Crypto pagamenti per acquistare prodotti e servizi

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Crypto pagamenti: le criptovalute per acquistare prodotti e servizi, comodamente e facilmente come si potrebbe fare con la normale moneta… Se non di più, e con notevoli vantaggi.

Una delle più frequenti obiezioni al mondo delle crypto è rappresentata dalla credenza diffusa secondo la quale con le criptovalute non sarebbe possibile comprare alcunché, essendo le medesime confinate alla sola funzione di investimento a medio e lungo termine, ovvero al solo trading destinato ad addetti ai lavori del settore finanziario e grandi investitori.

Ebbene, se questa affermazione è già di per sé oggettivamente inattendibile anche solo per le sempre più semplici e agevoli operazioni di “cashout” da crypto a fiat money, essa appare ancora più irragionevole se consideriamo le tante occasioni che il mercato porge per spendere direttamente i propri asset digitali come mezzo di pagamento per una quantità praticamente infinita di categorie merceologiche e di servizi.

Parlando anche solo di Bitcoin c’è infatti da ribadire sempre che, indipendentemente dalle prassi operative messe in atto dagli operatori di mercato e dagli utenti effettivi, esso nasce essenzialmente come “moneta”, ossia come strumento in grado di svolgere le tre funzioni fondamentali della moneta — riserva di valore, mezzo di scambio e unità di conto — con in più le caratteristiche della natura deflativa, della decentralizzazione e della globalità.

In questo articolo elencheremo tutte le modalità che rendono assolutamente semplice la spesa di crypto, sia attraverso meccanismi di “cambio automatico” in euro o dollari, sia in virtù dei sempre più numerosi esercenti che accettano pagamenti in crypto anche in via nativa.

Crypto pagamenti: in che modo si può pagare in crypto?

Le filosofie operative che stanno dietro ai pagamenti in crypto seguono sostanzialmente tre vie:

1. quella centralizzata del “cashout immediato” in circuiti di credito assolutamente classici (in primis Visa e Mastercard, le comuni carte di credito e debito utilizzate ovunque), che permettono di utilizzare i fondi attraverso un cambio in valuta fiat corrente;

2. quella dell’acquisto “nativo”, ossia attraverso wallet non custodial, di gift card, ovvero prepagate offerte da numerosissimi merchant, che permettono di acquistare i rispettivi beni e servizi;

3. quella dell’acquisto altrettanto “nativo” presso esercizi commerciali che attraverso opportuni POS dotati di circuiti abilitati alle crypto, oppure a loro volta dotati di banalissimi wallet non custodial, accettano le crypto come sistema di pagamento.

Crypto pagamenti: i sistemi non ortodossi

Probabilmente i “puristi” della decentralizzazione saranno poco inclini a usare le proprie crypto in circuiti che rappresentano la finanza classica e la politica delle banche centrali. Ma sta di fatto che questi servizi esistono, funzionano, e permettono di convertire in moneta locale e conseguentemente utilizzare qualsiasi crypto.

Come ovvio, non è questa la sede per indicare questo o quel particolare fornitore che fornisce, come ovvio accanto a un wallet custodial, la possibilità di avere un’applicazione in grado di controllare e monitorare l’attività di una comune carta Visa o Mastercard: al lettore basterà una rapida ricerca web per valutare le varie offerte del mercato, che sono numerose e peraltro in continuo sviluppo.

Basti dire che questa soluzione è più che mai quella che risolve ogni questione, in quanto l’utente può decidere se tenere effettivamente tutto il suo portafoglio all’interno di questi wallet custodial, spendendo “al volo” ciò che vuole in qualsiasi negozio sia fisico che online, oppure se continuare a conservare i suoi fondi in un wallet non custodial del tutto autonomo (app smartphone o cold wallet), decidendo di volta in volta di inviare alla “carta” solo quello che intende spendere nei normalissimi circuiti commerciali.

Crypto pagamenti: la via “intermedia”

Un metodo “ibrido”, tuttavia assolutamente in linea con le istanza filosofiche della decentralizzazione, consiste nell’acquistare con crypto delle cosiddette gift card, che riproducono praticamente un credito spendibile presso specifici merchant.

I portali che permettono queste transazioni sono molti — Coinsbee, Bitrefill, eGifter, Eneba — e offrono tutti una vastissima gamma di prodotti e relativi fornitori, raggruppati per area geografica.

Considerando il fatto che le categorie merceologiche proposte vanno dalle ricariche telefoniche all’acquisto di credito eSIM, dal carburante spendibile in qualsiasi stazione di rifornimento agli affitti brevi, dai viaggi alla moda, fino alla comune spesa presso i più diffusi nomi della grande distribuzione organizzata, passando per librerie, gioiellerie, catene di elettrodomestici e informatica, fino al ben noto circuito Amazon, che praticamente consente di acquistare qualsiasi cosa, è evidente quanto questa soluzione sia praticamente definitiva.

Il funzionamento è semplicissimo. Basta registrarsi nei rispettivi siti, scegliere il prodotto desiderato come in un comune e-commerce, indicare la crypto desiderata per il pagamento, inquadrare il relativo QR-code come in una normale transazione e attendere i tempi di conferma. Dopo pochi minuti si riceverà in mail il proprio codice per reclamare il credito presso il merchant desiderato.

Crypto pagamenti: la via “nativa”

Se è certamente vero che il bar sotto casa probabilmente non accetta satoshi per la colazione, è anche vero che i negozianti ed esercenti che hanno iniziato ad accettare abitualmente in primis Bitcoin, e a seguire varie altre crypto, sono sempre più numerosi.

Ad oggi, l’accettazione di criptovalute native è un work in progress, che però ha già individuato settori interessanti e per certi versi impensabili. Esistono nel web vere e proprie mappe che consentono di individuare, nel proprio territorio di riferimento, tutti i nomi di chi accetta crypto come mezzo di pagamento; consultandole è possibile trovare veramente di tutto: bar, tabaccherie, ristoranti, discoteche, locali, ma anche professionisti, commercialisti, notai…

Una tendenza che riguarda soprattutto l’estero, ma che come ovvio, con la dovuta tempistica, è destinata ad arrivare anche in Italia, è quella dei pagamenti nativi in crypto per l’acquisto di beni di lusso, o comunque di beni il cui valore superi una certa soglia: parliamo soprattutto di grandi hotel, o di automotive, o addirittura di real-estate.

Chiaramente per queste ultime categorie è fondamentale, e lo sarà sempre di più negli anni futuri, capire con estrema precisione la normativa vigente nel luogo in cui l’acquisto viene perfezionato, e la sua applicabilità per un pagamento crypto che come ovvio non può essere portato avanti in forma anonima: basti pensare all’acquisto di un’auto o di un immobile, che sono assoggettati a precisi oneri in termini di passaggio di proprietù e annotazione presso i pubblici registri.

Conclusioni

Abbiamo visto con esempi concreti quanto la diceria che vorrebbe le crypto puramente collezionabili, senza alcuna possibilità di spesa nel mondo relae, sia appunto del tutto sfatabile, vista la grande quantità di offerte che sul mercato permettono di personalizzare la propria esperienza di acquisto a seconda delle specifiche esigenze di ciascuno.

Le crypto, al contrario, possono essere da subito utilizzate per effettuare acquisti in maniera assolutamente naturale e semplice, sfruttando con efficacia alcune caratteristiche tipiche delle coin più orientate ad essere moneta sonante: basti pensare a Bitcoin e alla sua “missione” per tornare a godere di una moneta deflativa.

Se da un lato abbiamo visto che il cambio in moneta locale può essere assolutamente immediato, con altrettanto immediata risoluzione del problema della spesa “sotto casa”, dall’altro lato sono stati citati metodi altrettanto semplici per acquistare crediti di spesa in modalità nativa (gift card).

Accanto a questo, ricordiamo sempre che l’ascesa delle crypto rimane una costante al livello planetario. Sempre più esercenti, sia minuscoli e locali che colossali e globali, accettano crypto in modo del tutto sistematico. Un novero destinato certamente ad ampliarsi, per fornire al vasto pubblico la più ampia scelta possibile.

Filippo Albertin

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