Criptovalute nel mondo: quali sono i paesi più crypto-friendly al 2025?
In generale, tutte le legislazioni nazionali hanno presentato e stanno a tutt’oggi presentando, a livello planetario, un’evoluzione praticamente continua in materia di regolamentazione delle crypto-attività. Restano tuttavia alcune differenze che individuano senza alcun dubbio delle zone estremamente crypto-friendly, dove le criptovalute sono trattate in maniera estremamente benevola sia sul piano fiscale che dal punto di vista della promozione.
In questo articolo vedremo un elenco dei paesi considerati più “crypto-friendly” ad oggi, basandoci sulle tendenze globali, le regolamentazioni favorevoli e l’adozione delle criptovalute.
La selezione si basa su informazioni aggiornate e analisi di contesti normativi, economici e tecnologici. Per ogni Paese, viene fornita una breve scheda descrittiva monografica.
Criptovalute nel mondo: la lista…
El Salvador
Primo Paese al mondo ad adottare Bitcoin come valuta legale (successivamente convertita in valuta largamente promossa dal paese, ma facoltativa), porge una politica mantenuta e rafforzata da quattro anni a questa parte in favore della moneta di Satoshi Nakamoto.
Sotto la guida del presidente Nayib Bukele, El Salvador ha integrato Bitcoin nell’economia nazionale per favorire l’inclusione finanziaria, soprattutto per chi non ha accesso ai servizi bancari (circa il 70% della popolazione). Non ci sono tasse sulle plusvalenze da criptovalute, e il governo continua a incentivare attività a favore della decentralizzazione finanziaria in tutte le sue forme. Nonostante alcune critiche interne per la volatilità, il Paese continua a investire in BTC e a esplorare soluzioni di stabilizzazione.
Non da ultimo, ricordiamo la recente notizia del trasferimento di Tether dalle Isole Vergini a San Salvador, dettaglio assolutamente dirompente che abbiamo trattato in una recentissima intervista a Lars Schlichting di ritorno dal PlanB Forum.
Svizzera
In seguito agli ingenti investimenti coadiuvati da Tether soprattutto nel ticinese, attraverso l’impianto del PlanB di Lugano, la Svizzera è sicuramente diventata il punto di riferimento continentale della cryptosfera, con specifico riferimento a Bitcoin.
Molto forte è anche la sua attività di ricerca e di promozione di start-up innovative, che grazie agli incentivi messi a disposizione dal PlanB e da tutte le iniziative ad esso collegate hanno potuto insediarsi a Lugano e avviare interessanti percorsi di innovazione e business a base blockchain.
La Svizzera è nota per il suo approccio progressista alle criptovalute, con regolamentazioni chiare e un ecosistema favorevole alle startup blockchain. Non applica tasse sulle plusvalenze per gli investitori privati che detengono crypto a lungo termine (oltre un anno). Aziende come Ethereum e Tezos hanno sede qui, e il governo supporta l’innovazione con infrastrutture digitali avanzate.
Portogallo
Questo paese si è attestato come vero e proprio paradiso fiscale per criptovalute fino al 2023, con alcune modifiche recenti che tuttavia non hanno scalfito le opportunità da esso rappresentate per investitori globali.
Fino al 2023, il Portogallo era appunto totalmente esente da tasse sulle plusvalenze crypto per gli individui, e lungo questa direttrice attirava nomadi digitali e investitori. Dal 2023, è stata introdotta una tassa del 28% sui guadagni a breve termine (meno di 365 giorni), ma le crypto detenute a lungo restano esentasse. Rimane quindi un HUB attraente per la sua semplicità burocratica e il clima favorevole.
Singapore
Leader asiatico nell’adozione delle criptovalute, Singapore offre un quadro normativo chiaro gestito dalla Monetary Authority of Singapore (MAS), senza tasse sulle plusvalenze per gli investitori individuali.
È un centro nevralgico per startup blockchain e ha ospitato alcune delle più grandi ICO della storia. La sua posizione neutrale e il focus sull’innovazione la rendono ideale per aziende e trader crypto. I suoi punti di forza sono l’assenza di imposte sui capital gains, e una regolamentazione equilibrata.
Malta
Soprannominata da molti la “Blockchain Island”, Malta ha un quadro legislativo dedicato alle criptovalute e alla blockchain, con la Malta Financial Services Authority (MFSA) che regola il settore.
Le plusvalenze a lungo termine sono esenti da imposizione fiscale per i privati, anche se le aziende crypto pagano imposte sui profitti. Ha attirato grandi exchange grazie alla sua politica proattiva. Porge regolamentazioni specifiche, ed esenzione fiscale per privati a lungo termine.
Germania
Pioniere europeo nella regolamentazione crypto, la Germania ha da subito inquadrato il fenomeno Bitcoin con legislazioni lungimiranti. Bitcoin è riconosciuto infatti come “denaro privato” addirittura dal 2013.
Le plusvalenze da criptovalute detenute per più di un anno sono esenti da tasse per i privati, mentre quelle a breve termine sono tassate solo se superano i 600 euro. Il Paese bilancia innovazione e protezione degli investitori, rendendolo attraente per il trading e gli investimenti.
Liechtenstein
Il Liechtenstein si è affermato come una delle giurisdizioni più attraenti per operare con Bitcoin e criptovalute, grazie a un mix di regolamentazioni favorevoli, stabilità economica e un approccio innovativo alla tecnologia blockchain. Ecco i principali vantaggi di operare in Liechtenstein nel contesto delle criptovalute:
Il Blockchain Act (ufficialmente “Token and Trusted Technology Service Providers Act”), entrato in vigore addirittura nel 2020, regola in maniera estremamente esaustiva e flessibile le cryptoattività, offrendo chiarezza giuridica.
Il Liechtenstein non applica tasse sulle plusvalenze per gli investitori privati che detengono criptovalute a lungo termine (hodlers). Per le aziende, l’imposta sui profitti è fissata a un’aliquota competitiva del 12,5%, con possibilità di ulteriori ottimizzazioni fiscali.
Oltre a questo, anche il sistema bancario classico si è da subito adeguato alla cryptosfera. Le banche del Liechtenstein, come la Bank Frick, sono tra le poche in Europa a offrire servizi diretti per criptovalute, come la custodia, il trading e la conversione in valute fiat. Inoltre, il paese consente pagamenti in Bitcoin e altre criptovalute per servizi amministrativi statali (dal 2024, grazie a partnership ad hoc).
Pur essendo un stato di minime dimensioni, il Liechtenstein fa parte dello Spazio Economico Europeo (SEE), il che gli garantisce accesso al mercato unico europeo, senza però essere soggetto a tutte le regolamentazioni dell’UE (come MiCA, che potrebbe essere più restrittiva). Completa il quadro un’estrema stabilità politica, che facilita l’operatività di aziende e istituzioni che intendano porre la loro sede operativa qui.
Emirati Arabi
Degna di nota è sicuramente la situazione emiratina. Gli Emirati Arabi Uniti, e in particolare Dubai, si sono distinti negli ultimi anni come un hub globale per le criptovalute, grazie a un quadro normativo chiaro e progressista. La regolamentazione delle criptovalute a Dubai, gestita principalmente dalla Virtual Assets Regulatory Authority (VARA), offre numerosi vantaggi sia per gli investitori che per le aziende del settore. Di seguito, una descrizione dei principali benefici:
VARA, istituita nel 2022, fornisce un quadro giuridico specifico per gli asset virtuali, definendo regole per il trading, la custodia, l’emissione di token e le attività dei fornitori di servizi (VASP). Questo elimina l’incertezza che spesso caratterizza i mercati crypto in altre giurisdizioni. Gli investitori e le aziende possono operare con fiducia, sapendo quali attività sono consentite e quali obblighi devono rispettare, come le norme antiriciclaggio (AML) e contro il finanziamento del terrorismo (CFT).
Le normative impongono requisiti rigorosi di trasparenza e sicurezza, come l’obbligo per i VASP di ottenere licenze e implementare misure di protezione dei dati e dei fondi degli utenti.
La regolamentazione favorevole, unita all’assenza di tasse sul reddito personale e a incentivi nelle free zone (come il Dubai Multi Commodities Centre – DMCC), rende Dubai un polo attraente per startup e grandi exchange crypto. Centinaia di aziende hanno stabilito la loro presenza a Dubai, stimolando l’innovazione e creando un ecosistema competitivo. Il DMCC Crypto Center, ad esempio, ospita decine di società blockchain.
Conclusioni
Se è vero che la blockchain sta conquistando il mondo, è anche vero che questa conquista porge velocità differenti di adozione. Come detto, esistono paesi più avanzati che, ciascuno con le proprie caratteristiche peculiari e coi propri orientamenti, hanno risposto prima di altri alla chiamata.
Bisogna però distinguere caso per caso, in quanto i vantaggi di una certa zona del pianeta possono essere specifici e concentrati in determinate aree: fiscalità, chiarezza normativa, basso grado di burocratizzazione, oppure attitudine all’innovazione tecnologica, presenza di servizi accessori e aziende collateralmente sinergiche alla decentralizzazione, e via discorrendo…
Ma una cosa è certa: nell’attesa che tutto il mondo si allinei a questa rivoluzione, optare per il giusto paese può rivelarsi un determinante fattore di successo per progetti, aziende e partnership globali.
Filippo Albertin