Crypto metaverso: quali opportunità si prospettano per il futuro, lungo la direttrice del rapporto tra criptovalute e questa particolare tecnologia del “metaverso” che sta prendendo piede, con tutti i suoi campi applicativi? Cercheremo di spiegarlo in questo articolo, citando modelli ed esempi.
Metaverso e crypto: le origini del termine
Il concetto di “metaverso” nasce, ovvero viene per la prima volta citato e nominato — come spesso è accaduto nella storia, basti pensare a parole come “robot” — in un romanzo di fantascienza. Parliamo di “Snow Crash” (1992), dello statunitense Neal Stephenson.
Neal Stephenson ha inventato il metaverso. Almeno dal punto di vista dell’immaginazione. Sebbene altri scrittori di fantascienza avessero idee simili — e i pionieri della realtà virtuale stessero già costruendo mondi artificiali — il sopraccitato romanzo di Stephenson non solo ha dato corpo alla visione di una fuga verso un luogo dove il digitale sostituisce il fisico, ma gli ha anche dato un nome.
Nel romanzo, a ben vedere, col termine si andava a denotare un luogo (o non-luogo, o campo virtuale) piuttosto inquietante e distopico, dove le grandi multinazionali avrebbero collocato affari miliardari attraverso quella che potremmo sinteticamente descrivere come una fuga dalla realtà.
Curioso però che lo stesso Stephenson, dopo il successo dei metaversi “reali”, intesi come luoghi riprodotti attraverso un complesso mix di tecnologie digitali, intelligenza artificiale e dispositivi in grado di interfacciare il nostro corpo e i nostri organi sensoriali, si stia associando con un esperto di criptovalute — Peter Vessenes, che dirige la Bitcoin Foundation — per il progetto Lamina1, un’azienda che spera di creare un’impalcatura su cui i creatori possano costruire un metaverso aperto.
Insomma: il metaverso è diventato realtà, e parla anche il linguaggio delle criptovalute. Come mai? Perché sussiste questa convergenza così apparentemente controintuitiva?
La risposta può arrivarci piuttosto eloquentemente dal settore dei più generici videogame, con uno specifico riferimento a titoli come SecondLife e The SIMS.
Stiamo parlando di giochi che prevedevano la costruzione a monte di mondi paralleli, nei quali far vivere un proprio “avatar” all’interno di interazioni assolutamente isomorfiche rispetto a quelle del mondo reale, con città, quartieri, economie, altri avatar (di altri giocatori) e logiche di interazione che prevedevano come ovvio l’acquisto e il pagamento di beni e servizi.
Il collegamento col mondo crypto appare dunque più comprensibile: ci riferiamo a un campo chiaramente connesso alle reti di computer connessi (Web), a token fungibili (le criptovalute stesse) che possono comprare token non fungibili (gli NFT, di volta in volta identificati in un frigorifero, in un’automobile, oppure in un certo pezzo di armatura, o in una spada, o in un immobile, etc…), e a veri e propri scenari che attraverso opportuni visori, ultimamente, possono addirittura essere vissuti in modalità immersiva!
Il metaverso e le criptovalute rappresentano due delle innovazioni tecnologiche più discusse degli ultimi anni. Sebbene siano nate del tutto separatamente e per istanze diverse, queste tecnologie stanno convergendo rapidamente, creando nuove opportunità e modelli economici digitali.
Il metaverso si configura infatti come un mondo virtuale persistente, dotato di regole e schemi del tutto plausibili, dove le persone possono interagire, lavorare, giocare e commerciare.
In questo contesto, emerge la necessità di un sistema economico robusto e decentralizzato, proprio dove le criptovalute trovano il loro naturale campo di applicazione.
Nello specifico, numerosi esperimenti condotti (anche inconsciamente, con risultati valutati ex post) nel campo del gaming e delle realtà virtuali hanno pienamente confermato numerosi concetti economici alla base, per esempio, del valore intrinseco di Bitcoin: tra questi, soprattutto, il principio della scarsità e della valorizzazione degli asset che la presentano a livello strutturale.
Nello specifico, i punti di contatto tra mondo crypto e metaverso tendono a concentrarsi su aspetti molto precisi, tra i quali:
La proprietà digitale: Il modello di certificazione univoca associato agli NFT (Non Fungible Token) permette di identificare in modo univoco a che Wallet appartiene un certo asset. Questo asset può essere un comune manufatto digitale, come un terreno virtuale, un’arma, un abito, o un particolare oggetto dotato di funzioni che all’interno del gioco possono sbloccarne altre.
Tutto questo meccanismo è garantito dall’architettura blockchain, nella quale avvengono le transazioni sia economiche che di attribuzione di tale proprietà.
I sistemi di pagamento: Le criptovalute offrono un sistema di pagamento nativo per le transazioni nel metaverso. Essendo la crypto di riferimento il solo e unico sistema “legal tender” all’interno del gioco, o dello scenario, vengono automaticamente meno tutte le barriere valutarie tra utenti di paesi diversi. Le transazioni sono istantanee e con commissioni molto ridotte rispetto ai sistemi tradizionali.
Governance decentralizzata: L’assetto generale in forma cosiddetta DAO (Decentralized Autonomous Organization) permette una gestione assolutamente democratica e automatizzata degli spazi virtuali, sulla base del principio univoco e rigoroso degli smart contract. Gli utenti possono partecipare alle decisioni attraverso token di governance, da loro detenuti in forma di staking.
In tal modo, all’interno dello spazio del gioco o del metaverso si creano vere e proprie economie, che risultano essere — come vere e proprie simulazioni in vitro — applicabili anche al mondo reale. Una sorta di ulteriore estensione della filosofia operativa iniziata col progetto Ethereum e i suoi layer secondari.
Crypto metaverso: casi d’uso concreti
Gaming, mondi virtuali e relative connessioni
Veri e propri ecosistemi di gioco, come Decentraland e The Sandbox integrano al loro interno delle criptovalute native, che permettono agli utenti di interagire col mondo virtuale di base, guadagnando token e contribuendo ad ampliamenti e miglioramenti.
Le omonime crypto che garantiscono la stabilità e sicurezza all’interno di questi scenari sono contemporaneamente degli asset “monetari” acquistabili e spendibili nel mondo reale, e acquistano un valore che segue direttamente la crescita dell’ecosistema di riferimento.
Tornando al tema della fantascienza romanzesca, per fare un esempio concreto e significativo possiamo citare il caso dell’avvocato crypto-friendly Lars Schlichting, dello studio Lexify di Lugano, che affianca al suo mestiere di legale esperto in materia di criptovalute e relative legislazioni anche quello di scrittore devoto proprio a questo genere letterario.
Il suo romanzo Spirito di Napa Tei, pubblicato nella celeberrima e storica collana Urania nel luglio del 2023, è stato anche trasposto in un gioco immersivo che sfrutta l’ecosistema del token ERC-20 The Nemesis.
Lo stesso Schlichting, in un’intervista concessa a Urania poco dopo la pubblicazione del romanzo, spiega le motivazioni di questa trasposizione:
Quando Urania mi ha comunicato di voler pubblicare il libro ho discusso con loro e hanno subito voluto creare un metaverso, anzi più metaversi, che ripropongono alcuni capitoli del romanzo. L’idea è duplice: da una parte permettere a chi ha letto il libro di rivivere le avventure di Will e dei suoi compagni, dall’altra avvicinare alla lettura del romanzo le giovani generazioni, più avvezze ai mondi digitali che a fantasticare leggendo. […] Abbiamo poi fatto un sito che propone tutte le attività legate al libro, tra cui anche un concorso che vorrei lanciare in futuro, in cui i lettori devono trovare tutti i riferimenti storici e artistici contenuti nel romanzo.
L’idea travalica quindi piuttosto clamorosamente il solo ambito del gioco, e connette mondi e temi estremamente vari: arte, letteratura, intelletto, economia, intrattenimento, investimento, tutto all’interno di un meccanismo sorretto dalla logica degli smart contract, potenzialmente estendibile al campo “percettivo” concesso dalle ultime tecnologie nel campo della realtà virtuale immersiva.
Commercio di asset non fungibili
Oltre all’ambito del puro gioco, i marketplace decentralizzati e specializzati nel commercio e nello scambio di asset digitali non fungibili trattano anche opere d’arte, biglietti NFT per eventi e concerti, merchandising autenticato su blockchain, copie “gemelle” di oggetti brandizzati (scarpe, abiti, beni di lusso), nonché token collezionabili per accedere a particolari condizioni di titolarità, da spendere sia nel mondo virtuale che in quello reale.
Da notare quanto specifici settori stiano investendo moltissimo nel metaverso, inteso come tecnologia che può permettere all’acquirente o committente non solo di visionare direttamente in tre dimensioni — attraverso opportuni dispositivi ormai molto sofisticati ed efficaci — l’investimento o il progetto che sta per perfezionare, ma anche di collocare il medesimo in una sorta di campo virtuale.
Parliamo di immobiliarismo, architettura, progettazione di interni, etc…
Questo nuovo campo di sperimentazione viene costruito digitalmente come “in scala uno a uno con quello reale”, per interagire con altri progetti limitrofi, o per testare eventi e dinamiche che poi verranno riprodotte realmente.
I campi applicativi sono praticamente infiniti, in quanto è possibile immaginare anche scenari di utilizzo che coinvolgano città, amministrazioni, istituzioni, per finalità non solo ludiche, ma anche logistiche e di sicurezza: basti pensare al monitoraggio del territorio, al cambiamento climatico, alla necessità di testare piani di intervento in caso di calamità o eventi particolari, e via discorrendo)…
Sfide e criticità
Da un punto di vista concreto e operativo, le principali sfide in materia sono di carattere tecnologico ed economico, nonché normativo.
La tecnologia dovrà produrre dispositivi in grado di fornire esperienze d’uso più fluide e raffinate di quelle attuali. Nel contempo, il costo di tali dispositivi dovrà abbassarsi, per rendere tali esperienze disponibili per un sempre più vasto novero di utenti (esattamente come accaduto per l’elettronica di massa, i computer portatili e gli smartphone).
Accanto a questi miglioramenti in termini di maturità tecnologica e rimozione progressiva del “digital divide”, anche sul piano della curva di apprendimento, sarà importante operare analoghi aggiornamenti sul piano dell’interoperabilità tra blockchain e sulla generale individuazione di soluzioni e protocolli scalabili ed economicamente sostenibili.
Serve poi provvedere a fornire un quadro normativo certo, che preveda la rimozione di ogni rischio e la protezione dei consumatori da utilizzi malevoli di queste tecnologie (specie in materia di privacy e potenziale profilazione e vendita a terze parti di informazioni sensibili dell’utente).
Non da ultimo, tutte queste tecnologie dovranno sempre essere interessate da un parallelo studio operativo che le rendano solide, sicure e in grado di porgere sufficiente resilienza ad attacchi informatici e affini minacce, che sono sempre, come sappiamo, in agguato.
Conclusioni
Il binomio metaverso-criptovalute rappresenta una rivoluzione nel modo in cui concepiamo proprietà, valore e interazioni digitali. Nonostante le sfide attuali, questa convergenza sta gettando le basi per una nuova era dell’economia digitale, dove il virtuale e il reale si fondono in modo sempre più seamless.
L’evoluzione di queste tecnologie richiederà un attento bilanciamento tra innovazione e regolamentazione, con l’obiettivo di creare ecosistemi virtuali sostenibili, equi e accessibili a tutti.