Electrum Mobile: la versione portatile del wallet Bitcoin

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Electrum Mobile: la versione portatile del wallet Bitcoin, un’app semplice, sicura e leggera per gestire al meglio i nostri satoshi, con facilità ed efficienza.

Electrum è un apprezzato wallet non custodial per Bitcoin che abbiamo avuto modo di descrivere in modo estremamente particolareggiato in un articolo monografico (intitolato Electrum wallet Bitcoin: guida pratica all’uso). La versione descritta, tuttavia, faceva riferimento ad ambienti desktop – Windows, Mac, Linux – con relativi download da scaricare e usare come una comune applicazione “a tutto schermo”.

Tuttavia esiste di Electrum anche un’apprezzata versione “mobile”, che consente di sfruttare anche in movimento tutta la potenza e affidabilità del software. Esattamente di questo ci occuperemo in questo articolo, descrivendo ancora una volta le peculiarità più interessanti in un vero e proprio tutorial passo dopo passo.

Electrum mobile: primi passi…

Electrum Wallet Mobile è oggi disponibile solo per dispositivi Android, sia nello store ufficiale Gplay, sia in F-Droid, per chi intende essere più indipendente da “Big G”.

La prima cosa da fare è quindi scaricarlo dallo store di preferenza e istallarlo nel proprio smartphone, esattamente come una qualsiasi altra applicazione.

Una volta entrati, il sistema ci chiede di spuntare o meno una sezione detta “avanzata” (Advanced Network Settings). Il nostro consiglio per il principiante è di lasciare vuota la casella di spunta, andando a proseguire per una configurazione molto semplice e standardizzata.

Cliccando dunque su “Avanti” il sistema procede verso la schermata successiva, che porge un generico nome di nuovo wallet Bitcoin (di default “wallet_1”), che comunque possiamo a nostro piacere cambiare in una stringa di caratteri che abbia per noi più significato: “Mio Wallet”, “Bitcoin Electrum”, “Bitcoin Principale”, o qualsiasi nome suggerisca la fantasia. La grande comodità di Electrum Mobile è che supporta, esattamente come il fratello maggiore per desktop, più wallet contemporaneamente.

Una volta digitato il nome e cliccato su “Avanti” compare un’ulteriore schermata dove sono presenti quanttro opzioni: standard wallet, portafoglio con autenticazione a due fattori, portafogli multifirma, oppure la dicitura “importa gli indirizzi Bitcoin o le chiavi private”.

I primi tre fanno ovviamente riferimento alla creazione di una nuova locazione crittografica, di cui successivamente verranno date le parole della seed phrase, ovvero la chiave privata. La differenza tra le varie opzioni è il grado di sicurezza, determinato appunto da due opzioni successive e ulteriori allo standard di base: un criterio di autenticazione a due fattori (ossia un secondo fattore di controllo, di solito mail o numero di telefono, che però nel caso specifico di Electrum è fornito da TrustedCoin attraverso Google Authenticator, un’app che genera codici di firma ogni minuto sulla base di un QR-code inserito originariamente), oppure una soluzione di tipo “multisig”, vale a dire con più firme che devono collimare per avviare le transazioni.

La quarta opzione fa invece riferimento a chiavi private già in possesso dell’utente, ovvero a un processo di ripristino di wallet già aperti altrove. Questa procedura è per esempio perfetta per recuperare wallet dopo aver perso il relativo device, oppure per tornare in possesso della facoltà dispositiva su fondi che fino a quel momento sono stati unicamente accumulati.

Per comodità di spiegazione, scegliamo una procedura di creazione nuovo portafoglio che includa anche un layer secondario di sicurezza rappresentato da un’autenticazione a due fattori. In tal caso consigliamo di scaricare a parte Google Authenticator, app necessaria per “inizializzare” tale procedura dedicata ad Electrum.

Andando ulteriormente avanti il sistema ci chiede se intendiamo effettivamente usare un nuovo seed generato dal sistema attraverso una procedura interna a numeri casuali, oppure se possediamo già una seed phrase.

Clicchiamo sull’opzione “crea un nuovo seed” e andiamo ulteriormente avanti. Una schermata ci dice di annotare con estrema precisione – e rigorosamente su carta – le 12 parole che ci compaiono davanti. Cosa che faremo alla lettera e immediatamente.

A tale proposito, per avere dimestichezza col concetto operativo di seed phrase e per metterla in sicurezza consigliamo la lettura del nostro articolo dedicato: Seed phrase: la chiave della sicurezza del wallet

Il sistema a rigore ci porge anche uno spunta con scritto “extend seed with custom words”, una procedura di ulteriore sicurezza che però ora non ci interessa, e che lasciamo dunque vuota.

Cliccando ancora una volta su “avanti” ci troviamo al cospetto di una schermata di controllo, con una tastiera virtuale a schermo che ci chiede di ripetere parola per parola, lettera per lettera, ovviamente con tanto di spazi intermedi, la seed phrase, al fine di validare l’intera sua immissione nel wallet stesso.

Una volta scritta tutta la frase (dei suggerimenti discreti del sistema ci permettono di completarla in modo ottimizzato), clicchiamo su “avanti”, dirigendoci rapidamente verso una schermata che ci ricorda il contratto con Electrum (formule e frasi di rito, non particolarmente importanti, ma necessarie per legge)

Nella schermata successiva ci compare il QR-code relativo all’app di autenticazione. Se la stessa è presente in un altro device, allora è possibile direttamente inquadrarlo. Se invece il device è il medesimo, bisogna copiare a mano la stringa alfanumerica sottostante, e incollarla per ricevere il primo codice di sblocco.

Una volta inserito, il sistema ci chiederà semplicemente di proteggere il tutto anche con una password di base, che dovremo creare e confermare.

Una volta effettuata anche questa operazione il wallet è assolutamente pronto all’uso.

Le funzioni di base

La schermata del wallet che abbiamo creato è estremamente sintetica e spartana, esattamente come essenziale è Electrum anche nella forma desktop.

In alto a sinistra compare il nome del wallet. A destra un indicatore verde che permette di accedere a tre sottomenu: rete, preferenze e informazioni. Di queste tre la più interessante è “preferenze”, per il semplice fatto che permette di personalizzare il nostro wallet scegliento lingua, valuta fiat di riferimento, unità Bitcoin (per esempio, in alternativa ai BTC, anche subunità come i mBTC o i sats), il provider che si occupa di effettuare la valorizzazione al cambio istantaneo, più altre impostazioni più complesse che non costituiscono l’argomento di questo articolo.

Per tornare alla schermata principale basta semplicemente cliccare la freccia “indietro”, direttamente nel nostro device Android.

Al centro, come ovvio, abbiamo il saldo, nell’unità di misura scelta (esempio BTC) e nel cambio impostato (per esempio EUR).

In basso a sinistra compare l’icona “ricevi”, mentre a destra quella “invia”.

Cliccando su ricevi si apre un form che ci chiede se intendiamo stabilire da subito un importo, oppure lasciare in bianco per generare un QR-code generico e senza una richiesta specifica di fondi.

Se clicchiamo appunto su “ricevi” e chiediamo successivamente di generare il QR-code senza altre specifiche, nella schermata successiva ci compare effettivamente il QR-code da presentare a colui che deve inviarci la transazione richiesta. Possiamo agevolmente scegliere se utilizzare effettivamente la comoda versione “grafica” leggibile dagli appositi software ottici, oppure limitarci alla stringa dell’indirizzo, da copiare, incollare, inviare, etc…

Le funzioni avanzate

Come nella versione desktop, anche in quella mobile sono presenti interessanti funzioni che, nonostante la veste tendenzialmente minimalista e spartana dell’app, permettono di fare praticamente qualsiasi cosa abbia a che fare con un ottimo wallet Bitcoin.

Pigiando sul nome del wallet, in alto a sinistra, compaiono dei sottomenu che permettono di vedere i vari indirizzi generati dalla chiave privata (utilizzabili alternativamente per ragioni di privacy), oppure generare una firma di opportuno messaggio in grado di verificare – per esempio al cospetto di un exchange che lo richieda prima di inviarci dei fondi in sats – l’effettiva proprietà di quello specifico wallet, oppure scorrere tra i vari wallet gestiti dall’app (che sappiamo essere sostanzialmente quelli che desideriamo).

Analogamente, passando al pulsante in alto a destra, possiamo come detto muoverci all’interno di sottomenu che ci consentono di gestire numerose funzioni avanzate di rete, nonché personalizzazioni anche ben ulteriori a quelle basiche poco fa descritte. Per esempio, la protezione delle transazioni con un altro PIN, il limite percentuale di commissione per utilizzo di protocollo Lightning Network (gestibile direttamente in app), nonché una serie di ulteriori funzioni di sicurezza, oppure destinate ai più esperti,inclusi gli sviluppatori.

Conclusioni

La versione mobile di Electrum presenta praticamente tutte le funzioni utili per gestire al meglio i propri fondi in satoshi. Se da un lato l’intera interfaccia può apparire scarna ed essenziale, dall’altro essa nasconde numerose funzioni, tali da renderla un vero e proprio “coltellino svizzero” per l’ecosistema Bitcoin.

L’architettura generale del wallet, essendo “Bitcoin-only”, ossia avendo scelto di operare con una sola crypto, al contrario di molti concorrenti che privilegiano la soluzione a più criptovalute in una sola app, tende ad essere preferita proprio dai bitcoiner in quanto più semplice e robusta, dunque statisticamente meno assoggettabile a possibili attacchi attraverso eventuali vulnerabilità del sistema.

Il grande vantaggio è certamente l’estrema leggerezza del software, e la possibilità di portarlo con sé ovunque come banale app smartphone, gestendo transazioni in entrata e in uscita nella più totale mobilità e comodità.

L’uso è intuitivo, con una veste grafica assolutamente scarna, che rende praticamente impossibile compiere errori.

Parallelamente, un sistema altamente modulabile e personalizzabile di sistemi stratificati – password, PIN, un fattore secondario di autenticazione gestito attraverso app separata, nonché le architetture a multi-firma, che permettono l’accesso dispositivo solo in ragione di un secondario intervento di altra chiave privata, più altre metodologie minori – caratterizza il sistema come uno tra i più gettonati in materia di sicurezza e affidabilità.

Riassumendo, un ottimo standard per Bitcoin, consigliabile tanto ai neofiti che muovono i primi passi, quanto agli utenti più esperti, che sapranno esplorare e utilizzare le funzioni più articolate e complesse.

Filippo Albertin

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