Il debito comune europeo non è vicino, anche se tutti ne parlano

Home / Crypto Blog / Il debito comune europeo non è vicino, anche se tutti ne parlano

Indice dei Contenuti

E’ nato un giallo in Europa dopo che il Partito Popolare Europeo, principale gruppo all’Europarlamento, ha approvato un documento in cui apre alla considerazione di “strumenti finanziari congiunti” per sostenere le necessarie spese in favore della difesa. Un sostegno esplicito al debito comune europeo, di cui ormai si parla insistentemente in queste settimane per finanziare il riarmo nell’Unione Europea. Il giallo nasce dal fatto che del PPE fa parte l’Unione cristiano-democratica (CDU-CSU) del futuro cancelliere Friedrich Merz, uscito vincitore dalle recenti elezioni federali in Germania. Ufficialmente, la posizione dei conservatori tedeschi resta contraria alla proposta. E allora come la mettiamo con quanto accaduto? Il documento risulta essere stato approvato senza il voto contrario di alcun gruppo al suo interno.

Debito comune, Germania sempre contraria

Tuttavia, si scopre che proprio la CDU/CSU non aveva inviato una sua delegazione alla riunione dei giorni scorsi. Questo vorrebbe dire che la mozione sul debito comune sarebbe stata approvata “in contumacia”, ovvero approfittando dell’assenza della sua componente politicamente più influente. A che pro, se poi non se ne farebbe nulla proprio per l’opposizione della Germania? E perché i tedeschi del PPE erano assenti? Risulterebbe che Merz non abbia potuto presenziare all’evento perché impegnato nel negoziato con i socialdemocratici per la formazione del nuovo governo. Appare strano, però, che non abbia inviato un suo sostituto per rimpiazzarlo.

Quando parliamo di debito comune, facciamo riferimento alle emissioni di quelli che da anni vengono chiamati Eurobond. Si tratta di titoli del debito emessi dall’Unione Europea, come già accade con i bond per finanziare il programma Next Generation EU da 750 miliardi di euro fino al 2026. Perché stanno assumendo un’importanza così cruciale in questa fase? Il presidente americano Donald Trump ha fatto presente agli alleati europei di non avere più alcuna intenzione di pagare per la loro sicurezza. Per questo ha chiesto ai governi comunitari di aumentare la spesa militare. La Germania ha rotto gli indugi dopo le elezioni con l’annuncio di Merz di un maxi-piano per il riarmo da 500 miliardi di euro in 10 anni, oltre ad altrettante risorse destinate a potenziare le infrastrutture tedesche. La vera novità è stata che per la prima volta Berlino vuole finanziare tali spese in deficit, cioè emettendo Bund, i titoli di stato nazionali.

Rendimenti dei titoli di stato in rialzo

La reazione dei mercati non si è fatta attendere. I rendimenti delle obbligazioni di stato europee sono risaliti velocemente in tutta l’area, a partire proprio da quelli tedeschi. Il Bund a 10 anni è passato da meno del 2,50% a quasi il 3% nel giro di qualche seduta. Mai così tanto in breve tempo sin dagli anni Novanta. Un movimento che si spiega con il fatto che gli obbligazionisti stiano scontando un aumento dell’offerta di debito nei prossimi anni, oltre a una maggiore inflazione scaturita dall’eccesso di debito. Inoltre, prevedono che la Banca Centrale Europea sarà meno interessata a tagliare i tassi di interesse per sostenere l’economia europea. Ci penseranno di più i governi con una politica fiscale espansiva. E non solo loro. L’Unione Europea stessa ha proposto al Consiglio europeo, che l’ha approvato, un piano da 800 miliardi di euro, sempre in deficit. Esso consiste di un fondo da 150 miliardi a cui i governi nazionali potranno attingere per finanziare iniziative di riarmo transnazionali, oltre all’allentamento delle regole contenute nel Patto di stabilità per consentire agli stati di spendere fino all’1,5% del PIL all’anno in più nella difesa, senza che venga conteggiato nel deficit rientrante nel limite del 3%.

Riarmo a rischio flop

L’esplosione dei rendimenti europei ha fatto emergere, però, un limite di questo piano europeo. Non tutti gli stati potranno permettersi di spendere. Non l’Italia, la Spagna e la Francia, solo per limitarci a tre delle principali nazioni UE. Hanno già alti livelli di indebitamento e anche senza che spenderanno un solo euro in più nella difesa, risentono già dell’aumento dei costi di emissione dei titoli di stato per effetto dell’annuncio tedesco e di Bruxelles. Solamente l’Italia, ad esempio, dovrebbe emettere BTP per qualcosa come oltre 30 miliardi di euro in più nel solo 2025 per tendere all’obiettivo NATO di una spesa militare al 3% del PIL. C’è il rischio, quindi, che il riarmo se lo possano permettere solamente la Germania e pochi altri stati. Se così, l’obiettivo non verrebbe raggiunto. L’Unione Europea resterebbe vulnerabile circa la necessità di disincentivare eventuali nemici esterni come la Russia a colpirla sul piano della sicurezza.

Ecco che torna in auge la proposta del debito comune. Solo consentendo all’Unione Europea di indebitarsi al posto dei singoli stati si potranno sgravare i bilanci nazionali dai costi per il riarmo. Questa posizione non è condivisa da stati come Germania e Olanda. Al contrario, gli stati baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) e scandinavi (Svezia e Finlandia) sono aperti all’ipotesi. Pur appartenendo al gruppo dei cosiddetti “frugali”, confinano tutti con la Russia e temono per la loro integrità territoriale. Pur di accelerare i tempi del riarmo, sono disposti adesso a tendere la mano al resto dell’Unione Europea. I tedeschi, invece, non ne vogliono sentire parlare. Se la Commissione emettesse debito al posto degli stati, finirebbe per gravare sulle loro finanze. Infatti, i rendimenti offerti dal debito comune ancora oggi sono superiori a quelli dei Bund. In altre parole, alla Germania conviene indebitarsi direttamente, anziché ricorrere a Bruxelles. E Berlino non si fida della sostenibilità fiscale nel Sud Europa, Francia compresa. Temono di doversi addossare grossi rischi.

Debito comune soluzione incerta

Uscire da questa situazione appare arduo. Il debito comune servirebbe per finanziare il riarmo, ma in pochi lo vogliono. Ma non è neanche detto che funzioni fino in fondo. L’aumento delle emissioni comunitarie farebbe innalzare ugualmente i rendimenti dei titoli di stato nazionali, come già sta accadendo da settimane per il solo effetto annuncio. Gira e rigira i bilanci degli stati ne subirebbero le conseguenze sotto forma di maggiore spesa per interessi. Inoltre, l’Unione Europea non possiede entrate proprie, in quanto dipende totalmente dai contributi nazionali. Dilatare le sue emissioni comporta il rischio di indisporre il mercato, che ad un certo punto fiuterà di finanziare una scatola vuota dal punto di vista della sostenibilità fiscale. Il tema è complesso, anche perché questo annunciato indebitamento sta coincidendo con la possibile pausa sul taglio dei tassi che Francoforte potrebbe prendersi ad aprile. In pratica, al mercato si sta inviando il segnale che le emissioni di debiti stiano aumentando e i tassi potrebbero scendere anche meno del previsto o più lentamente. Un mix che ha spinto già i rendimenti ai massimi da diversi mesi e che rischia di alimentare ulteriori tensioni da qui a breve, quando dagli annunci si inizierà a passare ai fatti.

 

 

 

Altri articoli che potrebbero interessarti

Bitcoin Taproot e tokenizzazione: opportunità per istituzioni e investitori… Bitcoin, la prima e più nota crypto, ha continuato a evolversi attraverso aggiornamenti significativi, come Taproot. Questo progresso tecnico non solo...

Crypto e hacker: un compendio generale per la sicurezza, con specifico riferimento alla custodia di asset digitali… Le criptovalute rappresentano un fenomeno globale, che affascina milioni di persone con la...

Analisi Tecnica delle Criptovalute: Guida Base per Principianti L’analisi tecnica è uno degli strumenti principali utilizzati per valutare i mercati finanziari, compresi quelli delle criptovalute. Sebbene l’analisi fondamentale, che si...

© All rights reserved. Cryptosmart Spa / P.I. 03775010543 / Numero REA PG – 350225

© All rights reserved. Cryptosmart Spa / P.I. 03775010543 / Numero REA PG – 350225