Tether e Lightning Network: nuova frontiera dei pagamenti

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Tether e Lightning Network: la nuova frontiera dei pagamenti planetari, con un grado di innovazione che può veramente cambiare radicalmente le regole del gioco nei circuiti di transazione.

Nel giro di soli due giorni è diventata la notizia crypto del momento, tanto da influenzare una nuova potenziale risalita del prezzo Bitcoin accanto a un rilancio ulteriore della tematica criptovalute, sovrapposto al grande fermento già in corso in seguito alle note svolte statunitensi.

Parliamo di Tether, il colosso mondiale delle stablecoin, che a sorpresa ha annunciato di voler portare sulla Lightning Network di Bitcoin il suo dollari digitale USDT.

La notizia, ovvero la citata tecnologia e la sua implementazione concreta, è quella che come ovvio in tantissimi si aspettavano da anni: la possibilità di avere una moneta stabile perfettamente integrata nel protocollo Bitcoin, e nel contempo in grado di usufruire delle transazioni a commissioni praticamente nulle tipiche dell’architettura Lightning Network, il tutto con una velocità incredibilmente superiore a quella della relativa mainnet. Un’idea tra il sogno e la teoria…

La portata dell’innovazione, che in questi ultimi giorni si è rivelata concretamente al vaglio di una sua implementazione pratica, è piuttosto evidente. Siamo letteralmente al cospetto di un nuovo standard di pagamento, che grazie all’accoppiata vincente tra oro digitale (Bitcoin, appunto) e moneta stabile (USDT) permette non solo di avere una reale e completa banca a portata di wallet tascabile, ma anche di utilizzare questa “banca” sia come strumento di pagamento paragonabile a una comune carta di credito o debito, sia come modalità di investimento, il tutto in via decentralizzata.

In questo articolo andremo a vedere i dettagli di questo annuncio, andando anche a citare le circostanze parallele che hanno accompagnato la sua formulazione e comunicazione al vasto pubblico, in quello che – lo ricordiamo a latere – risulta essere per la stessa Tether un periodo di grandi cambiamenti e svolte.

Tether: dai tropici con amore…

Siamo nella “nuova” El Salvador vivificata (dopo un periodo piuttosto oscuro) dall’avvento del Bitcoin a corso legale, da poco nuova sede di Tether dopo la tanto discussa permanenza dell’azienda nelle Isole Vergini. E’ il 30 gennaio 2025, e siamo alla chiusura dei lavori del Plan B Network, sigla diventata ormai iconica, ovvero il meeting formativo più celebre e blasonato nell’universo della moneta di Satoshi Nakamoto.

La più grande azienda nel settore degli asset digitali si appresta a dare la notizia che tutto il mondo crypto, più che aspettarsi, letteralmente sogna come ultima frontiera dei pagamenti a base di decentralizzazione e libertà finanziaria. Una notizia che fino a poco tempo fa sembrava impossibile, ovvero legata a elucubrazioni più teoriche che pratiche.

L’annuncio è secco e inequivocabile: i dollari digitali di Tether saranno inclusi nell’ecosistema di Bitcoin, integrando sia il livello base che lo strato conosciuto come Lightning Network, tecnologia da tempo usatissima soprattutto nei micropagamenti al di sotto dei 200 dollari circa.

Non parliamo dunque solo delle grandi transazioni finanziarie tra aziende e istituzioni, basate su mainnet e confinate al solo BTC, ma anche e soprattutto delle numerosissime transazioni che interessano la vita quotidiana, il pagamento del pieno di benzina o del caffè al bar, della spesa al supermercato o della bolletta telefonica. In altri termini una rivoluzione.

Dalle parole di Paolo Ardoino, CEO Tether, sembra che il costrutto tecnologico in grado di realizzare questo sogno sia supportato da un nuovo protocollo potenziato derivante dal noto Taproot, denominato “Taproot Assets”, sviluppato da Lightning Labs. Un dettaglio tecnico che segna anche l’avvio indiscusso di una collaborazione sempre più stretta tra le maestranze di entrambe le aziende.

Nello specifico, questa integrazione combina l’incomparabile decentralizzazione e sicurezza di Bitcoin con la velocità e la scalabilità della Lightning Network, ridefinendo il funzionamento dei stablecoin all’interno dell’ecosistema di Bitcoin.

E con tutta probabilità rilanciando lo stesso concetto di “moneta decentralizzata stabile” all’interno di un novero sia operativo che concettuale molto più vasto, e ulteriore all’utilizzo in altri ambiti, già acquisiti e in certo senso storicizzati (trading, DeFi, fornitura di liquidità per operazioni collaterali in exchange e affini, etc…).

Una volta pienamente integrato, il token USDT funzionerà appunto senza problemi sul livello base di Bitcoin – ereditandone sicurezza e decentralizzazione più di ogni altro protocollo – e sulla sua rete di secondo livello, la Lightning Network, adatta appunto a garantire la piena operatività per tutti i pagamenti possibili e immaginabili.

Tether e LN: la portata della tecnologia e le sue conseguenze

Immaginando la più grande stablecoin al mondo, che già serve oltre 350 milioni di utenti e continua ad avere un ruolo cruciale nelle economie dei paesi in via di sviluppo, che allarga i suoi orizzonti a un sistema di pagamento così versatile, comodo, economico e senza confini, non è difficile convincersi di quanto questa notizia stia facendo il giro del mondo, mietendo entusiasmi senza fine.

Sviluppatori e utenti potranno godere dell’affidabilità senza pari di Bitcoin insieme all’efficienza e alla versatilità dei pagamenti abilitati da Lightning; una condizione al contorno di certo destinata a rafforzare in modo determinante (per non dire definitivo) il mercato delle crypto, l’adozione globale come mezzo di pagamento universalmente accettato, nonché la nascita di nuovi mercati e attività imprenditoriali facilitate dai grandi vantaggi dell’innovazione.

Con Bitcoin che continua peraltro la sua corsa al rialzo della domanda sia tra le istituzioni che tra i trader al dettaglio, questa integrazione posiziona USDT come componente essenziale dei sistemi finanziari basati su Bitcoin stesso: un’assoluta novità, che ridefinisce la storica “amicizia” tra Tether e Bitcoin anche oltre le direttrici classiche.

Taproot Assets migliora infatti la funzionalità di Bitcoin permettendo il supporto per asset tokenizzati, ma come anticipato mantiene la natura “pura e decentralizzata” della blockchain originaria, rendendo di fatto Tether “il Bitcoin stabile di breve e medio periodo”…

Questa integrazione fornisce una soluzione di pagamento scalabile e fluida, alimentando l’economia a base tecnologica e sbloccando nuovi casi d’uso, inclusi microtransazioni, rimesse e regolamenti transfrontalieri efficienti.

In occasione dell’annuncio, Elizabeth Stark, CEO di Lightning Labs, ha affermato: “La data odierna segna una nuova era per le stablecoin, ovvero per Tether. Portare USDT su Bitcoin significa combinare la sua intrinseca sicurezza e la decentralizzazione con la velocità e la scalabilità di Lightning. Col valore aggiunto rappresentato dal fatto che milioni di persone ora potranno utilizzare la blockchain più aperta e sicura per inviare dollari globalmente. Tutto, in definitiva, torna a Bitcoin!”

Tether e Lightning Labs – continuando a citare i concetti espressi da Paolo Ardoino e confermati da Elizabeth Stark – continueranno a collaborare strettamente per migliorare l’ecosistema, ovvero per garantire un’adozione senza soluzione di continuità di questo nuovo “super-protocollo”, nonché un costante e robusto supporto tecnico per sviluppatori e utenti.

Sul piano dell’adozione, mano a mano che USDT diventerà operativo sulla Lightning Network questa integrazione andrà ad aprire nuove opportunità per un’adozione più ampia di Bitcoin nei sistemi finanziari quotidiani, con l’avvicinamento di un orizzonte che anche solo qualche anno fa sembrava quasi fantascientifico: l’idea di uno “standard” Bitcoin universalmente utilizzato, tanto da avvicinare il concetto di economia circolare a quello di economia globale.

Conclusioni

L’apporto del nuovo protocollo Taproot Assets alla costruzione di un sistema di pagamento in grado di integrare Bitcoin, Lightning Network e Tether si preannuncia dalle primissime battute un’innovazione in grado di funzionare come vera e propria “killer app” non solo nel mercato delle crypto, ma all’interno del ben più vasto panorama economico e finanziario globale.

I forti interessi di Tether nei paesi in via di sviluppo e nelle economie emergenti fa presupporre una letterale esplosione delle medesime, attraverso il crescente apporto relativo all’uso corrente, e sempre più agevole, versatile e a bassissimo costo, degli asset digitali.

Quanto alle economie occidentali, di certo questa rivoluzione andrà a rafforzare tutti quei progetti dove Tether ha investito fortemente, sia a livello strettamente tecnologico che formativo e divulgativo: basti pensare alla presenza come sponsor di riferimento nel Plan B luganese.

Siamo quindi certamente agli inizi di una nuova rivoluzione, che per molti versi può essere paragonata all’uscita del protocollo dello stesso Satoshi Nakamoto. Ovvero, possiamo intendere tale rivoluzione come sintesi di tre idee diverse, ma sinergiche: quella di oro digitale decentralizzato, quella di strato secondario per rendere le transazioni rapide, economiche e veloci, e quello di token con collaterale fisico rappresentato da valuta corrente. Tre versanti che oggi diventano uno, e rischiano veramente di trasformare in via definitiva l’intero mondo dell’economia e della finanza globale.

Filippo Albertin

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