Trading crypto: opportunità e minacce in un mercato volatile che necessita di un approccio analitico e multidisciplinare…
Il trading di criptovalute è diventato un fenomeno globale, e attira ormai da tempo l’attenzione di investitori, speculatori e appassionati di tecnologia, coinvolgendo sia l’utenza alle prime armi che ver e propri colossi della finanza, nonché specifiche figure professionali che hanno fatto di questo ramo una vera e propria disciplina.
La promessa di alti rendimenti e la natura decentralizzata di questo mercato hanno generato un’ondata di interesse senza precedenti. Tuttavia, è fondamentale comprendere sia le opportunità che le minacce associate a questo settore in rapida evoluzione.
In questo articolo andremo a individuare le variabili fondamentali e le informazioni di base per comprendere questa realtà, individuando le buone prassi e gli eventuali pericoli dai quali tenersi lontani.
Trading crypto: commerciare in asset digitali
La parola “trading” deriva dal verbo inglese “to trade”, che nella prima traduzione italiana è “commerciare”, ossia un verbo che sembrerebbe piuttosto lontano da prassi puramente finanziarie aventi a che fare con transazioni valoriali pure, e non di effettivi prodotti o servizi.
In realtà l’allusione al commercio è assolutamente opportuna, in quanto il mestiere del trader è esattamente quello di acquistare una certa quantità di asset — di per sé, come ovvio, anche di natura non criptomonetaria — e di rivenderlo a terzi nel momento in cui il suo valore complessivo è cresciuto, staccando dall’intera operazione una plusvalenza.
Nel caso di crypto che ormai sono puntualmente mappate in opportuni portali che fungono da vere e proprie raccolte di indici aggiornati, del tutto simili al campo borsistico, l’analogia è palese: il trading crypto consiste nell’acquisto e nella detenzione di una o più criptovalute all’interno di un portafoglio — centralizzato o decentralizzato, a seconda delle specifiche esigenze — con l’obiettivo di rivenderle a breve, medio o lungo tempo per registrare il più alto guadagno possibile.
Dal lato opportunità
Volatilità
Quella che apparentemente può sembrare solo una caratteristica negativa delle crypto, ossia l’estrema volatilità, nell’ambito del trading viene invece a fornire una specifica opportunità di guadagno, visto che il trader professionista — laddove, come ovvio, capitalizzato, ossia in grado di acquistare rapidamente grandi quantità di asset di riferimento, può ottenere plusvalenze interessanti anche nel mentre di minime oscillazioni di prezzo al rialzo.
Da notare quanto queste stesse dinamiche di acquisto e vendita ravvicinata costituiscano spesso un rinforzo piuttosto corposo alla stessa volatilità, che viene alimentata dal sistema per massimizzare i guadagni intermedi che possono intervenire anche all’interno di una generale curva di crescita.
Accessibillità
Contrariamente ai mercati classici, che possono essere accessibili solo entro determinati intervalli temporali di apertura e chiusura delle borse, peraltro in riferimento a varie nazioni, dunque a tendenziali discrepanze in termini di fuso orario, il mercato crypto sia centralizzato che decentralizzato è sempre aperto, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e permette di operare continuamente senza alcuna soluzione di continuità.
Decentralizzazione
Attraverso le rivoluzioni operate soprattutto da Bitcoin, e in seguito da Ethereum, ovvero con la nascita degli smart contract e della cosiddetta DeFi (finanza decentralizzata), l’intero comparto del trading ha avuto grazie alle criptomonete l’opportunità di spostarsi in un campo interamente avulso e indipendente dalla mediazione di terzi.
Le criptovalute operano su varie blockchain, spesso con ottime soluzioni di interoperabilità, ossia in registri pubblici e distribuiti che garantiscono efficienza e trasparenza. Questa decentralizzazione elimina la necessità di intermediari come banche e istituzioni finanziarie, rendendo il trading non solo più snello e alla portata di tutti, ma anche (a meno ovviamente di regolamentazioni imposte a monte, soprattutto a livello di gestione del CEX o DEX di riferimento) più libero da vincoli stringenti di carattere burocratico, procedurale e reddituale.
Innovazione
L’ecosistema detto della “cryptosfera” annovera un continuo susseguirsi di innovazioni tecnologiche che spingono l’investitore a connettere i propri interessi con un mondo in rapidissima crescita e con opportunità di sviluppo certamente uniche.
Diversificazione
La possibilità di gestire portafogli multipli, con vari asset crittografici al loro interno, e una possibilità estremamente rapida di disinvestire e traghettare altrove determinate risorse finanziarie per minimizzare le perdite e massimizzare i profitti, rende il campo crypto estremamente versatile e adatto a cogliere occasioni in modo proficuo, mantenendo nel contempo un’esposizione prudenziale e appunto, nella diversificazione, ragionevolmente sicura e al riparo da grandi perdite.
Dal lato delle minacce
Ancora una volta, la volatilità
La stessa volatilità che offre opportunità di profitto può tuttavia anche portare a perdite significative, soprattutto se l’investitore ha scelto in maniera istintiva e non ponderata gli asset sui quali investire.
Il mercato delle criptovalute è soggetto a bruschi cambiamenti di prezzo, che possono spazzare via gli investimenti in poco tempo, con specifico riferimento a crypto che possono aver manifestato il ruolo di pure bolle speculative, con grandissimi guadagni seguiti però da un sostanziale azzeramento del valore, magari anche conseguente alla natura “inconsistente” della crypto stessa.
Regolamentazione incerta
Il quadro normativo delle criptovalute è ancora in fase di sviluppo in molte giurisdizioni, e anche all’interno dei paesi più sviluppati porge ancora delle ambiguità interpretative, nonché un’oggettiva difficoltà del legislatore di inserire tali nuove tendenze in un contesto miscibile con le normative già presenti.
Questa incertezza può creare rischi legali e finanziari per i trader, che potrebbero muoversi entro scenari non tutelati, o più in generale facenti capo a legislazioni ancora lacunose e di dubbia interpretazione.
Sicurezza
Se da un lato le criptovalute vengono gestite in sistemi che hanno raggiunto standard elevatissimi di sicurezza, sia per la natura appunto “crittografica” dell’intero quadro tecnologico che ne permette l’esistenza, sia per la complessità dei dispositivi ormai standardizzati per la gestione quotidiana dei vari wallet, dall’altro lato è anche vero che le minacce informatiche sono diventate estremamente raffinate e purtroppo efficaci.
L’utente non sufficientemente esperto in tema di cybersecurity potrebbe aver guadagnato molto, ma trovarsi con un capitale altamente minacciato, anche solo per alcune disattenzioni o leggerezze.
Frodi e truffe
Per quanto questa fattispecie sia legata al comportamento di utenti assolutamente ingenui e sprovveduti, è necessario comunque rimarcare quanto il Web sia letteralmente invaso da inviti a inviare denaro in varie forme per ottenere fantomatici guadagni, anche attraverso la “mediazione” (reale o immaginaria che sia) del mercato crypto e delle sue leve.
Scammer, frodi, truffe, schemi Ponsi, e offerte altamente nebulose e opache sono all’ordine del giorno, e le statistiche registrano un loro costante aumento.
L’invito è dunque quello di separare nettamente la solida, ragionevole e giustificata opportunità di guadagno dall’evidente assurdità di poter accedere a introiti miliardari a fronte di esborsi assolutamente ridicoli, chiaramente allestiti col solo scopo di trarre in inganno lo sprovveduto e credulone di turno.
L’investimento in una certa crypto, ovvero in un determinato progetto, presuppone una corposa fase preliminare di ricerca e acquisizione di informazioni, che vada a scandagliare con estrema precisione la natura della crypto in esame, il suo profilo di “tokenomics”, il team di sviluppo dietro la sua implementazione, la roadmap, l’orizzonte tecnologico e applicativo, e via discorrendo.
Manipolazione del mercato
La mancanza di regolamentazione e la relativa novità del mercato rendono le criptovalute suscettibili alla manipolazione del mercato. I cosiddetti “pump and dump” e altre pratiche manipolative tipiche di uno scenario iper-connesso come il nostro possono causare artificialmente picchi di prezzo seguiti da crolli improvvisi.
L’investitore esperto saprà dunque riconoscere una crescita basata su dati oggettivi e fondamentali da un’improvviso “sentiment” che può legare un certo evento, o dichiarazione, o moda improvvisa, o notizia, a un andamento di mercato sospetto e slegato da effettive motivazioni sostenibili.
Strumenti
Nel caso di volontà di affrontare direttamente e senza mediatori professionali o istituti specializzati il trading in ambito crypto, il consiglio è di utilizzare una piattaforma di trading — solitamente, fornita come servizio parallelo dai più noti exchange centralizzati — che permetta di usufruire di una strumentazione di base gestibile anche dall’utente non troppo esperto.
Il vantaggio di questi sistemi è certamente dato dall’elevata presenza di strumentazioni automatizzate, che consentono di vendere al momento opportuno, senza la necessità di rimanere incollati a uno schermo come invece accade — ma, come detto, entro range temporali molto definiti — per mercati come quello borsistico e azionario (che comunque si sono dotati di analoghi strumenti per l’investitore consumer).
Operazioni “stop” e “target”
Le due funzioni fondamentali che dovrebbero comparire nella “cassetta attrezzi” del medio investitore, ovvero “trader” con un certo portafoglio crypto, sono certamente quella di “stop loss” e di “target sell”, vale a dire rispettivamente quelle che presiedono la speculare vendita in caso di eccessivo ribasso (vendi e perdi il meno possibile) e rialzo (appena l’asset raggiunge un certo ammontare di prezzo, vendi).
ESEMPIO: Nell’immagine seguente vediamo proprio la dashboard di trading dell’exchange CryptoSmart, che riporta un grafico a candela (si veda spiegazione al paragrafo seguente) della coppia Bitcoin/Euro, e in alto tutte le svariate funzioni a disposizione dell’utente. Alla voce “Ordini”, in alto a destra, il trader potrà molto agevolmente seguire le tipologie di ordinativi di vendita che abbiamo descritto, che annoverano le funzioni “stop” e “target” descritte.
Si tratta di due funzioni che possono essere attivate anche contemporaneamente, al fine di vendere una certa quantità di asset (programmabile) sia nel caso vada sotto un certo prezzo base, sia nel caso superi un certo prezzo detto appunto obiettivo.
Lettura dei grafici a candela
Per quanto un corso sui grafici a candela sia chiaramente avulso dalla portata di questo articolo, essendo che le varie configurazioni dinamiche dei medesimi può raggiungere un grado di complessità piuttosto elevato, soprattutto nel campo della portata predittiva di certe configurazioni, una minima infarinatura può certamente giovare anche al novizio, che potrà interpretare con più consapevolezza gli andamenti registrati in siti specializzati e piattaforme dedicate.
Basti dire che i grafici a candela risalgono addirittura all’antico Oriente (usati soprattutto nelle quotazioni del riso), e raffigurano in modalità sintetica l’andamento del prezzo di un qualsiasi asset.
Ogni candela rappresenta una certa porzione temporale, registrata più o meno fittamente (ore, decine di minuti, o addirittura minuti, per non dire secondi nel caso di sistemi in grado di seguire capillarmente gli andamenti del mercato) a seconda della natura del grafico.
La candela rossa rappresenta in generale il segno negativo, la candela verde rappresenta il segno positivo. Il “corpo” della candela segna i dati di apertura e chiusura. Lo “stoppino”, invece, ossia quel segmento interno alla candela (da cui il nome), rappresenta il dato massimo e il dato minimo rispetto a quanto avvenuto nell’intervallo temporale descritto dalla candela stessa.
Pertanto, l’osservazione a colpo d’occhio di una candela verde, con stoppini lunghi, indica da subito che l’asset ha chiuso in positivo (il segmento rappresentato dal corpo candela) toccando però minimi e massimi elevati (la lunghezza dei due stoppini). Specularmente, una candela rossa indica lo stesso, ma con chiusura in negativo.
I grafici a candele, anche da un punto di vista strettamente visivo, con le loro colorazioni alternate e le loro altezze, nonché con l’alternarsi tra dati più visibili a livello “corpo candela” piuttosto che “stoppino” — a grandi linee interpretabili come andamento e volatilità — sono molto utili per valutare anche storicamente un certo asset, mettendolo in relazione a variabili macroeconomiche e di contesto.
Leva finanziaria: uno strumento da usare con estrema parsimonia
Il trading a leva finanziaria è una strategia di investimento che, in generale e non solo nel mondo crypto, permette di controllare una posizione più grande sul mercato con un capitale iniziale inferiore. Sono ormai varie le piattaforme che lo consentono, quindi vale la pena citarlo, sottolineando sia i pro che i contro.
In pratica, un soggetto terzo affiliato alla piattaforma di trading (notoriamente un broker) “presta a interesse” (nonché avendo un vantaggio sull’intera operazione anche in termini di guadagno percentuale) la somma che l’investitore non ha a disposizione per controllare una fetta maggiore del mercato relativo a una certa criptovaluta.
Supponiamo di voler acquistare 100 unità di una crypto che ha raggiunto la quotazione di 100 euro. L’importo sarebbe di 10.000 euro. Con una leva finanziaria di 1:10, invece, l’investitore mette solo 1.000 euro per controllare la stessa posizione. Il broker interviene coi restanti 9.000 euro. Di solito nel mercato crypto sono abbastanza diffuse le leve tipo 2X, 3X, fino a 5X. Altre “pezzature” sono da considerare con un certo sospetto.
Il vantaggio è proporzionalmente evidente in caso di “scommessa vinta” sull’andamento crescente di quella crypto, che si amplificano in ragione della “leva” di cui sopra.
Gli svantaggi però sono parecchi nel caso di “scommessa persa”, visto che l’erosione del capitale potrebbe sconfinare addirittura in una cosiddetta “margin call”, ossia una richiesta di depositare ulteriore denaro per mantenere una posizione aperta.
In caso contrario, ovvero in concomitanza con la mancata risposta alla “call”, l’intero capitale verrebbe peraltro perso.
In estrema sintesi, nel campo della leva finanziaria vale il principio che razionalmente domina qualunque dinamica di trading: più è alto il guadagno in caso di vincita, più è rischiosa l’operazione, e più c’è la possibilità di perdere l’intero capitale investito.
È fquindi ondamentale comprendere a fondo il suo funzionamento e i rischi connessi prima di utilizzarla. Assicurati di avere una solida conoscenza del mercato e una strategia di gestione del rischio ben definita.
Consigli pratici e conclusioni
Prudenza e attitudine al gioco. Un vecchio adagio, sempre valido, recita: “Investi solo quello che puoi permetterti di perdere.” Nel caso dell’effettivo trading, questo principio rimane assolutamente valido, e peraltro espresso per legge in opportuni disclaimer che tutti i soggetti a vario titolo implicati nella fornitura di servizi di trading devono evidenziare.
Conviene dunque destinare sempre a questa prassi delle cifre “ragionevoli” in relazione al proprio reddito, al proprio capitale di sicurezza, ai propri risparmi, e trattarle con la dovuta pazienza, senza pretendere di guadagnare tanto e subito.
Utilizzare leve finanziarie solo relativamente a posizioni che si vogliono letteralmente giocare sulla base di intuizioni ritenute forti e aderenti all’effettivo andamento di un certo mercato crypto.
Per il resto, attenersi a uno schema ragionevolmente orientato alla diversificazione di portafoglio, con intendimento di guadagnare il più possibile e di perdere il meno possibile. Strumenti di facile utilizzo come lo “stop loss order”, associato alla vendita a “target”, possono essere molto utili per automatizzare l’intero processo.
Anche nel campo crypto si sono consolidate pratiche tipiche del trading “comune”, come le vendite allo scoperto — relative a meccanismi di vendita cosiddetta “a margine” — relative a crypto sulle quali si scommette, all’opposto, un calo del valore.
In questo caso l’utente realizza un guadagno su prezzo corrente di asset che tecnicamente non possiede, ma che può farsi ancora una volta prestare da un broker.
Una volta calato il prezzo, l’utente salda il broker (pagando ovviamente una commissione sul prestito) di modo da staccare una plusvalenza sull’intera operazione.
Si tratta però di prassi tendenzialmente molto rischiose, che vedono come ovvio un’implicita competitività e competizione tra broker e utente, che potrebbe avere un esito estremamente sconveniente per il secondo in caso di andamento imprevisto.
Quindi le sconsigliamo caldamente, sottolineando l’importanza di mantenere il trading crypto su binari di ragionevolezza e soprattutto tranquillità personale.
Il trading di criptovalute offre un mix di opportunità e minacce. Prima di investire, è fondamentale comprendere i rischi e le potenzialità di questo mercato volatile. Una ricerca approfondita, una gestione del rischio prudente e la consapevolezza delle truffe sono essenziali per navigare con successo nel mondo delle criptovalute.
Il consiglio di un buon professionista, unito a strumenti di semplice utilizzo e a una buona dose della sopraccitata razionalità sono certamente gli ingredienti per avere ottime soddisfazioni anche in questo campo.
Filippo Albertin