Azioni MicroStrategy come investimento indiretto in Bitcoin?

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Fino al mese di agosto del 2020, MicroStrategy era una società americana relativamente piccola e quotata in borsa. Per i numeri a cui è abituata Wall Street, non era nulla di che. La sua capitalizzazione ammontava ad appena 3,5 miliardi di dollari. Le azioni MicroStrategy si acquistavano per meno di 15 dollari, quando nel 2000 avevano toccato quello che sarebbe stato per oltre un ventennio il massimo storico di quasi 140 dollari. Un annuncio ne cambia le sorti. Il fondatore e CEO, Michael Saylor, rende nota la volontà di trasformare la sua creatura in una sorta di “banca per Bitcoin”. Fino a quel momento, era attiva nel business dei software per videogiochi. La svolta in piena pandemia ne avrebbe cambiato i connotati in brevissimo tempo.

Azioni MicroStrategy in boom dal 2020

Quell’annuncio segna uno spartiacque nella vita aziendale, ma anche nella narrazione complessiva che si è avuta sui mercati a proposito di mercato crypto. Saylor ne è un convinto sostenitore e si mostra intenzionato a trasformarsi in un veicolo indiretto per gli investimenti in Bitcoin. Al 15 dicembre del 2024, cioè in poco più di 4 anni, ne aveva acquistati 439.000 per un esborso complessivo pari a 27,1 miliardi, corrispondente a una media di 61.725 dollari. Alle quotazioni record sinora raggiunte di quasi 108.000 dollari, il portafoglio vale 47,3 miliardi. Ciò fa sì che MicroStrategy abbia a bilancio una plusvalenza teorica superiore ai 20 miliardi.

Saylor è arrivato a dichiarare nel luglio di quest’anno di intravedere la quotazione di Bitcoin a lungo termine a 13 milioni di dollari. E’ forse ad oggi la previsione più ardita sin qui resa, ma il punto è un altro: le azioni MicroStrategy possono considerarsi un buon investimento indiretto? Di questo si tratta fondamentalmente. Il CEO ha trasformato il business societario per rianimarlo e ingrandire le dimensioni in borsa. La scommessa sembra vinta, se è vero che la capitalizzazione in borsa è esplosa fin sopra i 100 miliardi. In questo momento, vale sui 95 miliardi. Rispetto all’annuncio c’è stato un boom del 2.700% e che è arrivato al 3.130%.

Core business in perdita

Possiamo affermare senza dubbio che Saylor è stato geniale nell’avere saputo sfruttare un trend di mercato a beneficio delle azioni MicroStrategy, che mai e poi mai avrebbero raggiunto verosimilmente i 475 dollari toccati nelle scorse settimane. Ma dal punto di vista di chi investe, ha senso puntare su questo titolo, anziché direttamente sulla più nota tra le criptovalute sul mercato? Diciamo subito che per quanti non volessero esporsi direttamente, magari per il timore di un furto da parte di hacker o del rischio connesso alla perdita delle credenziali di accesso, la soluzione di investire con un asset proxy può avere un senso, a patto chiaramente di essere giustificato dai prezzi.

E quello che emerge da una lettura anche solo superficiale dei dati è che le azioni MicroStrategy risulterebbero sopravvalutate o “iper-comprate”. In effetti, esse quotano al doppio del valore del portafoglio Bitcoin e sono arrivate a quotare al triplo. Se facessimo riferimento alla sola plusvalenza, invece, siamo dinnanzi a una quotazione quasi quintupla. A questo punto, un investitore può immaginare che la società derivi il suo valore anche dal suo “core” business iniziale, cioè dalla vendita di software per videogiochi. Invece, dobbiamo sapere che nell’ultimo anno al 30 settembre essa ha riportato una perdita netta di 406,72 milioni e chiuso solo un trimestre in attivo, quello al 31 dicembre 2023.

Ancora peggio: l’attività caratteristica, che è captata dall’EBITDA, è in costante perdita. Significa che questa società, all’infuori dei Bitcoin, non produce alcun valore. Anzi, tende a bruciarlo, operando in perdita. Tra le altre cose, dobbiamo considerare il debito netto di 4,22 miliardi al 30 settembre 2024. La cifra sembra modesta in rapporto all’attuale capitalizzazione, ma non all’EBITDA, che ricordiamo essere negativo. Ed ecco che emerge subito un’incongruenza: chi oggi acquista le azioni MicroStrategy per investire in Bitcoin, sta pagando quest’ultimo asset nei fatti almeno il doppio del suo valore di mercato. Sebbene la borsa tenda ad anticipare gli andamenti futuri, non si vede la ragione per cui bisogna pagare un premio così abnorme senza alcun vantaggio apparente in cambio. Esistono strumenti ben più efficienti per non esporsi direttamente, come nel caso degli ETF.

Società parte del Nasdaq 100

Indipendentemente da tutto quello su cui abbiamo ragionato fino ad ora, c’è da sottolineare come Saylor non abbia alcuna intenzione di rivendere i Bitcoin in portafoglio per monetizzare i guadagni. Anzi, ha dichiarato che il suo è un investimento definitivo, quale che sarà il valore raggiunto dal token. Questo pone un’altra domanda: ammesso che le azioni MicroStrategy non fossero sopravvalutate, come potrebbero trarre valore dal sottostante? E questo dubbio vale a maggior ragione che per il resto si hanno solo perdite. Come si ripianano? Le emissioni di obbligazioni convertibili, il cui ricavato serve per acquistare nuovi Bitcoin, potrebbero pesare parecchio a bilancio se il titolo in borsa, anziché salire verso i prezzi di conversione, scendesse o vi restasse al di sotto entro le scadenze fissate.

D’altra parte è anche vero che quanto accaduto in questi anni non si possa derubricare a una mossa insensata. E’ vero proprio il contrario. A partire dal 23 dicembre prossimo, le azioni MicroStrategy faranno parte del Nasdaq 100, uno dei principali indici azionari mondiali. E con questa capitalizzazione figurerà alla posizione numero 40 del paniere, incidendo per lo 0,47%. Questa notizia porta con sé due grosse novità. La prima è che la società beneficerà degli investimenti passivi, cioè dei capitali dei numerosi ETF che replicano l’andamento di questo indice. E questo probabilmente attirerà ulteriori investimenti diretti sulla previsione che il titolo continuerà ad apprezzarsi anche nei prossimi mesi e anni.

Azioni MicroStrategy sopravvalutate

La seconda novità è dirompente per l’intero mercato, dato che indirettamente gli ETF sul Nasdaq si esporranno in misura minima ai Bitcoin. Molti investitori che finora sono rimasti alla finestra, da questo momento in avanti non potranno più dirsi estranei a questo asset. Se le quotazioni per le azioni MicroStrategy si apprezzeranno ancora, altre società dell’indice potrebbero imitare Saylor, amplificando le esposizioni complessive dell’indice nelle crypto. Infine, il CEO potrebbe portare fino in fondo il concetto di banca, riuscendo a trasformare i Bitcoin in moneta sonante, magari prestandoli con gli interessi. Resta il fatto che alle attuali quotazioni il titolo in borsa non appaia giustificato e possa essere soggetto a correzione.

 

 

 

 

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