Bitcoin e la svolta inglese: dalla Brexit al crypto-friendly

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Bitcoin ha rivoluzionato l’economia globale, ma è evidente quanto la sua azione abbia coinvolto i singoli paesi con velocità diverse di adozione. Il panorama della finanza digitale globale è come ben sappiamo in una fase di rapida ridefinizione, una dinamica segnata da crescente pressione per l’istituzionalizzazione degli asset basati su Distributed Ledger Technology (DLT). Nel panorama che a grandi linee conosciamo, fatto di USA, area latinoamericana, Asia, Europa e paesi emergenti, un soggetto che in fondo mancava dalle nostre disamine macroeconomiche era quello britannico. Infatti, a seguito della Brexit, il Regno Unito si è trovato come ovvio naturalmente disallineato dal Regolamento MiCA (Markets in Crypto Assets) dell’Unione Europea, creando un significativo gap regolamentare.

Questo articolo analizza la risposta strategica del Governo e dell’HM Treasury, volta a implementare un quadro normativo bespoke (letteralmente, su misura) entro il 2027. La decisione è guidata dall’imperativo di recuperare il terreno perduto nella competizione globale con hub finanziari come New York e Francoforte, offrendo certezza regolamentare come catalizzatore per l’innovazione, l’attrazione di capitali e la protezione degli investitori.

Ricordiamo infatti quanto siano innumerevoli i soggetti imprenditoriali e microimprenditoriali britannici che si sono mossi con estremo successo nel campo crypto, sfornando prodotti e servizi che oggi risultano all’avanguardia, e impongono uno scenario normativo al passo col resto del mondo.

L’analisi di seguito proposta approfondisce l’architettura normativa che è stata presentata, le sfide di implementazione, l’impatto geopolitico e i fattori critici di successo per il mantenimento della market relevance di Londra nel Web3 e nella Tokenizzazione degli Asset Reali (RWA).

Paradosso post-Brexit e necessaria sovranità normativa

Il Regno Unito, storicamente avanguardia della finanza globale, sta affrontando un momento cruciale per la sua governance sugli asset digitali. L’uscita dall’Unione Europea (UE) ha rimosso l’obbligo di adottare in toto il MiCA, consentendo a Londra di perseguire una politica legislativa autonoma. Tuttavia, questa libertà ha generato una temporanea incertezza regolamentare che ha favorito le giurisdizioni UE.

L’obiettivo strategico del Governo è duplice. Da un lato prevenire la migrazione di imprese crypto-native e fintech verso l’UE o altre giurisdizioni più chiare. Dall’altro lato affermare la leadership tecnologica per creare un ecosistema regolamentato per area criptovalute che sia sufficientemente flessibile per supportare l’innovazione DLT, in particolare nei settori della DeFi (Finanza Decentralizzata) istituzionale e della tokenizzazione RWA.

Il piano, con un deadline fissato per il 2027, non è solo una correzione di rotta, ma un tentativo ambizioso di riaffermare la supremazia finanziaria di Londra nell’era digitale.

Disgiunzione MiCA e normativa bespoke

MiCA stabilisce un quadro unitario e armonizzato per i Crypto-Asset Service Providers (CASPs) nell’UE, introducendo concetti come l’autorizzazione unica (passporting) e requisiti specifici per diverse categorie di token (es. Asset-Referenced Tokens o ARTs, E-Money Tokens o EMTs). L’assenza di un regime equivalente nel Regno Unito ha sottoposto le imprese operanti a Londra a fronteggiare con strumenti propri un mosaico di normative parziali e spesso non specifiche, sotto la vigilanza della Financial Conduct Authority (FCA) e, per alcuni aspetti, della Bank of England (BoE).

Le piattaforme di scambio crypto e i fornitori di custodial services in UK hanno dovuto navigare tra requisiti anti-money laundering (AML) molto rigorosi, senza la chiarezza sulle norme di condotta, requisiti prudenziali e governance che MiCA sta per imporre in Europa. Questa incertezza ostacola l’adozione istituzionale, poiché le grandi banche e asset manager richiedono un framework giuridico robusto prima di allocare capitali significativi.

Approccio “Same Risk, Same Regulatory Outcome”

Il Regno Unito ha scelto un percorso di integrazione normativa piuttosto che di creazione ex novo. La strategia si basa sul principio espresso nella perifrasi “same risk, same regulatory outcome”, e si muove integrando gli asset digitali all’interno del quadro esistente: il Financial Services and Markets Act (FSMA).

L’HM Treasury sta agendo per modificare l’FSMA per espandere la definizione di “strumento finanziario” includendovi esplicitamente gli asset digitali in base alla loro funzionalità economica. L'”on-boarding” degli asset digitali nel regime FSMA garantisce che le regole di condotta, i requisiti di adeguatezza patrimoniale (capital adequacy) e la protezione degli investitori (es. il Financial Services Compensation Scheme – FSCS) possano essere applicati con coerenza.

La corsa alla regolamentazione è in gran parte una risposta al rischio di perdita di preminenza di Londra, il cui status di polo finanziario globale è sfidato su più fronti, basti pensare al polo ticinese corroborato dall’ormai proverbiale azione del PlanB promosso da Tether, nonché alla fortissima concorrenza delle aree ex sovietiche, diventate in poco tempo veri e propri paradisi del fin-tech.

Fronte europeo e ascesa di Francoforte

L’implementazione del MiCA da parte dell’Unione Europea facilita l’emergere di un polo crypto-friendly guidato da piazze come Francoforte. La Germania, con una lunga tradizione di integrazione tra finanza e tecnologia, ha già adottato una legislazione avanzata in materia di custody (custodia) degli asset digitali.

Il passporting MiCA offre alle imprese una scalabilità continentale immediata che il Regno Unito, al momento, non può replicare. Le fintech e le venture capital tendono a gravitare verso mercati che offrono il più grande potenziale di crescita senza barriere normative interne.

Londra deve offrire un value proposition superiore, probabilmente attraverso tax incentives e un regime normativo più snello e favorevole all’innovazione (il cosiddetto “Regulatory Sandbox Plus”) per compensare la mancanza di accesso al mercato unico UE. La via sembra costituire una vera e propria necessità non più aggirabile.

L’area nordamericana istituzionalizzata

Come più volte detto e approfondito in svariati articoli dedicati, gli Stati Uniti, pur con un quadro normativo frammentato (SEC vs. CFTC), hanno dimostrato un’accelerazione nell’adozione istituzionale. L’approvazione degli ETF Spot su Bitcoin ha sbloccato miliardi di dollari di capitali istituzionali. Si veda a tale proposito anche i passi in avanti univocamente decretati dal Genius Act.

Il progresso statunitense nella tokenizzazione di obbligazioni, immobili e altri asset tradizionali su blockchain istituzionali (come in alcuni progetti di J.P. Morgan e BlackRock) rappresenta il futuro dell’infrastruttura di clearing e settlement.

Se Londra non riesce a stabilire un framework che supporti pienamente questa transizione verso l’infrastruttura RWA, rischia di essere bypassata e di perdere il contatto con i flussi di capitale e l’innovazione tecnologica che emergono dalla piazza di New York, già oggi proiettata a intercettare le economie emergenti e le vicine innovazioni in area latinoamericana, prima fra tutte quella di El Salvador.

Certezza regolamentare come value proposition

Il tema conduttore portante della strategia UK è la fornitura di Regulatory Certainty (ossia, certezza normativa). Dice Rachel Reeves, cancelliere dello scacchiere: “Dobbiamo offrire alle società delle regole chiare, e stiamo offrendo la certezza di cui hanno bisogno per investire, per innovare e per creare posti di lavoro altamente qualificati qui nel Regno Unito, mentre diamo a milioni di utenti delle protezioni forti, chiudendo fuori dal mercato UK gli operatori truffaldini.”

La certezza giuridica è l’asset primario per attirare investimenti a lungo termine. La regolamentazione non è quindi un ostacolo, ma un “catalizzatore di fiducia” che trasforma il rischio percepito in rischio gestibile per gli operatori istituzionali.

Orizzonte 2027 e rischi di obsolescenza

L’orizzonte temporale del 2027 per la piena operatività del nuovo regime normativo è indicativo della complessità legislativa, ma solleva preoccupazioni critiche riguardo alla sua tempestività.

Il settore DLT e la Finanza Decentralizzata (DeFi) evolvono a un ritmo radicale, spesso definito come “innovazione dirompente”. Concetti come DAO (Decentralized Autonomous Organizations), Layer 2 Scaling Solutions e protocolli di governance on-chain possono rendere de facto obsoleta una legislazione che impiega anni per essere finalizzata.

Un ritardo legislativo porta a un regulatory lag, dove la legge è sempre un passo indietro rispetto all’innovazione. Il Regno Unito deve integrare meccanismi di “Future-Proofing” nella sua normativa, adottando principi anziché regole troppo rigide, per consentire alla FCA di adattare rapidamente le linee guida senza dover attendere nuove modifiche statutarie.

Protezione e integrità del mercato

Il ritardo è anche un sintomo della meticolosa attenzione dedicata alla protezione del consumatore e all’integrità del mercato. Il rafforzamento dei poteri della FCA è centrale in questa strategia. Standard rigorosi saranno applicati agli operatori crypto per garantire la loro competenza, integrità e stabilità finanziaria, in linea con i fit and proper tests applicati ai dirigenti di istituti bancari. Norme dettagliate sulla promozione degli asset digitali, sui conflitti di interesse e sulla gestione operativa dei dati dei clienti sono essenziali per isolare gli “operatori truffaldini” di cui sopra.

La BoE e la FCA stanno collaborando per definire un regime per le Stablecoin, in particolare quelle “sistemiche” che potrebbero avere un impatto sulla stabilità finanziaria, come più volte rimarcato anche da noi in svariati articoli monografici, tra cui questo (LINK articolo ascesa stablecoin)

Prospettive e fattori critici di successo

Il percorso regolamentare del Regno Unito entro il 2027 è una scommessa strategica che determinerà il suo posizionamento per il prossimo decennio. Per trasformare l’obiettivo del 2027 in realtà competitiva, il Regno Unito deve focalizzarsi sui seguenti FCS:

Agilità Legislativa (Adaptive Regulation): Adottare un approccio basato sui principi e delegare ampi poteri esecutivi alla FCA per l’implementazione dettagliata e l’aggiornamento rapido delle linee guida (Rulebook), superando la lentezza del processo statutario.

Cooperazione Inter-Regolatore (Regulatory Triangulation): Garantire un allineamento senza frizioni tra HM Treasury (politica), FCA (condotta e vigilanza prudenziale) e BoE (stabilità finanziaria, Stablecoin e CBDC) per evitare sovrapposizioni o lacune normative (loophole).

Equilibrio Pro-Innovazione/Protezione (Balanced Framework): La normativa deve essere chirurgica. Se eccessivamente restrittiva sulla DeFi, rischia di spingere l’innovazione off-shore. Se troppo permissiva, compromette la fiducia istituzionale. La chiave è distinguere tra protocolli Permissionless e servizi Permissioned che interagiscono con la finanza tradizionale (TradFi). La decisione UK avrà effetti a cascata ben oltre i suoi confini. Il framework bespoke UK stabilirà un modello di competizione diretta e concettuale con il modello MiCA dell’UE. Sarà un laboratorio per valutare se un approccio di integrazione è superiore a uno stand-alone (MiCA).

La chiarezza normativa sulla Tokenizzazione degli Asset Reali è essenziale. Il UK ha il potenziale di diventare il benchmark per la standardizzazione di questi mercati emergenti, a patto che la sua legislazione sia compatibile con gli standard globali (es. IOSCO, G20).

Conclusioni

Il Regno Unito si trova a un bivio. La decisione di implementare un quadro normativo DLT entro il 2027 è una mossa obbligata per capitalizzare sulla sua indipendenza post-Brexit e proteggere la sua posizione nel G-7 finanziario. La sfida non è solo cosa regolamentare, ma come e con quale rapidità.

Solo un framework che combini la robustezza dei fit and proper tests della FCA con un’agilità senza precedenti nel rispondere alle innovazioni della DLT potrà garantire a Londra di mantenere la sua market relevance e di affermarsi come il polo normativo “gold standard” per il futuro della finanza digitale.

Filippo Albertin

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