Token utility e security: differenze e strategie di investimento relativamente alle due principali categorie di crypto sul mercato…
Nell’ambito delle criptovalute esiste una grande differenza sostanziale tra asset digitali, che si esprime nella dicotomia tra token “utility”” e token “security”, che come prevedibile presentano caratteristiche e scopi molto diversi.
In questo articolo andremo a rimarcare tale differenza con esempi pratici e spiegazioni semplici e dirette, suggerendo i diversi e più opportuni approcci nel campo dell’investimento e delle scelte ad esso conseguenti.
Token utility
I token che rientrano in questa grande categoria sono progettati per essere utilizzati concretamente all’interno di un ecosistema blockchain specifico, fornendo accesso a servizi, meccanismi di governance o prodotti legati al funzionamento stesso del protocollo sottostante.
Gli esempi da questo punto di vista possono essere molto vari e numerosi: un token può consentire di accedere a una piattaforma di streaming musicale, di votare sulle decisioni relative a una DAO (organizzazione autonoma decentralizzata), ricevere compensi in relazione allo staking in ragione della messa in sicurezza di un sistema, permettere all’utente di accedere a servizi gestiti in modalità decentralizzata da una macchina virtuale, gestire informazioni registrate in blockchain, e via discorrendo.
La parola stessa allude alla funzione di questi token: sono “oggetti digitali fungibili” (che in generale possono anche controllare indirettamente e direttamente altri asset, potenzialmente non fungibili) che “servono a qualcosa”, e solo in relazione a questo rapporto prettamente e pienamente utilitaristico acquistano valore.
A questo punto la domanda sorge piuttosto spontanea: ha senso investire in questi token?
La risposta non può essere univoca e perentoria, visto che fa riferimento a un’ambiguità di fondo piuttosto comprensibile. Generalmente questi token non conferiscono diritti di proprietà o di partecipazione agli utili di un’azienda.
Il loro valore è però, come ovvio, intuitivamente legato all’utilità del servizio che abilitano. Quindi, anche solo osservando un grafico all’interno di un exchange abilitato al trading che inserisce uno o più di questi asset come listati, è facile rendersi conto di quanto anche in questo caso si sia di fronte a delle entità acquistabili, vendibili e potenzialmente foriere di plusvalenze.
In altre parole, sono token “generalmente utilitaristici e non speculativi” che però possono anche avere uno sbocco speculativo sul mercato globale, per effetti indiretti legati alla funzione e al successo della medesima. Pertanto l’investimento fa capo a decisioni molto “di frontiera”, che necessariamente devono tener conto di molte variabili e comunque fare riferimento a quote abbastanza marginali di portafoglio.
Token security
Dal lato opposto abbiamo i token che effettivamente parcellizzano e inglobano degli asset concretamente legati a un valore, che può essere materiale o aziendale.
Questi token possono rappresentare quote di attività (una sorta di evoluzione del concetto di quota di partecipazione azionaria), obbligazioni, porzioni di immobili, contratti speciali, oppure anche beni materiali, metalli preziosi, fondi fisici depositati in vari istituti di credito, e via discorrendo…
Un dibattito molto acceso è stato in questi termini proprio quello riguardante la natura di Bitcoin, rimodulato sulla base di una dicotomia del tutto simile a quella appena descritta in ambito crypto, ma riportata sul piano del glossario finanziario: da un lato le security (appunto, titolo finanziario), e dall’altro lato le commodity (merce).
Questa distinzione, nell’ambito della rigida normativa statunitense, è cruciale perché le security sono soggette a regolamentazioni più stringenti rispetto alle commodity, e la classificazione di un asset influisce notevolmente sul modo in cui viene trattato dal punto di vista legale e fiscale.
Lasciando tuttavia per un attimo da parte il versante normativo, che varia da paese a paese e specialmente in ambito europeo è oggetto di rapidi cambiamenti, rimane la differenza strutturale: un token security è oggettivamente creato per rappresentare un valore, e la sua componente tecnica risulta interamente spostata su questa funzione.
Che un token di questo tipo sia per sua natura più adatto all’investimento, logicamente mantenendo le solite cautele in tema di rischio, è considerazione automatica e consequenziale.
La scelta di investire in token utility o security token dipende da diversi fattori, tra cui:
Token utility vs. security: profili di rischio
Generalmente considerati più rischiosi, i token utility vanno scelti come investimento con estrema attenzione e selettività, in quanto il loro valore è strettamente legato al successo del progetto sottostante.
Tale dinamica però non è matematicamente certa…
Ci possono essere dei token utility con un valore molto basso, e tendenzialmente calante, che possono risentire del valore prioritario di altri progetti che “girano” nella medesima blockchain, e dunque trasferiscono altrove l’idea stessa di valore, considerando il token basico solo un meccanismo di trasmissione dell’informazione e di suo utilizzo pratico.
Di contro, i security token possono essere meno rischiosi, in quanto rappresentano una quota di un’attività reale. Ma il rischio in questo caso dipende comunque dalla solidità del progetto e dal mercato sottostante.
Riassumendo, e citando un criterio equilibrato ed equidistante, possiamo dire dunque che l’investimento in utility token tende ad essere funzionale ad aspetti strettamente tecnologici, ovvero porge un’esposizione a progetti innovativi o a ecosistemi in crescita.
Quello in token security è invece più adatto a una diversificazione naturale del portafoglio, con orientamento alla generazione di un potenziale reddito passivo direttamente legato a progetti di natura strettamente aziendale, produttiva di beni o servizi sul mercato, oppure direttamente a valori tokenizzati (basti pensare al grande successo di token con collaterale aureo, o a token legati alle attività di squadre sportive e affini).
Consigli pratici
I punti fondamentali da seguire con largo anticipo prima di investire in una crypto, security o utility che sia, sono quindi i seguenti:
Diversificazione: Una strategia bilanciata potrebbe prevedere l’investimento sia in utility che in security token, per diversificare il rischio e cogliere le opportunità offerte da entrambi i mercati.
Conoscenza sui progetti sottostanti: Sia per gli utility che per i security è fondamentale analizzare attentamente il progetto sottostante, il team, il piano di sviluppo e il mercato di riferimento, non solo a livello iniziale ma anche nel mentre della sua evoluzione nel tempo.
Consulenza professionale: Il fai da te non è mai consigliabile. Data la complessità del mercato delle crypto, per esposizioni oltre una certa soglia è, più che opportuno, letteralmente obbligatorio rivolgersi a consulenti finanziari esperti in materia.
Uno sguardo alla volatilità: Il mercato delle criptovalute è estremamente volatile e i prezzi possono subire forti oscillazioni in breve tempo. Se questo aspetto può essere molto interessante sul piano del trading, l’investimento a medio e lungo termine può presentare qualche problema, che solo una consulenza qualificata può evitare.
Regolamentazione: La normativa in materia di criptovalute è in continua evoluzione e può influenzare significativamente il valore degli asset digitali.
Rischi di frode: Esistono numerosi progetti fraudolenti nel settore delle criptovalute. È quindi fondamentale effettuare un controllo preliminare approfondito prima di investire, selezionando i fornitori di servizi più quotati e riconosciuti, magari anche rivolgendosi a progetti congiunti e consorzi in grado di rappresentare anche istituzionalmente professionisti, exchange, consulenti patrimoniali e commercialisti esperti nella materia.
Conclusioni
Sia i token utility che i security offrono opportunità di investimento interessanti, ma è fondamentale comprendere le differenze tra le due categorie e valutare attentamente i rischi e i potenziali rendimenti prima di prendere qualsiasi decisione.
Tendenzialmente, i token utility debbono essere valutati soprattutto sul piano tecnico e prospettivo, quelli security da un punto di vista più economico e di mercato.
Per avere indicazioni precise è sempre opportuno seguire percorsi di informazione sui progetti che siano costanti e legati a fonti ufficiali e attendibili.
Per completare il quadro delle operazioni preliminari a qualsiasi eventuale esposizione è necessario rivolgersi alla consulenza qualificata di professionisti, istituzioni e fornitori di servizi cryptofinanziari che siano conosciuti, attivi da tempo e qualificati attraverso certificazioni riconosciute e ufficiali.
Filippo Albertin