Le tasse crypto sono un argomento caldo ultimamente e sempre più start up crypto sono attratte dalla Svizzera grazie alla sua solida realtà legale non soggetta a repentine modifiche, ad un approccio aperto da parte delle autorità, la presenza sul territorio di molte società attiva in questo ambito e ad una tassazione ragionevole. A Lugano, la città ha addirittura emesso una valuta locale sulla blockchain, educando i propri cittadini ad utilizzarla anche grazie ad un cashback del 10%. Inoltre il Lugano’s Plan B Forum ha dato un risalto internazionale alla città.
Lugano Plan B
Lugano è la capitale economica della Svizzera italiana, situata strategicamente tra le aree metropolitane di Milano e Zurigo. Lugano’s Plan B è un’iniziativa congiunta tra la città di Lugano e Tether che punta ad accelerare l’adozione della tecnologia Bitcoin e a utilizzarla come base per trasformare l’infrastruttura finanziaria locale. Dopo il successo delle prime due edizioni, che hanno registrato la partecipazione di ospiti da tutto il mondo, si è conclusa da poco la terza edizione della conferenza europea più importante su Bitcoin e tecnologie P2P. Sul palco, affiancati dal CEO di Tether Paolo Ardoino e dal sindaco di Lugano Michele Foletti, si sono avvicendati nomi illustri come Filip Karadordevic, CSO di JAN 3, e Adam Back, CEO di Blockstream. Inoltre, la popolazione ha potuto partecipare gratuitamente a laboratori formativi e workshop sul tema dei Bitcoin.
Tra i padroni di casa, Lars Schlichting, noto avvocato esperto in materia di blockchain e crypto assets, nonché fondatore di Lexify, uno studio legale specializzato in fintech e blockchain. Lars e il suo team di Lexify forniscono assistenza alle imprese finanziarie che devono affrontare le sfide imposte dalla rivoluzione digitale e sono un punto di riferimento per le società che desiderano trasferirsi a Lugano.
Lars Schlichting l’intervista
Il Lugano Plan B Forum in questi ultimi giorni ha attirato l’attenzione dei media di tutto il mondo, tra le varie iniziative dell’evento pare che la statua di Satoshi abbia paradossalmente fatto più notizia rispetto ad argomenti a nostro avviso molto più degni di nota. Bitcoin è assodato ormai e questo evento si è concluso con successo. L’evento resiste nel tempo. Ci potrebbe rilasciare alcune sue considerazioni sull’evento appena concluso?
“ Il contenuto dell’evento era davvero buono, poiché non c’era auto promozione, ma presentazioni davvero interessanti. Quest’anno è stato possibile partecipare anche a workshop su vari temi legati all’uso di bitcoin, come ad esempio l’uso dei nodi, la custodia, l’esecuzione di transazioni, e sono rimasto sorpreso dal numero di persone che hanno seguito queste sessioni tecniche. Anche il networking è stato positivo. Pochi venditori invadenti, ma molte discussioni interessanti su progetti reali del settore crypto, persone che vogliono trasferirsi a Lugano, colleghi interessati a scambiare opinioni, politici che vogliono proteggere la competitività della Svizzera e molti appassionati di Bitcoin.
Le start up crypto scelgono Lugano? Cosa porta economicamente alla città queste iniziative?
“Sempre più start up stanno scegliendo Lugano come città in cui lanciare il proprio progetto imprenditoriale. Ad esempio, è stato appena inaugurato un centro dedicato alle aziende operanti nel settore dei bitcoin o delle transazioni peer-to-peer che si estende su 2.100 metri quadrati. Sono infatti sempre di più le start up tecnologiche che scelgono le rive del Ceresio per la loro sede. Tra queste, Hybercube SA, la società che abbiamo aiutato a creare un token che rappresenta l’acqua riciclata delle imprese e che sta avendo un importante successo, spinta dai requisiti ESG per le imprese. Tra le start up che abbiamo supportato, c’è anche Naka Sagl, la società che gestisce i pagamenti del LUGA, il token della città di Lugano usato da oltre 400 commercianti quale mezzo di pagamento, unitamente a Bitcoin e Tether. Tutte queste società sono in Svizzera perché trovano un ecosistema stabile dal punto di vista legale e privo di sorprese come l’aumento delle tasse sui crypto-asset al 42%, come vorrebbe fare l’Italia.
Mi ha fornito la domanda su un piatto d’argento. Cosa ne pensa della proposta di legge del governo italiano sulle tasse crypto, plusvalenze dal 26 % al 42% ? Cosa succederebbe in Svizzera in una situazione analoga?
“Per rispondere alla tua domanda, ci state offrendo le vostre start up e le vostre menti su un piatto d’argento. Gli imprenditori hanno bisogno di certezze e di regole chiare che non cambino nel tempo. In Svizzera una situazione del genere non sarebbe possibile, proprio perché sarebbe una decisione iniqua (perché le criptovalute sarebbero tassate più degli altri prodotti finanziari?) e non sarebbe politicamente accettata, in quanto distruggerebbe l’industria della blockchain che tanto si è voluto creare. Tassare i Bitcoin e gli asset tokenizzati più di altri prodotti identici non tokenizzati comporterebbe sfiducia e non incentiverebbe gli investimenti nelle nuove tecnologie.
Che tipologia di persone ha partecipato all’evento? Cosa è emerso a seguito dei dibattiti ?
All’evento hanno partecipato principalmente persone attive nel mondo della blockchain, in particolare i cosiddetti “bitcoiners”, ma anche i rappresentanti della finanza tradizionale non sono mancati. Mai come quest’anno, infatti, ho incontrato tanti banchieri interessati a conoscere questo mondo. L’industria finanziaria sta finalmente capendo che deve allearsi con il settore delle criptovalute. Alla fine, tutti ci troviamo di fronte allo stesso problema: l’eccesso di regolamentazione!”.
Cosa ci dice, tanto per rimanere in tema delle tasse crypto, dell’invito del sindaco Michele Foletti a venire in Svizzera perché le tasse crypto sono pari a zero?
“Le tasse sulle criptovalute per le persone fisiche che non fanno trading sono effettivamente pari a zero. Le persone fisiche possono comprare Bitcoin in maniera tranquilla con la prospettiva di detenerli a medio lungo termine. Tuttavia i cosiddetti “holder” residenti in Svizzera possono vendere i loro Bitcoin senza dover versare alcun obolo al fisco. Per fare un esempio pratico: vendo i miei Bitcoin e mi compro una casa senza dover pagare le tasse”. Le persone che fanno trading giornaliero dovranno invece pagare le tasse sui loro guadagni, che comunque in Svizzera sono inferiori al 42%. Dunque si, penso che se l’Italia dovesse confermare questa misura il mio telefono sarà rovente. Già oggi ricevuto telefonate da parte di imprenditori pronti ad abbandonare il bel Paese dopo l’ennesima “tassa”.
Dunque ci sono degli imprenditori che stanno valutando di trasferirsi a Lugano per colpa delle tasse crypto ?
“Confermo di aver ricevuto queste richieste da parte degli imprenditori italiani. Stanno effettivamente prendendo in considerazione l’idea di trasferirsi a Lugano. La stabilità legislativa in Svizzera è un elemento fondamentale per attrarre le imprese del settore delle criptovalute, ma anche tutte le altre imprese in generale.
La Svizzera sta attirando nuove imprese perché c’è stabilità legislativa e non ci sono sorprese. A livello politico c’è la volontà di attrarre queste imprese.
Inoltre, c’è la possibilità di dialogare con le autorità fiscali e finanziarie, cosa che non si verifica in altri Paesi. Posso anche aggiungere che, grazie al Plan B, a Lugano si è creato un vero e proprio ecosistema blockchain. La gente ama vivere in una città dove può incontrare persone che, come loro, sono attive in questo mondo. A Lugano si è creato questo ecosistema che attira altre persone solo perché tutti vogliono vivere nello stesso posto. Vorrei fare un paragone con la Silicon Valley americana. Lugano è diventata, metaforicamente, la Silicon Valley delle criptovalute. Le persone vogliono vivere in un ambiente dove possono incontrare persone che condividono i loro stessi interessi, discutere di problemi comuni, stringere alleanze e scambiarsi servizi. Inoltre, a Lugano si trova anche il fornitore specializzato che in altri posti non si trova. Ad esempio, noi di Lexify siamo lo studio legale di riferimento del settore delle criptovalute, mentre Accountify si è specializzata nell’offrire servizi di contabilità e fiscalità in questo settore. Il Plan B ha permesso anche ai fornitori di specializzarsi e ora le start up innovative trovano a Lugano competenze di cui prima non disponevano.
In conclusione, direi che Lugano accoglie a braccia aperte le imprese e qualsiasi tipo di iniziativa del settore crypto, perché forniamo risposte chiare e creiamo un ambiente favorevole.
Concludiamo con una nota di ottimismo questa intervista, aiutando e supportando il settore della blockchain, che è sempre in continua evoluzione. Possiamo prendere esempio dalla Svizzera, che si sta distinguendo per l’efficace gestione di tutte le iniziative collegate al settore della blockchain. L’educazione e l’informazione sono i pilastri di qualsiasi settore, soprattutto di quello della blockchain che ha ancora molta strada da fare. Lugano è un esempio di città crypto, dove oltre 400 negozi accettano pagamenti in Bitcoin e stablecoin come USDT e LUGA. Speriamo che questo possa essere d’esempio anche per l’Italia.
Michela Mocanu