Non si arresta il boom che da ormai diversi anni investe le azioni NVIDIA in borsa. Ieri, sono salite fin sopra il prezzo dei 164 dollari l’una, anche se hanno chiuso la seduta leggermente sotto i 163 dollari, portando la capitalizzazione della società ad oltre 4.000 miliardi. Nessuna società prima nel mondo era salita a queste vette. Sono state superate così le valutazioni di altri colossi come Microsoft ed Apple, che si attestano rispettivamente a circa 3.720 e 3.150 miliardi. Era impensabile fino a poco tempo fa, ma la cavalcata a Wall Street è stata impressionante in questi anni. Solamente nel giugno del 2023 veniva superata la soglia dei 1.000 miliardi. E allora erano in pochi ancora a conoscere questa realtà aziendale, come vedremo tutt’altro che nuova, al di fuori della cerchia di investitori, trader o semplici appassionati di informatica. Già dopo pochi mesi – siamo nel febbraio del 2024 – veniva sfondata la soglia dei 2.000 miliardi. Il titolo era raddoppiato in otto mesi. E nel giugno di quest’anno veniva superata anche la soglia dei 3.000 miliardi.
Azioni NVIDIA migliori di Bitcoin nell’ultimo quinquennio
Ricapitolando, le azioni NVIDIA sono quadruplicate di prezzo in borsa in poco più di due anni. Se già sembra incredibile, ancora di più lo è guardando ai valori assoluti. Una realtà marginale in termini di capitalizzazione fino a pochi anni fa, nel giro di un lustro ha accresciuto il suo valore di oltre 3.700 miliardi. Infatti, il boom è stato del 1.457%. Significa che il titolo si è apprezzato per 14,5 volte. Puntare su di esso ha fruttato più rispetto ad investire in Bitcoin. Negli ultimi cinque anni, la criptovaluta è aumentata “solo” del 1.113%.
Boom legato all’IA
Che cos’è NVIDIA? Come abbiamo anticipato, non è una realtà aziendale nuova. La sua fondazione risale niente di meno che al 1993 e la sede è in California, come per gran parte delle aziende della Big Tech. Produce processori grafici per videogiochi, ma negli anni recenti si è riconvertita nella produzione di chips legati all’intelligenza artificiale. Essi servono per le chatbot, software progettati per simulare conversazioni con essere umani. Basti pensare a ChatGPT o Gemini. Ne servono sempre di più e il loro costo può ammontare anche a diverse migliaia di dollari l’uno.
Per capire come sia stata possibile questa cavalcata rampante per le azioni NVIDIA, dovremmo guardare ai dati finanziari. La società iniziò a maturare un utile netto sopra il miliardo di dollari solamente nel 2017. L’esercizio precedente, ad esempio, si era fermata a 614 milioni. Nel 2024 era salita a 29,76 miliardi e per quest’anno le stime degli analisti puntano a 72,88 miliardi. Nell’arco di appena un decennio, i profitti annuali saranno cresciuti di oltre il 12.000%, cioè si saranno moltiplicati per più di 120 volte. Nello stesso periodo di tempo, il titolo in borsa si è apprezzato di circa 200 volte.
Peso crescente nell’indice azionario USA
Stando ai profitti attesi per l’esercizio in corso, il rapporto Prezzo/utili sarebbe salito a quasi 53. Pur essendo elevato rispetto alla media dell’indice S&P 500 in cui le azioni NVIDIA sono negoziate e che si attesta a meno di 30, non sembra affatto esagerato. Tanto per fare un confronto, un anno fa il rapporto si attestava sopra 110. Da allora si è dimezzato, segno che il timore che si stia creando una bolla speculativa sul mercato delle Big Tech nello specifico potrebbe non essere così fondato. In sostanza, gli azionisti stanno comprando utili futuri in ulteriore crescita rispetto ai livelli attuali. Se dopo il +145% atteso per il 2025 vi fosse un incremento del 100% nel 2026, il rapporto Prezzo/utili scenderebbe persino sotto i livelli medi dell’indice.
Il fatto che le azioni NVIDIA avrebbero un fondamento e non sarebbero affatto iper-comprate non toglie che segnalino alcune criticità. Alle valutazioni presenti la società da sola pesa nell’indice per il 7,3%. Apple pesava ieri il 5,75% e Microsoft il 6,8%. Esiste un problema di eccessiva concentrazione in poche società. Chi scommette su un indice azionario, di solito lo fa per diversificare l’investimento e sottrarsi al rischio specifico legato all’acquisto della singola azione. Paradossalmente, sta avvenendo il contrario. Chi scommette oggi sull’S&P 500, sta investendo essenzialmente su poche azioni, il cui saliscendi impatta sull’intero listino.
Ruolo ambiguo degli ETF
Gli analisti da tempo mettono in guardia dagli effetti collaterali degli ETF, che sono fondi d’investimento a gestione passiva. A differenza dei fondi d’investimento ordinari, si limitano a replicare l’andamento di un paniere sottostante di titoli o di asset singoli come l’oro. Hanno il vantaggio di comportare il sostenimento di costi bassi, visto che l’analisi dei titoli praticamente non avviene. Uno degli svantaggio consiste, invece, nel far affluire capitali anche cospicui su un insieme di titoli, indistintamente dalle condizioni finanziarie specifiche. In altre parole, un ETF che investe sull’S&P 500, che è il principale listino azionario mondiale, beneficia tutti i titoli in esso negoziati, indipendentemente dal fatto che la singola società presenti fondamentali positivi o meno.
Far parte di questi indici è diventato oramai il vero obiettivo delle società quotate di certe dimensioni. Una volta entrate, infatti, automaticamente beneficiano dell’immenso afflusso di liquidità alimentato dagli investimenti passivi. Ed è il caso delle Big Tech, che stanno apprezzandosi senza sosta un po’ per moda, un po’ anche per merito degli ETF. Le azioni NVIDIA non sono estranee a questo processo, sebbene si mostrino piazzate relativamente meglio di altre realtà del comparto. Come detto, gli investimenti nell’intelligenza artificiale stanno sostenendone le quotazioni e questi sono attesi nell’ordine dei 350 miliardi all’anno solamente in favore della società di Santa Clara guidata da Jen-Hsun Huang.
Corsa per azioni NVIDIA difficilmente come in passato
Se anche le azioni NVIDIA presentino margini per ulteriori apprezzamenti, non è immaginabile che continuino a crescere per i prossimi anni agli stessi ritmi dei precedenti. Anche solo quadruplicando il loro valore come hanno fatto in appena 25 mesi, la capitalizzazione esploderebbe a 16.000 miliardi. Non possiamo escludere nulla. Nessuno avrebbe immaginato fino a pochi mesi fa che una società in borsa sarebbe arrivata ad essere valutata così tanto nel giro di poco tempo. Tuttavia, sembra irrealistico che si arrivi a valori così giganteschi. Non significa che siamo a fine corsa, ma che le valutazioni saranno più prudenti nel prossimo futuro. Probabile che il titolo si prenda una pausa e si stabilizzi per un po’ di tempo, trovando supporto nei dati trimestrali che verranno, attesi già in forte in crescita.