Prestiti garantiti da Bitcoin: come funziona il credito che non passa dalle banche

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Le criptovalute riscuotono da anni l’interesse crescente di un pubblico di investitori sempre più vasto e non sono più, in molti casi, trattati esclusivamente come asset speculativi. In molti li detengono per la capacità di generare reddito o altro tipo di beneficio, come accade nel caso dei prestiti garantiti da Bitcoin o, più in generale, da criptovalute. In inglese, il fenomeno prende anche il nome di “crypto lending” o “crypto-backed loans”. Un affare fiutato persino dalla finanza tradizionale, tant’è che nell’estate di quest’anno ha fatto scalpore l’annuncio di JP Morgan circa l’offerta di un servizio di questo genere.

Cosa sono e come funzionano i prestiti garantiti da Bitcoin

I prestiti garantiti da Bitcoin sono finanziamenti erogati a favore di un soggetto, in cambio della garanzia da questi offerta attraverso il deposito della criptovaluta come collaterale. Si tratta di una forma evoluta di cosiddetto prestito lombard, che consiste nel prestare denaro dietro una garanzia reale. Chi possiede token digitali e necessita per qualche motivo di liquidità, non deve necessariamente rivenderli. Può consegnarli in custodia a soggetti terzi, che agiscono esattamente come una “clearing house” nel mondo della finanza tradizionale. Essa funge da controparte per ciascuna delle due parti: debitore e creditore.

Il ruolo fondamentale del Loan-to-Value (LTV)

Come avviene per i mutui immobiliari, i prestiti garantiti da Bitcoin sono erogati per un importo inferiore al controvalore corrente di mercato della criptovaluta. E’ un modo per ridurre il rischio di controparte. Se il debitore non paga, il creditore ha la facoltà di escutere il collaterale e può così rifarsi del capitale ancora dovutogli rivendendolo. Poiché un asset può perdere valore dal momento in cui il prestito viene erogato, diventa opportuno riservarsi un margine per evitare di subire perdite nel caso avverso. Se per un mutuo in Italia l’erogazione mediamente arriva fino all’80% del valore dell’immobile, nel caso dei Bitcoin il Loan-to-Value (LTV) scende a valori assai inferiori: 25-60%. Ed è raro che si spinga fino al 70% o più.

Per fare un esempio, se un investitore possiede Bitcoin per un controvalore di 100.000 euro, può ricevere un prestito che, a seconda dei casi, varia da 25.000 a 60/70.000 euro. La logica sottostante è nota anche come over-collateralizzazione, vale a dire di un margine elevatissimo a favore del creditore. Questo si ha per due ragioni essenziali: il mercato delle crypto è relativamente nuovo e questo genere di prestiti risulta ancora poco sviluppato rispetto al mercato del credito tradizionale. Ciò comporta che vi siano pochi soggetti disponibili a prestare denaro dietro una garanzia di questo tipo. Inoltre, le criptovalute sono asset caratterizzati da forte volatilità, per cui è perfettamente comprensibile che i prestiti da esse garantiti presuppongano margini elevati, ossia LTV bassi.

Come funzionano le liquidazioni

Esattamente come nel caso di un contratto finanziario classico, quando il valore di mercato del sottostante scende sotto il margine pattuito, la piattaforma richiederà al debitore di ricostituire quest’ultimo (“margin call”). Se ciò non avviene, automaticamente la garanzia viene escussa, vale a dire che la criptovaluta in custodia viene liquidata per coprire il prestito. Ad esempio, se Tizio possiede un Bitcoin da 100.000 euro e gli è stato concesso un prestito garantito per 40.000 euro (LTV al 40%), nel caso in cui il valore di mercato scendesse a 80.000 euro, il LTV salirebbe al 50%. Avrebbe due scelte dinnanzi a sé: o rimborsare parte del prestito (8.000 euro) o depositare altri 0,25 Bitcoin a garanzia fino a ricostituire il LTV al 40%.

Perché questo schema è reciprocamente vantaggioso

I prestiti garantiti da Bitcoin rappresentano un’opportunità per entrambe le parti. I possessori non sono costretti a liquidare l’asset per ricevere liquidità. Così facendo, possono evitare il pagamento delle imposte dovute sulle eventuali plusvalenze maturate (in Italia sono state fissate al 26%) e, soprattutto, sfruttare i possibili movimenti rialzisti per continuare a guadagnare in futuro. I creditori hanno la possibilità di prestare denaro a tassi di interesse relativamente elevati, visto che questi variano in media dal 5% al 15%. E le scadenze sono tipicamente medio-brevi, di 18-24 mesi. Le alternative per gli asset a medio-basso rischio risultano meno generose. In un contesto di crescita per le criptovalute, il rischio che si addossa chi eroga denaro si abbassa e questo spiega il trend in crescita degli ultimi mesi.

Fenomeno in crescita: numeri

Il mercato dei prestiti garantiti da Bitcoin è ancora relativamente acerbo, sebbene i numeri inizino a farsi importanti. Nel corso del 2025, ha raggiunto le dimensioni di 73,5 miliardi di dollari, superando il precedente record di 64,4 miliardi del 2021. Da notare che alla fine del 2024 era sceso a 36,5 miliardi. Questi dati ci confermano che il trend dei prezzi incide sui volumi erogati. Quando i primi scendono, si trovano minori soggetti disposti a prestare denaro dietro la garanzia di un cripto-asset. E probabilmente anche gli stessi possessori preferiscono rivendere, nutrendo dubbi sui livelli futuri dei prezzi. Viceversa, quando i prezzi salgono.

Prestiti garantiti da Bitcoin possibile svolta per il mercato crypto

Questo fenomeno può rappresentare una svolta per il mercato delle criptovalute. Anzitutto, perché i token digitali smettono di essere considerati asset morti o dormienti. Poiché non offrono rendimento alcuno fino all’eventuale realizzazione dei guadagni con la rivendita, spesso c’è titubanza nell’investirvi e si preferisce optare per asset tradizionali come i bond. Questa opportunità, specie se sviluppata, potrà avvicinare una fetta di investitori per via dei minori rischi legati alla liquidazione nel caso in cui sorgesse l’esigenza di denaro. Allo stesso tempo, avvicina il capitale istituzionale, che già ha iniziato a fiutare le potenzialità di guadagno all’infuori del mercato del credito tradizionale. Pensate anche a quanti portafogli potranno restare investiti più a lungo, venendo meno l’esigenza di disinvestire per ragioni di liquidità. Con il tempo, questo fenomeno potrebbe contribuire a ridurre la volatilità dei prezzi.

Attorno alle criptovalute così si viene a creare un ecosistema finanziario completo, che spazia dalla riserva di valore nel tempo alla capacità di generare credito, avvicinandosi agli strumenti di liquidità offerti dalle banche. L’evoluzione potrà accelerare nel prossimo futuro, grazie alla regolamentazione da poco approvata negli Stati Uniti e che nei fatti riconosce la legalità di questo nuovo asset. Il Genius Act introduce, in particolare, l’obbligo per le “stablecoin” di copertura integrale attraverso l’asset sottostante a cui sono agganciate. Trattandosi nei fatti di dollari sotto altra forma, qui il mercato dei prestiti garantiti può compiere passi da gigante in breve tempo.

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