito di mettere insieme tutti i pezzi e di conseguenza ha il compito di smistare la gravosità del compito in diverse parti, snellendolo. Di conseguenza aumenta in maniera esponenziale il numero di operazioni che può compiere nell’unità di tempo. Per quanto riguarda l’iperspecializzazione, Polkadot permette l’interoperabilità tra diverse chain in modo che tante blockchain, tante piattaforme ognuna deputata a fare molto bene quello che sa fare, possono comunicare tra loro interagendo e creando un ecosistema estremamente vasto.

LE APPLICAZIONI DI POLKADOT

I migliori progetti che hanno vinto le aste delle parachains

  • Acala- Progetto DeFiAl suo interno ha varie funzionalità principali della DeFi come Il liquid staking, un modello per creare una stablecoin collateralizzata da asset crosschain, ed infine un DEX che si basa appunto su questi pilastri appena citati. Il tutto guarnito con delle fees basse grazie alla velocità di transazione pagate in qualsiasi token e non per forza nel token di Acala
  • Bit.CountryPermette di creare le proprie community nel proprio metaverso a chiunque. Tra gli investitori troviamo “Animoca”, noto Brand ricorrente nei videogiochi, NFT e nel metaverso.
  • MoonbeamPiattaforma di smart-contract. Interoperabilità; con ethereum e con bitcoin
  • Parallel FinanceProtocollo DeFi, complementare in parte ad Acala, è una piattaforma di lending cioè un money market. Le piattaforme di lending si sono rivelate fondamentali per un ecosistema defi florido e funzionante. Oltre al liquidity staking che troviamo anche su Acala, è il lending protocol.
  • Astar Network (ASTR) Astar Network è strettamente legato al già implementato Shiden Network ed era precedentemente conosciuto come Plasm. Si tratta di un potente modulo di libreria “Substrate” che permette agli sviluppatori di aggiungere funzioni Plasma come soluzioni Layer 2 costruite per migliorare la scalabilità. Questa combinazione potrebbe potenzialmente rendere qualsiasi blockchain all’interno del sistema Polkadot infinitamente scalabile!

COME FUNZIONA POLKADOT

Polkadot riesce a raggiungere questi due risultati grazie alla sua struttura e architettura modulare.

Ma che significa?

Significa che è composta da diverse componenti che si ripetono e che soprattutto lavorano sinergicamente tra loro. Ognuna di essi è deputato a compiti specifici e sinergicamente gli altri ottengono l’obiettivo comune di portare avanti questa le attività piattaforma. Il modulo più importante di tutto è la cosiddetta “Relay chain”, che è il modulo centrale, il cuore dell’ecosistema Polkadot; ovvero quella sulla quale gira il token DOT che è il token nativo di questa piattaforma.

A che cosa serve la Relay chain?

Innanzitutto per la governance: gli holder del token DOT sono incentivati a votare/proporre per nuove modifiche, quindi a fare evolvere tutto l’ecosistema in una direzione che viene decisa poi di volta in volta, in base alle necessità che si pongono e a cui ci si trova davanti nel tempo. Questo, in un settore estremamente dinamico come quello della tecnologia della blockchain, è molto comodo e ottimizzato in termini di risorse e di fatica” nell’implementare una modifica proprio perché rende obsoleti i fork, ovvero le suddivisioni di una blockchain in due nuove blockchain che dividono la community, i miners e fanno veramente tanto danno a quello che è un ecosistema che invece funziona meglio con un sistema democratico di questo tipo. Il secondo compito della “Relay” chain è quello di garantire la sicurezza, questo grazie a due meccanismi: BABE (Blind Assignment for Blockchain Extension) è responsabile della produzione di nuovi blocchi, GRANDPA (GHOST-based Recursive Ancestor Deriving Prefix Agreement) è responsabile della finalizzazione dei vecchi blocchi.

  • BABE è un algoritmo per la creazione di blocchi di catene di rilancio costituiti dalle intestazioni di tutti i blocchi di parachain validi e disponibili prodotti dai raccoglitori. L’algoritmo BABE funziona sulla base di slot (intervalli di tempo): il diritto di produrre un blocco in una catena di relè in un determinato intervallo di tempo è concesso casualmente a un validatore noto come slot leader.
  • GRANDPA è un meccanismo di finalizzazione in cui ogni validatore vota per il blocco più alto che ritiene valido (infatti la votazione avviene per tutti gli antenati del blocco).

L’ultimo compito della Relay chain è quello di coordinare tra le diverse chain, ovvero coordinare sia le blockchain native di Polkadot, perché si può costruire in maniera estremamente semplice un blockchain su Polkadot che prende il nome di parachain, ma anche con blockchain esterne come ad esempio ethereum. Una grossa estensione alle blockchain esterne.

Le parachain cosa sono?

Sono la componente specifica dell’ecosistema Polkadot, cioè vere e proprio blockchain sviluppate direttamente su Polkadot. Ognuna di esse ha il suo token, quindi appunto è una blockchain sé a tutti gli effetti, ed è deputata a fare un compito specifico e particolare. Ovviamente il token sarà legato esattamente a questa attività; così, ognuno può dare sfogo alla propria immaginazione creando la sua parachain in maniera estremamente semplice grazie a un framework substrate che è reso pubblico e divulgato dal team di Polkadot. Con questo framework, in pochi minuti si può sviluppare la propria parachain. Essa si integrerà alle altre e alle blockhain esterne grazie alla Relay chain. Per creare nuove parachain occorre fare il bonding ovvero vincolare alcuni token DOT, i token nativi di Polkadot, al fine di evitare lo spamming di parachain inutili. Una volta che una parachain non serve più e si decide di portarla via si svincolano i token dot e in questo modo diventa costoso avere una parachain.

I Bridge

Infine ci sono i bridges, entità che hanno il compito di fare comunicare il mondo Polkadot con le blockchain esterne come ethereum, Bitcoin… Anch’essi sono vere e proprio blockchain e hanno un token proprio.

Ci sono già tantissimi progetti in via di sviluppo e ormai pronti ad essere messi in produzione nell’ecosistema Polkadot. Si tratta di parachain oppure bridges come Edgeware che è una blockchain deputata allo sviluppo di smartcontract su Polkadot, compatibili con linguaggi di programmazione anche esterni a Polkadot; Poi ChainX che è un protocollo di gestione multi asset che si occupa di gestione di interoperabilità e di implementazione di diverse coin da diverse chain in un unico “wallet”/ mondo interno a Polkadot. Darwinia network che si occupa di fare collaborare ethereum con il mondo Polkadot, ottimo per il mondo della defi.

Aste delle parachain: la gara degli sviluppatori di applicazioni

Le parachain sono blockchain direttamente collegate alla relay chain di Polkadot.

Polkadot è fatta a moduli: al centro è presente ,appunto, la relay chain, cioè quella chain centrale che si occupa di sicurezza, consenso ed interoperabilità delle chain collegate ad essa e coordina tutte le operazioni di base dell’ecosistema Polkadot.

Il collegarsi alla relay chain direttamente, da diritto a notevoli privilegi: in primis la sicurezza/affidabilità della relay chain che funge da substrato ed inoltre una semplificazione dell’interoperabilità delle parachain che come ricordiamo sono tutte collegate ed attaccato allo stesso substrato. Inoltre le parachain sono i progetti più seguiti dalla web3 foundation, la fondazione che sostiene lo sviluppo del mondo Polkadot.

Quanti slot ci sono disponibili per collegarsi alla catena principale?

Ogni parachain occupa uno slot e la relay chain permette il collegamento , a sé stessa, di 100 parachain, numero definito che non può essere superato. Questo significa che più di 100 parachain, ed i loro rispettivi progetti, non possono essere collegate alla relay chain. Questo privilegio ce lo si aggiudica tramite un asta e la vittoria non è a tempo indeterminato ma dura per un periodo, chiamato lease period, determinato. Quindi è come se fosse un leasing, ovvero un prestito per un periodo di tempo determinato di questo slot.

Per vincere occorre partecipare ad un asta competendo con altri partecipanti.

Come funziona l’asta?

Viene eseguita periodicamente per alcuni lotti di slot. Supponiamo 5 slot alla volta per 5 volte consecutive sono 25 aste totali, che possono essere suddivise a come viene deciso dallo sviluppo di volta in volta a seconda della fase in cui si trova. I partecipanti se vincono l’asta si aggiudicano lo slot per la durata di questo lease periodo che solitamente è di due anni, ma non per forza. Una volta scaduto il lease periodo succede che devono ri-aggiudicarserlo questo slot perché rischiano senno di perderlo, partecipando nuovamente ad un’altra asta

Come si fa?

Si partecipa in DOT. Per aggiudicarsi uno slot durante un asta, il partecipante che offre più dot ,vincolati per il lease period, vince lo slot per la durata del quel lease period. Il partecipante chiede così può chiedere aiuto al “pubblico”; in questo modo le persone che vogliono aiutare questi partecipanti possono prestare i propri fondi i quali verranno impegnati per l’asta stessa. Questo modello si chiama crowdloan, ed è una vera e propria raccolta fondi che verranno impegnati e bloccati per l’intera durata del lease period. In cambio vengono rilasciati, agli aiutanti, dei token con un rapporto che si decide prima dell’asta. Questi token possono essere utilizzati per fare qualsiasi cosa e non devono essere restituiti.

Come viene scelta la parachain che vince?

Si parla di candle auction, un periodo di 7 giorni durante i quali si possono fare delle offerte. Il giorno 1 si può arrivare già con l’offerta posizionata e pronta all’apertura dell’asta oppure si iniziano a fare i classici bid, che tradurrei in italiano come “puntata”, alzando l’offerta.

Alla fine dei 7 giorni, si prende un momento random durante l’asta e chi offriva di più in quel momento verrà nominato vincitore dell’asta. Questo ci fa capire che è meglio esporsi subito dal giorno 1 con la massima offerta possibile.

Per partecipare alle aste è possibile farlo in maniera autonoma tramite Polkadot.js che è l’estensione browser del wallet Polkadot. Oppure tramite Un CEX, Exchange centralizzato come Kraken o Binance

Polkadot e il suo metodo di consenso proof-of-stake diverso dal solito

Polkadot è una rete Proof-of-Stake (NPoS), progettata con i ruoli dei validatori e dei designatori per massimizzare la sicurezza delle chain.

Molti progetti blockchain lanciati negli ultimi anni sostituiscono la componente altamente inefficiente Proof-of-Work (PoW) del protocollo di consenso di Nakamoto con il metodo Proof-of-Stake (PoS), in cui i validatori partecipano alla produzione di blocchi con una frequenza proporzionale alle loro disponibilità di token, in contrasto con la loro potenza di calcolo.

Sebbene un sistema PoS puro consenta a qualsiasi titolare di token di partecipare direttamente, la maggior parte dei progetti propone un certo livello di operazione centralizzata, per cui il numero di validatori con pieni diritti di partecipazione è limitato. Gli argomenti per questa scelta progettuale sono questi:

L’aumento dei costi operativi e della complessità della comunicazione alla fine supera l’aumento dei benefici del decentramento man mano che il numero di validatori cresce

Mentre molti possessori di token potrebbero voler contribuire al mantenimento del sistema, il numero di candidati con le conoscenze e le attrezzature necessarie per garantire un’elevata qualità del servizio è limitato

Si osserva tipicamente nelle reti (sia PoW che PoS-based) con un gran numero di validatori che questi ultimi tendono comunque a formare dei pool, al fine di diminuire la varianza dei loro ricavi e il profitto dalle economie di scala.

Formazione pool on-chain

Pertanto, piuttosto che lasciare che i pool si formino off-chain, è più conveniente che il sistema formalizzi e faciliti la formazione di pool on-chain e consenta agli utenti di votare con la loro partecipazione per eleggere validatori che li rappresentino e agire per loro conto.

Le reti che seguono questo approccio includono Polkadot, Cardano, EOS, Tezos e Cosmos, tra molte altre. Sebbene simili nello spirito, gli approcci in queste reti variano in termini di scelte progettuali. Come la struttura degli incentivi, il numero di validatori eletti e la regola elettorale utilizzata per selezionarli.

Il metodo di consenso di Polkadot: Nominated Proof-of-Stake (NPoS)

Polkadot introduce una variante di PoS chiamata Nominated Proof-of-Stake, con scelte di progettazione basate su principi primi e che hanno sicurezza, equa rappresentazione e soddisfazione degli utenti ed efficienza come obiettivi guida.

Col sistema NPoS, gli utenti sono liberi di diventare candidati validatori o nominatori. I nominatori approvano i candidati di cui si fidano e li supportano con i loro token, e una volta ogni era viene eletto un comitato di validatori in base alle preferenze degli attuali nominatori. In Polkadot, il numero di validatori eletti è nell’ordine di centinaia e potrebbe essere migliaia in futuro all’aumentare del numero di parachain.

Sia i validatori che i nominatori bloccano i loro token come garanzia e ricevono premi di staking su base proporzionale. Ma possono anche essere tagliati e perdere la loro garanzia nel caso in cui un validatore supportato mostri un comportamento negligente o contraddittorio. I candidati partecipano quindi indirettamente al protocollo di consenso con un incentivo economico a prestare molta attenzione all’evoluzione del gruppo di candidati e assicurarsi che solo i più capaci e affidabili tra loro vengano eletti.

I ruoli nel sistema NPoS di Polkadot

Ci sono quattro ruoli che sinergicamente partecipano a questo scopo:

  • Nominators. Sono quei nodi deputati a eleggere/nominare i validatori. in che modo? Facendo staking dei token dot.
  • Validator. Hanno lo scopo di validare le transazioni e i blocchi della blockchain. Anche loro dovranno fare staking, in misura maggiore dei nominator
  • Collators. Recuperano dai vari shard le transazioni, le elaborano producono prove (Proofs) che vengono passate ai validators per la validazione stessa
  • Fishermen. Deputati a fare il ruolo più antipatico ovvero andare a vedere chi si comporta male, se ci sono dei nodi che si comportano male e andare a fare un reporting ai validator affinché questi nodi vengano puniti con la perdita dei token dot vincolati dagli holders nel nodo (slashing)

Polkadot DOT Wallet

Ci sono diversi wallet che sono specificatamente pensati proprio per Polkadot – e che in genere supportano tutti quelli che sono i token che girano nativamente all’interno del network in questione.

  • PolkawalletÈ un wallet da installare sul proprio smartphone e che è disponibile sia per AppStore e dunque per smartphone Apple, sia nel mondo Android, sia tramite Google Play, sia tramite APK installabile senza passare dallo store. Sono supportati i trasferimenti di DOT, anche tramite codice QR, un sistema smart per il recupero dell’accesso al wallet stesso e una buona interfaccia per controllare i propri token e soprattutto per accedere allo staking.
  • LedgerI wallet fisici o hardware Ledger supportano oggi le estensioni DOT. Acquistando uno di questi wallet potremo iniziare a tenere sia su Ledger Nano X che su Ledger Nano S i nostri DOT – e anche la maggior parte dei token che girano comunque all’interno di questa blockchain.Una soluzione che è decisamente più sicura, perché permette anche di tenere i propri DOT sganciati dalla rete e dunque al riparo da eventuali attacchi. Secondo molti, not your key, not your wallet, a testimoniare come tenere i propri DOT o qualunque altro tipo di criptovaluta su portafogli tecnicamente altrui non sia una grande idea.
  • ExchangeTutti i migliori exchange di criptovalute che offrono la possibilità di comprare DOT offrono anche un wallet integrato, che permette di tenere, temporaneamente (soprattutto se si investono grandi somme) i token. È una soluzione ideale per chi acquista e vuole tenere questo tipo di criptovaluta in portafoglio per poco tempo o che vuole comunque intervenire con acquisti di capitale ridotto.

LA STORIA DI POLKADOT

Chi sono I fondatori di Polkadot?

Polkadot è stata fondata dalla Web3 Foundation, una fondazione svizzera creata per facilitare un web decentralizzato completamente funzionale e user-friendly, come progetto open-source. I suoi fondatori sono il Dr. Gavin Wood, Robert Habermeier e Peter Czaban. Wood, il presidente della Web3 Foundation (Intervista per Cryptosmart.it), è il più noto del trio grazie alla sua influenza nel settore come co-fondatore di Ethereum, fondatore di Parity Technologies e creatore del linguaggio di codifica smart contract Solidity. Habermeier è un Thiel Fellow e ricercatore e sviluppatore esperto di blockchain e crittografia. Czaban è il direttore tecnologico della Web3 Foundation. Con una vasta esperienza in settori fintech altamente specializzati, sta attualmente aiutando a sviluppare una nuova generazione di tecnologia distribuita.

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POLKADOT BULLS & BEARS

Polkadot Pro e Contro

È estremamente difficile inserire dei pro e dei contro di Polkadot e del suo token di riferimento DOT. Perché ci sono diversi angoli dai quali è possibile analizzare la questione. Qui abbiamo provato a raccogliere le nostre considerazioni in termini di punti positivi e negativi, anche dal punto di vista di chi investe o vorrebbe investire su DOT.

Pro di Polkadot

  • FUNZIONALITÀ: anche se sembreranno poco strabilianti agli occhi di chi non conosce bene il funzionamento di una blockchain, le funzionalità di Polkadot come rete sono incredibili. E questo ne aumenta a dismisura le occasioni d’uso, anche on demand, aumentando di conseguenza la domanda di DOT. Dal punto di vista di chi investe, la presenza di funzionalità molto avanzate e utili oggi per il mercato rende questo progetto molto attraente. Perché da un lato ha già applicazioni commerciali importanti, dall’altro invece ha un buon bagaglio con il quale sopravvivere per il futuro.
  • ADATTABILITÀ: uno dei problemi principali per chi punta su progetti in blockchain come DOT e Polkadot è la sopravvivenza degli stessi all’evolversi delle vicende di mercato. Non è raro che nascano nuovi modi di approcciare i problemi, più utili ed efficienti, così come non è raro che arrivino competitor che sono più performanti. Con la sua tecnologia no fork, Polkadot previene questi problemi, perché può integrare rapidamente all’interno del suo network – e senza la necessità di hard fork – qualunque tipo di funzionalità o quasi.

Contro di Polkadot

Dal punto di vista finanziario ci sono anche dei contro su questo progetto. Contro che vanno attentamente valutati prima di investire su DOT.

  • DIFFUSIONE DEL PROGETTO: le magnifiche sorti e progressive di Polkadot… sembrano essere sotto gli occhi di tutti. Ma in un ambiente molto vivace come quello delle criptovalute, non è detto che tutti i progetti abbiano la stessa rilevanza per il futuro. Abbiamo già visto tecnologiche che sembravano essere il top finire nel cassonetto, sovrastate da nuove intuizioni. Noi, anche per la forza commerciale del management di Polkadot e DOT, riteniamo che sia molto difficile che si verifichi questo. Rimane tuttavia, se vogliamo, un problema potenziale del quale dobbiamo tenere conto in termini di rischi. Perché non tutte le ciambelle riescono poi col buco.
  • CINA: il coinvolgimento della Cina in termini di nodi è qualcosa di cui si è già parlato. Non ci esprimeremo nel dettaglio riguardo questo tipo di problemi per il progetto, dato che si tratterebbe di una posizione politica che non abbiamo intenzione di prendere. Chi è interessato ad una distribuzione equa anche sul piano geografico potrebbe però avere dei problemi. Al momento comunque molti dei DOT in circolazione sarebbero in salde mani cinesi.
  • NON È UNA RISERVA DI VALORE: e su questo nessuno riuscirà a farci cambiare idea. C’è pochissimo da dire a riguardo: ad oggi DOT non può essere considerato come oro digitale. Il suo valore è intimamente legato a quello della funzionalità del progetto. Chi cerca beni digitali solidi sui quali conservare un po’ della sua ricchezza, farebbe sicuramente bene a guardare altrove.

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