Investimenti a lungo termine o a breve, ecco come orientarsi sui mercati

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Le famiglie sono generalmente soggetti cosiddetti in surplus, cioè che dispongono di entrate superiori ai consumi. La differenza si definisce risparmio ed è vitale per qualsiasi sistema economico. Senza risparmi non è possibile la formazione di capitali, necessari alle imprese (soggetti in deficit) per investire e contribuire così allo sviluppo dell’economia. Tuttavia, serve che i risparmi si traducono in investimenti, affinché cioè diventi possibile. A ciò pensano gli intermediari finanziari, siano essi banche, assicurazioni, fondi di investimento, ecc. Fanno da anello di congiunzione tra domanda e offerta di denaro. Ma è appropriato effettuare investimenti a lungo termine o a breve? Questa è una delle prime domande che si pongono coloro che cercano di impiegare la liquidità. Anzi, viene probabilmente prima di quella che riguarda il tipo di asset su cui puntare. E le due cose si tengono assieme.

Investimenti a breve termine, vantaggi e rischi

Non esiste una risposta valida per tutti. Gli investimenti a breve termine servono per mettere a frutti i risparmi, consentendo di restare in buona sostanza liquidi. Un tipico esempio può essere l’acquisto di Bot o BTP con scadenze medio-brevi. Pur non essendovi una definizione formale, possiamo grosso modo affermare che l’orizzonte temporale di cui stiamo parlando arriva fino ai 2 anni. Questa opzione ha i suoi vantaggi. Il primo è che non ci si priva della liquidità per un lungo periodo. Spesso si devono fronteggiare eventi e spese imprevisti, che costringono a disinvestire. Nel caso degli impieghi a breve termine, le perdite tendono ad essere eventualmente contenute o anche nulle.

Un altro vantaggio risiede nel fatto che il rischio sostenuto è basso. Quando ci si espone per un periodo breve, le oscillazioni di mercato tendono ad essere modeste e gli stessi strumenti finanziari comportano meno insidie. Pensate ad un’obbligazione privata o anche a un titolo di stato: il rischio di credito nell’immediato è basso, mentre sale con gli anni. Nel lungo periodo sono così tante e tali le variabili che influiscono sulle capacità finanziarie di un soggetto da non poter essere previste tutte e per tempo.

L’altra faccia della medaglia è il basso rendimento. “Chi non risica, non rosica”, afferma un vecchio proverbio. Gli investimenti a breve termine saranno anche vantaggiosi sotto il profilo del rischio, ma offrono rendimenti bassi. Ed è normale che sia così, dato che per loro natura sono più che altro a reddito fisso. Acquistare titoli azionari non è mai saggio, se si ha un orizzonte corto. In caso di perdite, non ci sarebbe il tempo necessario per attendere che risalgano e almeno conservino il valore del capitale iniziale.

Investimenti a lungo termine, perché convengono

Ecco la ragione per cui gli investimenti a lungo termine risultano necessari ad entrambe le parti del mercato. All’investitore consentono di realizzare guadagni più alti, pur a fronte di un rischio di credito maggiore, e a chi riceve le risorse si offre l’opportunità di impiegarle per un periodo prolungato, riuscendo così a programmare le proprie attività in un’ottica meno legata alle contingenze. Quali asset si prestano per un orizzonte lungo, cioè di almeno 5 anni e fino a diversi decenni di durata? Senza dubbio le azioni, che essendo titoli di partecipazione al capitale, presentano un certo rischio e nel breve possono essere soggette a volatilità e perdite. Infatti, si dice spesso che il mercato azionario nel lungo periodo tende sempre a fare guadagnare chi investe. Ma per l’appunto è necessario attendere anche molti anni prima di coprire eventuali perdite e riuscire a mettere a frutto il capitale impiegato.

Occhio alle obbligazioni con cedole basse

Le stesse obbligazioni a lunga scadenza sono investimenti a lungo termine idonei per chi volesse tenere il grado di rischio sotto controllo. Ma bisogna fare attenzione. Ha senso inserire in un portafoglio d’investimento obbligazioni con scadenze lunghe, a patto che offrano rendimenti elevati. Se offrono rendimenti bassi, l’investitore corre il rischio che i tassi risalgano negli anni seguenti e così perderà l’opportunità di guadagnare di più. In più, poiché in una fase di rialzo dei rendimenti i prezzi delle obbligazioni già emesse scendono, potrebbe disinvestire solo in perdita. E come dimostra quanto accaduto nel biennio 2022-’23, le perdite possono essere altissime per i titoli acquistati in passato con scadenze lunghe e cedole basse.

Criptovalute vantaggiose dopo anni

E le “criptovalute“? Molti italiani le considerano ancora un investimento speculativo, cioè capaci di mettere a frutto i capitali in brevissimo tempo, magari anche nel giro di qualche ora o giorno. Invece, è vero il contrario. Questi asset si sono rivelati investimenti a lungo termine molto redditizi. Bitcoin ha guadagnato più del 1.100% negli ultimi 5 anni e le sue quotazioni si sono moltiplicate fino a circa 290 volte (rendimento del 28.000%) in appena un decennio. Contrariamente a quanto molti di noi credono, converrebbe puntarci per una strategia longeva.

Perdita di appeal del mercato immobiliare

Non è obbligatorio entrare sui mercati finanziari per effettuare investimenti a lungo termine. Un classico esempio lo si ha già con l’acquisto di un immobile per metterlo a reddito. Le famose seconde case di milioni di famiglie italiane non sono altro che una forma di investimento prolungato, spesso nell’attesa che gli immobili servano a figli, nipoti, ecc. In questo caso, il rendimento è dato dal canone di locazione riscosso affittando l’immobile. E generalmente la tendenza dei prezzi è crescente negli anni, per cui si ha la possibilità di rivendere realizzando anche un guadagno. Questa affermazione sembrava scontata fino a poco più di una decina di anni fa. Le cose sono cambiate ultimamente. La popolazione italiana non cresce, anzi tende a ridursi nei vari territori, indebolendo la domanda di case. E di immobili ve ne sono già in abbondanza, a parte alcune realtà urbane in crescita per il fenomeno migratorio.

Investimenti a lungo termine non privi di rischi

La perdita di appeal del mercato immobiliare rilancia gli asset finanziari come forme di investimenti a lungo termine. Tra questi rientrano certamente i fondi d’investimento e gli ETF. I fondi pensione sono un altro esempio diffuso di investimento longevo. Si accantonano i propri risparmi e li si destinano a un fondo per ottenere un ritorno quando non si sarà più attivi sul mercato del lavoro. Più si è giovani e più si può abbracciare una strategia aggressiva, cioè puntare su asset più rischiosi, ma al contempo maggiormente remunerativi negli anni. Il riferimento è principalmente alle azioni, ma la componente obbligazionaria non manca per ottenere flussi di reddito annuali certi e diversificare il portafoglio.

Gli investimenti a lungo termine non sono privi di rischi. Essi implicano la privazione di liquidità anche per decenni. Nel caso in cui si presentasse qualche imprevisto e avessimo bisogno di disinvestire, le perdite potrebbero essere rilevanti. L’ideale sarebbe di ragionare prima sulla porzione dei propri risparmi di cui si potrà fare a meno per molto tempo come se non esistessero. Tenerne una quota in forma liquida o investita a breve termine è saggio, specialmente se i nostri redditi fossero per loro natura incerti e soggetti a variazioni anche notevoli.

 

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