Criptovalute in Italia

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Tanti le conoscono, molti ci investono, pochi si informano

 

Nel rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane 2024, curato dalla Consob, emergono molti spunti di riflessione sul rapporto tra investitori e criptovalute in Italia.Il 18% degli investitori possiede anche criptovalute, il 6% investe anche in stablecoin ( token dal valore stabile come USDT o USDC ). La tendenza sembra positiva considerando che due anni fa solo l’8% investiva in crypto, che il 13% intende acquistarle nei prossimi 12 mesi mentre solo l’8% le ha vendute nell’anno precedente.

Gli investitori sopravvalutano la loro preparazione sulle criptovalute

L’86% degli investitori dichiara di conoscere o comunque aver sentito parlare delle criptovalute, ma solo meno della metà riesce a rispondere correttamente a domande basilari su di esse. Rispetto alla media gli investitori in crypto tendono ad essere più digitalizzati e a preferire di più informarsi sul web e sui social media ( specie le donne ) e meno su tv e giornali. I crypto investitori tendono ad essere più giovani degli investitori tradizionali. Più di un terzo ha meno di 35 anni e oltre la metà ha meno di 45 anni, mentre l’investitore medio ne ha 51. Tendono ad avere meno esperienza nei mercati. Solo il 28% è nei mercati da almeno 10 anni contro una media del 45%. Tendono ad avere un orizzonte temporale più breve e ad essere più avidi. Rispetto all’investitore medio è molto importante la crescita del capitale mentre è meno importante la protezione dello stesso. I fattori più importanti per gli investitori in crypto sono i ritorni attesi e la capacità di sopportare le perdite.

Gli investitori in criptovalute tendono ad essere autonomi

Ai crypto investitori non piacciono i consulenti e viceversa. Gli investitori retail che possiedono criptovalute tendono a prendere decisioni finanziarie in autonomia (59%) e ricorrono raramente alla consulenza (circa 26%). Tra coloro che fanno scelte finanziarie basate sui consigli di amici o colleghi del settore finanziario, il 27% detiene criptovalute. Questa percentuale scende leggermente al 26% tra chi investe autonomamente. Invece, tra coloro che seguono le indicazioni di un consulente finanziario o di un addetto di banca, solo il 12% possiede criptovalute, una percentuale inferiore rispetto alla media di diffusione di questi asset (18%).

Conclusioni

I dati che emergono ricalcano l’identikit dell’investitore medio in criptovalute fatto dalla Consob nell’analogo rapporto del 2021: Uomo, giovane e un po’ troppo sicuro di se stesso.

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