Bitcoin in azienda: valorizzare la tesoreria con l’oro digitale, per cogliere le nuove opportunità del mercato e dell’innovazione globale.
L’inclusione di asset digitali come Bitcoin nella tesoreria aziendale sta sempre più emergendo come una strategia innovativa di valorizzazione delle risorse, offrendo potenziali vantaggi significativi, ma anche comportando alcuni rischi da valutare attentamente, con implementazione di contromosse stretagicamente rilevanti per massimizzare il valore e minimizzare gli effetti della volatilità di breve periodo.
Notizie come la recente inclusione di Bitcoin (e di varie altre crypto) in una riserva strategica nazionale statunitense — si leggano a tale proposito i nostri due articoli dedicati: […] — non fanno altro che confermare, con crescente eloquenza e riconoscimento da parte della comunità internazionale (investitori, imprenditori, istituzioni, e addirittura interi paesi), l’interesse sempre più diffuso e motivato verso gli asset digitali decentralizzati come nuova modalità di capitalizzazione aziendale.
In questo articolo vedremo e spiegheremo i vantaggi principali di tale scelta, e andremo di volta in volta a indicare le opportunità da cogliere e le minacce da evitare lungo l’implementazione di una generale strategia di tesoreria a base crypto.
Bitcoin come tesoreria: i vantaggi principali
Il principale vantaggio legato alla detenzione in tesoreria di asset digitali, nello specifico, appunto, BTC, è legato alla diversificazione del portafoglio, concetto “classico” di buona gestione della variabile patrimoniale secondo le più quotate e riconosciute teorie finanziarie.
Più precisamente, Bitcoin, asset per sua natura protocollare “programmato” per essere scarso attraverso un preciso meccanismo di dimezzamento che chiamiamo halving, può fungere da copertura contro l’inflazione e la svalutazione delle valute tradizionali, offrendo una diversificazione molto più mirata rispetto agli asset tradizionali.
Andando come detto a considerare più da vicino la sua natura scarsa, ossia naturalmente deflativa, si aggiunge a tale vantaggio quello della “riserva di valore”, che fino a poco tempo fa era appannaggio di asset come l’oro e i preziosi, mentre oggi è stata totalmente sdoganata a favore di ciò che viene comunemente chiamato oro digitale.
Nella prospettiva del medio e lungo termine, dunque, Bitcoin diventa sinonimo di protezione del potere d’acquisto, con ovvio ritorno in termini di palese opportunità di metterlo a collaterale per qualsiasi dinamica di investimento a lungo termine.
Esiste poi l’innegabile vantaggio in termini “transazionali”, visto che Bitcoin permette di inviare e ricevere globalmente BTC in modo decentralizzato, economico, autonomo, rendendosi del tutto indipendenti da problematiche tipicamente bancarie quali giorni di valuta, tempistiche di cut-off, svantaggi dovuti a cambi avversi, assenza di servizio in giorni festivi o prefestivi, e via discorrendo. Bitcoin funziona ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, attraverso un meccanismo totalmente decentralizzato gestito da nodi in automatica competizione crittografica.
Ultimo, ma non ultimo, il vantaggio innegabile di porgere un’immagine aziendale moderna, al passo coi tempi, altamente innovativa, nonché in grado di ricevere pagamenti nativi da clienti che intendono usare Bitcoin come mezzo unico o privilegiato di pagamento. Una collocazione “filosofica” che conferisce all’azienda un’appetibilità globale degna di nota al cospetto di clienti, fornitori, investitori e portatori di interesse.
Bitcoin in tesoreria: casi internazionali di successo
La prassi di detenere BTC in tesoreria aziendale è come ovvio stata diffusa e pubblicizzata in virtù di casi clamorosi, che hanno reso ancora più celebri i relativi CEO, basti pensare a personaggi come Elon Musk e Michael Saylor. Tra i casi di successo citiamo infatti:
MicroStrategy (oggi Strategy) – Questa società di software, ormai celeberrima e quasi mitica tra i bitcoiner planetari, ha da tempo adottato una strategia aggressiva di accumulo di Bitcoin, vedendolo come la principale riserva di valore aziendale. La loro mossa ha attirato l’attenzione degli investitori e ha posizionato l’azienda come leader nel settore, tanto da inserire nel più recente logo aziendale il simbolo del BTC.
Tesla – Il produttore di veicoli elettrici diretto dal discusso Elon Musk ha investito in Bitcoin, dimostrando l’interesse delle grandi aziende per gli asset digitali. Sebbene Tesla abbia venduto una parte dei suoi Bitcoin, l’azienda continua a mantenere una posizione in criptovalute.
Square (ora Block) – La società di pagamenti digitali ha investito in Bitcoin e ha integrato la criptovaluta nella sua piattaforma, consentendo ai clienti di acquistare e vendere Bitcoin.
Queste aziende sono indubbiamente quelle che maggiormente hanno capitalizzato Bitcoin non solo come strumento finanziario, ma anche di marketing globale, ovvero lungo la direttrice di una vasta riconoscibilità mediatica. Esistono tuttavia decine e decine di altre aziende meno conosciute che hanno percorso con successo la stessa strada. Tra queste:
Marathon Digital Holdings (USA) – Una società di mining di Bitcoin, possiede oltre 20.000 BTC grazie alle sue operazioni e a recenti acquisti strategici (come quello da 1 miliardo di dollari nel 2024). Essendo nel settore del mining, l’accumulo di BTC è parte integrante del suo modello di business.
Hut 8 Mining Corp (Canada) – Un’altra azienda di mining, meno nota rispetto a Marathon, con circa 9.000 BTC in tesoreria. Si concentra sull’espansione delle operazioni di mining in Nord America. Accumula BTC come parte della strategia di crescita e per sfruttare i profitti del mining.
Riot Blockchain, Inc. (USA) – Con circa 8.000 BTC, questa società di mining ha investito pesantemente in infrastrutture per il mining e tiene BTC come riserva. Simile a Marathon, vede BTC come un asset strategico a lungo termine.
Ma attenzione. Non abbiamo in questa lista solo aziende che si occupano di minare Bitcoin, e che dunque sono per loro stessa natura sensibilizzate ed esperte in materia! Troviamo infatti anche:
Semler Scientific (USA) – Una società di dispositivi medici che ha sorpreso il mercato nel 2024 annunciando l’acquisto di circa 1.000 BTC per diversificare la sua tesoreria. Ha dichiarato di voler proteggere il capitale dall’inflazione, seguendo l’esempio di MicroStrategy.
Kulr Technology Group (USA) – Azienda tecnologica specializzata in soluzioni termiche, ha iniziato a investire in BTC nel 2024, con una quantità stimata di alcune centinaia di BTC. Cerca in tal modo di aumentare il valore delle sue azioni e attrarre investitori seguendo il trend delle criptovalute.
Genius Group (Singapore) – Una società di edutech che ha annunciato nel 2024 l’acquisto di 110 BTC a un prezzo medio di circa 90.000 dollari per unità. Vuole convertire parte dei suoi attivi in BTC come protezione patrimoniale e per cavalcare l’onda dell’interesse istituzionale.
Metaplanet (Giappone) – Una piccola società di investimento giapponese, ha acquistato circa 200 BTC nel 2024, ispirandosi a MicroStrategy. Considera BTC una “riserva di valore digitale” per contrastare la svalutazione dello yen.
Considerazioni importanti
Volatilità – Il prezzo di Bitcoin sale nel medio-lungo periodo, ma nel breve è altamente volatile, il che può comportare rischi significativi per la tesoreria aziendale. Le aziende che lo capitalizzano devono essere “serenamente consapevoli” di questa dinamica, e non lasciarsi prendere dalla notizia del crollo momentaneo o della flessione dovuta alla pura fisiologia del mercato.
Normativa – Il panorama normativo per gli asset digitali è in continua evoluzione, e le aziende devono essere consapevoli dei rischi legali e fiscali che potrebbero incorrere nel caso di accumulazioni al di fuori delle regole vigenti in termini dichiarativi e fiscali. In questo senso è fondamentale rivolgersi a soggetti esperti in grado di gestire tale tesoreria “speciale” in modo regolare e del tutto sicuro sul piano legislativo.
Sicurezza – La custodia sicura degli asset digitali è fondamentale per prevenire furti e perdite. Serve dotarsi di wallet opportuni, gestiti attraverso sistemi in linea con i più alti standard di sicurezza. Da questo punto di vista, dotarsi di una razionale e pianificata politica di cybersecurity è di fondamentale importanza, come peraltro ormai strettamente obbligatorio anche per quanto riguarda la gestione dei dati aziendali.
Conclusioni
L’inclusione di Bitcoin nella tesoreria aziendale può offrire vantaggi potenziali, ma richiede una valutazione attenta dei rischi e una strategia di gestione adeguata. Le aziende devono considerare la loro tolleranza al rischio, gli obiettivi di investimento e il panorama normativo prima di prendere decisioni.
La scelta di detenere BTC in azienda deve quindi essere coadiuvata dalla collaborazione stretta con soggetti esperti e certificati in grado di gestire al meglio l’acquisto, la detenzione personalizzata sulla base delle esigenze del cliente, la normativa e la sicurezza implicitamente legate a tale prassi.
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L’inclusione di Bitcoin nella tesoreria aziendale è e sarà sempre più un fattore strategico di successo, che andrà a premiare le aziende ad alto valore innovativo che hanno per prime intrapreso questa scelta.
Filippo Albertin