Bitcoin ATH e contesto globale macroeconomico

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Nel 2025 Bitcoin ha raggiunto un nuovo massimo storico, superando ogni aspettativa e consolidando il suo ruolo come protagonista del panorama finanziario globale. Questo traguardo non è solo una vittoria per gli investitori di criptovalute, ma un segnale di profonde trasformazioni economiche, sociali e tecnologiche, molte delle quali abbiamo già evidenziato in altrettanti articoli dedicati all’oro digitale di Satoshi Nakamoto. 

Con un prezzo che ha recentemente toccato prima i 118mila dollari, per poi impennarsi nuovamente fino a raggiungere e superare addirittura i 121mila, Bitcoin si è imposto come un asset che non può più essere ignorato, né dai piccoli investitori né dalle istituzioni finanziarie globali. Questo articolo, che segue di poco un altro nostro contenuto dedicato all’entusiasmo per questo record, esplora però anche le dinamiche macroeconomiche che hanno favorito questa ascesa, analizzando dati di mercato, fattori geopolitici e il ruolo crescente degli investitori istituzionali, senza trascurare i rischi e le prospettive future. 

Bitcoin e il terreno macroeconomico globale 

Il panorama economico planetario del 2025 è caratterizzato da una combinazione di incertezze e opportunità. Secondo il Fondo Monetario Internazionale la crescita globale è prevista al 3,2% per il 2025, leggermente inferiore rispetto alle proiezioni pre-COVID, condizione che riflette una ripresa economica disomogenea. 

Le principali economie, come Stati Uniti, Unione Europea e Cina, stanno affrontando sfide significative… 

Negli Stati Uniti l’inflazione basica (esclusi alimentari ed energia) si attesta intorno al 3,5% annuo, secondo i dati del Bureau of Labor Statistics, ben al di sopra del target del 2% della Federal Reserve. 

In Europa l’inflazione rimane volatile, oscillando tra il 2,5% e il 3%. Questa pressione inflazionistica ha spinto le banche centrali a mantenere tassi di interesse elevati, con il tasso di riferimento della Fed al 4,75-5% e quello della BCE al 4%. 

Come evidente a chiunque, non mancano tensioni geopolitiche piuttosto pesanti. I conflitti in corso, come quello tra Russia e Ucraina e le tensioni nel Mar Cinese Meridionale, hanno destabilizzato le catene di approvvigionamento globali, aumentando i prezzi delle materie prime. Secondo il World Bank, i prezzi del petrolio sono saliti del 15% nel 2024, esercitando ulteriore pressione sui costi di produzione e trasporto. 

In questo scenario si inserisce anche la crisi del debito pubblico, che globalmente ha raggiunto il 100% del PIL mondiale (dati ufficiali secondo il FMI), con paesi come gli Stati Uniti (debito al 130% del PIL) e l’Italia (150% del PIL) che affrontano crescenti preoccupazioni sulla sostenibilità fiscale. Questo contesto ha alimentato il dibattito sulla svalutazione delle valute fiat, spingendo gli investitori verso asset alternativi. Dettaglio non da poco, che sta registrando l’impennata di numerose classi di Altcoin che tutti hanno sotto gli occhi. 

Nel mentre, la Cina, seconda economia mondiale, nonché detentrice di gran parte del debito statunitense, ha registrato una crescita del PIL del 4,5% nel 2024, il livello più basso degli ultimi decenni, a causa di un settore immobiliare in crisi e di una domanda interna debole. Questo ha avuto ripercussioni sui mercati globali, riducendo la fiducia negli asset tradizionali e rinforzando la dinamica pro-crypto sopraccitata, unita a un rinnovato interesse per l’oro fisico. 

In questo scenario, Bitcoin si è posizionato ancora una volta come un bene rifugio alternativo, grazie alla sua scarsità intrinseca e alla sua indipendenza dalle politiche monetarie tradizionali. Con l’offerta massima che ben sappiamo essere di 21 milioni di monete e un meccanismo di halving che riduce l’emissione di nuovi Bitcoin ogni quattro anni (l’ultimo nel 2024, si veda nostro articolo dedicato), la criptovaluta conferma pienamente la sua offerta di una protezione contro l’inflazione che le valute fiat non possono garantire. 

Ruolo dei grandi investitori istituzionali 

Uno dei principali catalizzatori del nuovo massimo storico di Bitcoin è stato l’ingresso massiccio di investitori istituzionali, un tempo scettici, oggi paradossalmente tra i principali sostenitori di questo asset. 

Secondo i dati di CoinShares, gli afflussi netti in fondi di investimento legati a Bitcoin hanno raggiunto i 15 miliardi di dollari nel 2024, con un ulteriore incremento nel 2025. L’approvazione degli ETF spot su Bitcoin da parte della Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti a gennaio 2025 ha rappresentato un punto di svolta. Questi strumenti hanno attratto capitali da fondi pensione, hedge fund e family office, con gestori come BlackRock e Fidelity che hanno riportato afflussi record nei loro prodotti legati a Bitcoin. 

Le aziende stanno anche adottando Bitcoin come riserva di tesoreria (abbiamo diffusamente parlato anche di questo). Secondo un rapporto di MicroStrategy, una delle prime aziende a investire massicciamente in Bitcoin, oltre 50 società quotate in borsa negli Stati Uniti detengono ora Bitcoin nei loro bilanci, per un totale di oltre 200.000 BTC al valore di mercato attuale. Questa tendenza non si limita agli Stati Uniti: aziende in Asia e Europa stanno seguendo l’esempio, vedendo in Bitcoin un modo per diversificare le riserve e proteggersi dalla svalutazione valutaria. 

Analizzando i dati di mercato, l’ascesa di Bitcoin è stata impressionante ma non priva di volatilità. Il volume degli scambi giornalieri è aumentato del 60% rispetto alla media del 2024, raggiungendo i 50 miliardi di dollari al giorno sulle più capitalizzate piattaforme. Inoltre l’indice di dominanza di Bitcoin (la sua quota di mercato rispetto alle altre criptovalute) è salito al 55%, segnalando una fiducia rinnovata nella criptovaluta principale rispetto alle altcoin.L’hash rate della rete Bitcoin, che misura la potenza computazionale dedicata al mining, ha raggiunto un nuovo massimo di 600 EH/s, riflettendo una rete più sicura e robusta che mai. 

Questo dato sottolinea anche il crescente interesse per il mining, nonostante le preoccupazioni ambientali legate al consumo energetico. Secondo il Cambridge Bitcoin Electricity Consumption Index, il mining di Bitcoin consuma circa 150 TWh all’anno, ma il 60% di questa energia proviene da fonti rinnovabili, un miglioramento significativo rispetto al passato, che segna peraltro una tendenza molto forte di innovazione e sviluppo. (Chiunque fosse interessato a investire in questo settore, ricordiamo sempre il progetto CryptoSmart legato al token BHP, che permette di minare BTC anche mettendo a reddito cifre inferiori rispetto a quelle solitamente richeste dal settore.) 

Rischi e sfide per l’immediato futuro 

Nonostante l’evidente entusiasmo, Bitcoin non è privo di rischi. La sua volatilità rimane un ostacolo per molti investitori: nel 2025, il prezzo ha registrato correzioni del 20% in singole settimane, secondo i dati di TradingView. La regolamentazione rappresenta un’altra incertezza, sia pure in fase di lenta ma continua normalizzazione e chiarificazione. Mentre paesi come El Salvador e la Svizzera hanno adottato politiche pro-criptovalute, altri, come la Cina e l’India, mantengono restrizioni severe.

Negli Stati Uniti, la SEC e il Tesoro stanno lavorando a un quadro normativo più chiaro, ma le proposte di tassazione sulle plusvalenze da criptovalute potrebbero scoraggiare alcuni investitori. Da questo punto di vista (si veda nostro articolo) il recente Genius Act ha comunque fatto molta chiarezza, animando un sentimento di forte ottimismo per il futuro delle stablecoin, e con esse tutte le criptovalute, nel contesto del quadro normativo statunitense. 

Il ruolo di Bitcoin nell’economia globale sembra destinato a crescere. La sua capacità di fungere da riserva di valore in un contesto di inflazione e instabilità geopolitica lo rende attraente per una vasta gamma di investitori. Tuttavia, la sua adozione come mezzo di pagamento quotidiano rimane limitata, con solo il 2% delle transazioni globali in Bitcoin utilizzate per acquisti, secondo un rapporto di Visa.

La competizione con altre criptovalute e tecnologie blockchain, come Ethereum e Solana, potrebbe rappresentare una sfida, ma la posizione di Bitcoin come “oro digitale” sembra continuare a confermare la sua solididà. Inoltre, l’integrazione con tecnologie emergenti, come la tokenizzazione di asset reali e l’intelligenza artificiale per l’analisi di mercato, potrebbe aprire nuove opportunità sia operative che di investimento. 

Conclusioni 

Il nuovo massimo storico di Bitcoin nel 2025 è più di un semplice record di prezzo: è una testimonianza della sua resilienza e della sua crescente rilevanza in un mondo finanziario in rapida evoluzione. Con un contesto macroeconomico segnato da inflazione, debito pubblico record e tensioni geopolitiche, Bitcoin offre un’alternativa unica per gli investitori che cercano protezione e diversificazione. Tuttavia, la strada verso un’adozione mainstream è ancora lunga, con sfide normative, ambientali e tecnologiche da affrontare. Mentre il mondo continua a navigare in queste acque turbolente, Bitcoin rimane un faro di innovazione e possibilità. 

Filippo Albertin 

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