La quotazione da record per l’oro ha perso ormai ogni correlazione con gli altri asset

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Ennesimo record per la quotazione dell’oro nella seduta odierna, salita fino a un massimo di 4,179 dollari l’oncia. Il dato è corrispondente a 134,36 dollari al grammo. Dall’inizio dell’anno la crescita è salita al 59%. Gli analisti alzano ancora una volta le previsioni a breve e medio termine. Per Bank of America il prezzo segnerà i 5.000 dollari nel 2026, mentre Goldman Sachs rivede a 4.000 dollari le stime per metà 2026 dai 3.772 dollari comunicati solamente il 24 settembre scorso.

Le banche centrali sostengono la quotazione dell’oro

A sostenere la quotazione dell’oro concorrono diversi fattori. Le tensioni internazionali di questi mesi, per non dire anni, sostengono senza dubbio gli acquisti degli investitori avversi al rischio. Ma le banche centrali stanno influenzando non poco i corsi. Nel 2022, l’anno in cui la Russia occupò l’Ucraina dando vita alla guerra in Europa, le tonnellate acquistate dagli istituti furono 1.082, mai così alte sin dal 1967. L’anno seguente ammontarono a 1.037 e nel 2024 a 1.045. Tuttavia, nei primi otto mesi di quest’anno gli acquisti netti sono stati stimati a 152 tonnellate.

Ad ogni modo, ci troviamo in una fase storica peculiare. Tra il 1999 e il 2009 le banche centrali vendettero complessivamente 4.000 tonnellate all’interno del Central Banks Gold Agreements (CBGA). E’ con la crisi finanziaria mondiale del 2008-’09 che tornano ad acquistare lingotti, intimorite dai problemi di natura finanziaria e fiscale presso le grandi economie del pianeta. Soprattutto in Occidente gli istituti iniziarono ad azzerare i tassi di interesse e ad intervenire massicciamente sui mercati con acquisti di bond in grandi quantità, al fine di contrastare una temuta depressione economica e per rendere sostenibile l’indebitamento di governi, imprese e famiglie.

Correlazione ambigua con i rendimenti dei bond

E’ proprio dagli inizi del 2009 che è stato possibile investire in Bitcoin, che il suo ideatore Natoshi Nakamoto lanciò come alternativa agli asset finanziari tradizionali manipolati dalle istituzioni pubbliche. Tra questi non c’è il metallo, che risulta disponibile in quantità limitate e continua a garantire così la protezione del capitale impiegato dalla perdita del potere di acquisto. Una riserva di valore millenaria. La quotazione dell’oro sta presentando, però, caratteristiche inedite in questi mesi. Tende a salire indipendentemente dai movimenti dei prezzi degli altri asset.

Sappiamo che la quotazione dell’oro sia correlata negativamente ai rendimenti dei bond. Ciò si deve al fatto che si tratti di due asset class, in un certo senso tra di loro alternative. Il metallo non offre cedole, a differenza dei titoli obbligazionari. Più queste salgono, maggiore è la convenienza per il mercato di acquistare bond, anziché oro. Per quest’ultimo dobbiamo attendere di disinvestire al fine di monetizzare i guadagni. Negli ultimi mesi è accaduto che i rendimenti siano risaliti e, almeno teoricamente, ciò avrebbe dovuto frenare la corsa dell’oro. Si è verificato il contrario. Nelle ultime sedute, al contrario, i rendimenti sono scesi sul tratto lungo della curva. E il metallo ha continuato ad apprezzarsi.

Metallo indifferente al sali e scendi delle borse

E’ saltata anche la correlazione con l’andamento dei mercati azionari. Le borse salgono e scendono, ma la quotazione dell’oro rimane impostata su un trend positivo. E cosa dire delle stesse tensioni internazionali? Il mercato compra oro quando intravede rischi di natura geopolitica, ma anche quando questi si sgonfiano non arretra. Ne è esempio quanto accaduto in questi giorni con l’accordo di pace firmato in Egitto tra Israele e Hamas. Contrariamente a quanto ci saremmo attesi, la quotazione dell’oro ha segnato per l’appunto nuovi record tra ieri e oggi.

Possibile correzione e bilancio futuro ambiguo in euro

Esiste anche una tendenziale correlazione negativa tra dollaro e quotazione dell’oro. Quando la divisa americana si apprezza, il metallo diventa più costoso per gli acquirenti non americani. E questo colpisce a sua volta la domanda. Rispetto ai massimi toccati a gennaio di quest’anno il dollaro in media perde il 10%. Ma nell’ultimo mese risale del 2,5%. Dunque, dovremmo assistere a un movimento positivo di medio periodo, ma negativo nel breve. Invece, come detto la quotazione dell’oro continua a salire quasi ignorando qualsiasi altra notizia.

Attenzione a immaginare che questo trend autorizzi a pensare di poter entrare in qualsiasi momento sul mercato con la prospettiva di ulteriori guadagni a breve termine. Una correzione può arrivare in qualsiasi momento. Lo svela la storia degli ultimi decenni. Nel 2011 la quotazione dell’oro toccò quello che allora fu un record storico a più di 1.920 dollari l’oncia, salvo iniziare un movimento ribassista che durò fino a tutto al 2015, perdendo fino a un massimo di circa il 45% dall’apice. La domanda per scopi di gioielleria sta già scricchiolando da mesi. Questo dato può contribuire a una imminente inversione di tendenza.

Oro asset non speculativo

Al di là di questo ragionamento prudenziale, bisogna avere ben chiaro che investire in oro non sia un atto tipicamente speculativo. Al contrario, questo asset si rivela redditizio in un’ottica di lungo periodo, potendo deludere e frustrare le attese nel breve e anche per anni. Per tornare ai massimi del 2011 ci vollero quasi nove anni, almeno facendo riferimento alla quotazione espressa in dollari dell’oro. A tale proposito, dobbiamo ancora una volta precisare che per un investitore italiano rileva la quotazione in euro, che attualmente si aggira sopra i 3.570 e che segna un incremento da inizio anno superiore al 40%.

Nei prossimi anni, almeno stando alle previsioni del mercato, il dollaro dovrebbe indebolirsi contro l’euro. Questo renderebbe ambigui gli ulteriori guadagni attesi per la quotazione dell’oro. Se anche sfondasse la soglia dei 5.000 dollari, salendo di un altro 20% abbondante, in euro il bilancio risulterebbe assai più magro, per non dire negativo nell’ipotesi in cui l’apprezzamento del nostro cambio superasse quello del metallo.

La quotazione dell’oro trascina al rialzo anche l’argento

Da notare, infine, che il boom dell’oro stia portando al rialzo anche gli altri metalli preziosi. L’argento stesso ha raggiunto nuovi massimi storici a più di 51,70 dollari per oncia. Il rapporto oro/argento è sceso da 90,5 a 80, visto che il metallo grigio si è apprezzato quest’anno ancora di più, vale a dire di quasi il 79%. Più la quotazione dell’oro sale, maggiori gli acquisti che si riversano sulle alternative di minore pregio, seppure relativamente rassicuranti rispetto agli asset finanziari. A differenza dell’oro, l’argento ha una più vasta applicazione nell’industria, tra cui per la produzione di pannelli fotovoltaici, elettronica e batterie per auto elettriche.

Anche il tracollo nel rapporto tra quotazione di oro e argento ha perso il significato che sembrava avere assunto storicamente. Esso segnalerebbe un’economia mondiale in espansione e rischi percepiti relativamente in calo. Tutto si può dire in questa fase, fuorché i rischi siano considerati bassi o che l’economia mondiale vada a gonfie vele.

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