Electrum wallet è uno strumento interamente dedicato a Bitcoin, tra i più noti, apprezzati e “veterani” nel panorama dei wallet crypto di tipo non custodial. Rende possibile la conservazione, la ricezione e l’invio di satoshi in totale sicurezza.
In questo articolo vedremo la procedura di utilizzo, passo dopo passo, di questo wallet, che spicca per l’estrema linearità ed essenzialità, nonché per una velocità e “leggerezza” che però in certi casi potrebbe presentare l’effetto collaterale di un’esperienza d’uso meno intuitiva di altri competitor di settore.
Il grande punto di forza di Electrum wallet è la connessione con server estremamente robusti e a prestazioni elevatissime, che consentono di effettuare operazioni in modo molto rapido, laddove i tempi di effettiva attesa sono dettati quasi solo ed esclusivamente dalla pura blockchain di Bitcoin e dal suo protocollo.
Come detto, siamo al cospetto di un wallet di tipo non custodial. Pertanto la registrazione e conservazione della seed phrase rimane ad esclusiva responsabilità dell’utente, che provvederà ad annotarla con estrema precisione su un foglio o quaderno, e a conservarla con estrema cura.
Da questo punto di vista, consigliamo caldamente la lettura integrale della nostra guida “Seed phrase: la chiave della sicurezza del wallet”, che racchiude svariati ottimi consigli per la gestione ottimizzata della chiave privata, al fine di evitare qualsiasi tipo di perdita fondi crittografici.
Da notare un dettaglio estremamente importante: Electrum wallet non è programmato per inviare le chiavi private ai server, aspetto estremamente significativo dal lato sicurezza.
Electrum wallet: prima istallazione
Il software è disponibile sia per comuni sistemi operativi desktop — Windows, macOS e Linux — che per dispositivi Android. L’istallazione è tuttavia del tutto analoga, e la prima inizializzazione segue passi assolutamente identici, che di seguito andiamo a descrivere.
Dopo aver scaricato e istallato il software, scegliendo la cartella di destinazione del medesimo, si deve avviare la procedura di configurazione, che annovera una serie di passaggi successivi.
Una volta avviato, Electrum ci chiede alcune impostazioni preliminari. Alla domanda iniziale “come connettersi al server” è possibile rispondere tenendo presenti degli aspetti tecnici che in questa sede sono del tutto superflui e non attinenti all’uso per la stragrande maggioranza degli utenti, quindi possiamo tranquillamente passare oltre, mantenendo le impostazioni predefinite.
A questo punto il software ci chiede che “tipo” di wallet impostare, e di dare una denominazione mnemonica che per noi sia comoda per indentificarlo (soprattutto in considerazione del fatto che lo stesso Electrum è programmato per gestire più di un wallet, ovvero più di una seed phrase). La voce “standard” è sostanzialmente quella adatta a tutti, quindi conviene lasciarla invariata.
L’inserimento di un’autenticazione a due fattori (2FA) aumenta il livello di sicurezza, ma non è obbligatoria.
Accanto a questa opzione, c’è anche la possibilità di optare per un cosiddetto conto in regime di autenticazione “multi-signature”, che richiede una compresenza di più firme per trasferire i fondi (una sorta di parallelo del conto cointestato, ovviamente mutatis mutandis).
Anche in questo caso la procedura è del tutto facoltativa, oltre che legata ad usi particolari probabilmente avulsi dalle effettive esigenze dell’utenza media.
Degna di attenzione è invece la possibilità di scegliere l’opzione per connettere al sistema Electrum un dispositivo hardware, come i modelli messi a disposizione da case produttrici come Trezor o Ledger, per aumentare ulteriormente il livello di sicurezza di custodia.
(A tale proposito, consigliamo di leggere la nostra guida dedicata al modello Ledger Nano S, che illustra passo passo come inizializzare e utilizzare anche questo tipo di device.)
Rimanendo comunque a livello basico e standardizzato, l’apertura di Electrum propone banalmente la scelta multipla relativa alla seed phrase, che consta – riassumendo – di quattro opzioni: (1) crearne una nuova, (2) importarne una già nelle nostre mani, (3) usare una chiave principale (cioè una chiave in forma stringa, preesistente), (4) optare per un hardware wallet (per il quale si dovranno seguire passo passo le relative istruzioni, in sostanza legate all’inserimento del wallet nel PC e al suo riconoscimento attraverso procedura guidata).
Nell’ipotesi più frequente, ovvero quella di generare ex novo la suddetta chiave privata in forma di seed phrase, siamo invitati a prenderne nota e a stivarla con cura.
Da notare che il sistema, subito dopo averci fatto vedere la frase, ci chiede di “validare” la medesima, ipotozzando che l’opportuna diligenza e precisione (attenzione alle singole lettere) sia stata annotata.
Questa procedura, per esigenze di sicurezza, non può essere portata avanti tramite un banale e sbrigativo “copia e incolla”, disabilitato di default, che appunto potrebbe dare qualche problema in termini di automazione di determinati processi interni (si pensi a un ipotetico malware che possa tenere traccia degli appunti da noi copiati, con la possibilità di trasmetterli automaticamente a terze parti).
Quindi, dobbiamo necessariamente trascriverla nell’opportuno campo che viene aperto subito dopo, parola per parola.
In aggiunta alla necessità di stivare al meglio la seed phrase, ci viene richiesto di aggiungere una comune password per entrare nel wallet e disporre di tutte le sue funzioni.
Anche nel caso di questa password è opportuno dedicare una certa attenzione alla sua articolazione. Una password troppo semplice e intuitiva potrebbe essere scoperta in tempi relativamente brevi da qualsiasi hacker esperto, quindi è opportuno sceglierne una che contenga lettere maiuscole e minuscole, sequenze numeriche non banali e qualche simbolo.
Per questo può essere utile farsi assistere da uno strumento di generazione automatica password random. In ogni caso è Electrum stesso a suggerisci quanto la password inserita sia debole, media o forte da un punto di vista crittografico.
Electrum wallet: uso pratico
Giunti a questo punto, l’uso effettivo del wallet è molto più semplice a descriversi che a farsi, in quanto l’intera “plancia di comando” risulta essere certamente essenziale e spartana, ma nel contempo anche molto snella ed estremamente intuitiva e diretta, con sezioni accessibili velocemente tramite semplici pulsanti nella parte alta.
La visualizzazione, come vedremo tra poco, può essere modulata per privilegiare determinate schede rispetto ad altre, di modo da creare una sinossi assolutamente “cucita su misura” rispetto all’utente che sta utilizzando il software.
In alto, in forma di comuni schede molto simili a quelle di un moderno browser, abbiamo di default le funzioni “cronologia”, “invia” e “ricevi”, nonché più in alto la sezione “strumenti e impostazioni”, più altre cose meno interessanti per il neofita, che comunque potrebbero rivelarsi molto utili per l’esperto.
Nella sottosezione delle impostazioni possiamo scegliere numerose personalizzazioni, tra cui l’unità di misura dei bitcoin (BTC interi, oppure mBTC e sats), la valuta fiat di riferimento, il provider preferito per le informazioni sul cambio attuale, e via discorrendo.
Nella sezione “invia” si apre un form dove siamo invitati a indicare l’indirizzo di destinazione, l’ammontare di satoshi che intendiamo trasferire, l’eventuale descrizione o causale, etc…
Presente anche il pulsante per inviare direttamente l’interezza dei fondi.
Quanto alla sezione “ricevi”, essa è speculare a quella di invio, e indica la chiave pubblica del nosto wallet, più alcune informazioni che possiamo compilare preliminarmente, come per esempio l’ammontare precostituito che intendiamo ricevere, al fine di inviare a chi deve effettuare il pagamento una traccia completa comprensiva del relativo importo.
Il sistema porge direttamente sia la cifra in BTC che quella aggiornata al cambio in valuta fiat. Oltre a questo è anche possibile indicare una scadenza per effettuare il pagamento, cosa che rende questo sia pur semplice strumento perfetto per le attività commerciali che intendano usare Bitcoin come strumento di scambio accettato nella fornitura di prodotti e servizi.
Il sistema prevede anche una rubrica per tenere traccia dell’eventuale nominativo associato a un certo indirizzo, di modo da richiamarlo rapidamente in caso di necessità.
Interessante e molto utile anche la funzione che permette di salvare una certa operazione può essere effettivamente svolta in un secondo momento.
Attraverso il pulsante “visualizza” possiamo scegliere quale schede appuntare in alto, così da poterle ritrovare rapidamente. Possiamo quindi visualizzare i contatti, tutti gli indirizzi associati alla nostra locazione crittografica, la cronologia, etc…
Electrum wallet: ulteriori funzioni
L’utente più esperto, accedendo alla scheda “canali” potrà predisporre un layer Bitcoin Lightning Network, utilissimo per gestire con estrema rapidità pagamenti di esiguo importo.
Tramite sezione “file” è possibile invece salvare veri e propri backup, oppure importare wallet, o ripetere le procedure descritte per crearne altri di completamente nuovi.
Le sezioni “portafogli” e “seme” consentono di cambiare eventualmente password nel caso si ritenga opportuno, oppure visualizzare la seed phrase, oppure, accedendo alla sezione “chiavi private”, di esportare le medesime nel formato desiderato (es. CSV, JSON).
Alla voce “portafogli” è anche reperibile, sempre sotto quella “chiavi private”, l’interessante funzione “sweep” (spazzola), che consente di svuotare completamente un certo wallet ulteriore di cui si possiede la chiave privata, di modo che tutti i fondi in esso contenuti vengano dirottati in quello gestito da Electrum. Tale prassi si rende estremamente utile per gestire, per esempio, i cosiddetti “paper wallet”.
Da notare comunque che queste ultime operazioni descritte sono piuttosto sporadiche per l’utente basico, che usufruirà del wallet esclusivamente per ricevere e inviare BTC. Operazioni che con Electrum diventano veramente un gioco da ragazzi.
Conclusioni
Electrum Wallet rappresenta uno dei wallet più antichi, semplici e affidabili per gestire, attraverso un comune computer o analogo device, le normali funzionalità di un wallet Bitcoin, permettendo da subito di aprirne uno e ricevere i primi satoshi.
L’utilizzo di questo software è assolutamente modulare e personalizzabil da chiunque intenda comprare Bitcoin e conservarli in sicurezza, in quanto risponde alle esigenze tanto dell’utente novizio quanto di quello più esperto, che potrà gestire in maniera professionale e approfondito le numerose funzioni presenti.
Nello specifico, Electrum consente di gestire le transazioni sia in modalità nativa che attraverso integrazione con hardware wallet di comune utilizzo, o nodi specifici opportunamente predisposti, come nel caso dell’architettura Lightning Network.
L’intero sistema è pensato per essere comodo e leggero, con funzioni aggiuntive — come la rubrica indirizzi, la creazione di richieste di pagamento e la connessione con le quotazioni aggiornate rispetto alla valuta fiat scelta — estremamente versatili e utili.
Filippo Albertin