Paolo Ardoino in USA: le prospettive per Tether dopo il viaggio del celebre CEO italiano a capo della più grande realtà crypto in materia di stablecoin…
Paolo Ardoino, CEO di Tether, ha ricevuto un’accoglienza calorosa alla Cantor Fitzgerald Global Technology Conference a New York, in occasione di quello che a tutti gli effetti, per quanto la cosa possa apparire strana, ha segnato il suo primo viaggio ufficiale negli Stati Uniti. Un momento a dir poco cruciale per il dirigente della stablecoin più influente nel panorama delle criptovalute, che di fatto si è “incontrato” per la prima volta con l’establishment statunitense più crypto-friendly della storia recente.
In questo articolo andremo ad analizzare tutti i temi trattati dal “nostrano” CEO di questo colosso mondiale dell’innovazione monetaria decentralizzata, evidenziando prospettive, sfide, collaborazioni e scenari sottesi da questo importante incontro.
Paolo Ardoino e l’America
Durante il suo intervento, Ardoino ha discusso delle numerose sfide che Tether ha dovuto affrontare nel corso degli ultimi anni, tra cui indagini e pressioni regolamentari negli Stati Uniti, che di fatto hanno anche innescato polemiche a distanza (ricordiamo le varie frizioni interne alla municipalità luganese nell’avere Tether come partner principale nel PlanB).
Tuttavia, la società ha dimostrato una resilienza straordinaria, rafforzando la sua leadership nel mercato delle criptovalute. Parte di questa evoluzione strategica include il recente spostamento della sede legale di Tether dalle Isole Vergini Britanniche a El Salvador, una decisione che riflette l’approccio innovativo del paese centroamericano verso le criptovalute, culminato con l’adozione del Bitcoin come moneta legale (oggi sostituita da un’adozione facoltativa, ma comunque accompagnata da forti incentivi da parte del governo locale).
Di Tether e della sua “rinascita latinoamericana” abbiamo già parlato in alcuni nostri articoli, tra i quali:
“Tether, Bitcoin, El Salvador: intervista a Lars Schlichting”
“Crypto, Tether, El Salvador: tra USA ed Europa cosa cambia?”
Il pubblico della conferenza ha accolto Ardoino con applausi entusiastici e segni di apprezzamento. Un dettaglio che ha catturato l’attenzione è stato il suo stile informale: anziché il tradizionale completo da manager, ha scelto una polo azzurra Ralph Lauren e pantaloni grigi kaki, ad incarnare un’immagine rilassata, ma sicura.
“Sono felice di essere qui. È il mio primo viaggio in America, che è veramente bellissima,” ha dichiarato Ardoino, evidenziando il nuovo corso di Tether verso gli Stati Uniti. Per anni, il CEO aveva evitato il territorio americano, concentrandosi sui mercati emergenti per promuovere la libertà finanziaria tramite USDT.
Anche per questa sua esclusiva attenzione per le aree del terzo e quarto mondo, Tether è stata a lungo nel mirino delle autorità statunitensi, tra cui il Dipartimento di Giustizia (DOJ), la Commodity Futures Trading Commission (CFTC) e il New York State Department of Financial Services (NYDFS). Quattro anni fa l’azienda ha raggiunto accordi con la CFTC e il NYDFS, chiudendo alcune delle indagini più significative. Tanto che lo stesso Ardoino ha commentato: “Siamo passati attraverso l’inferno. C’erano voci che sarei stato arrestato se fossi venuto negli Stati Uniti. Ma, che dire: siamo ancora qui.”
I numeri e le mire di Tether
Secondo i dati presentati alla conferenza, Tether ha generato profitti per 13 miliardi di dollari nel 2024 e detiene oltre il 60% del mercato globale delle stablecoin. Con una capitalizzazione di 143 miliardi di dollari, il token USDT supera nettamente il principale concorrente, USDC di Circle, fermo a 58 miliardi.
Ardoino ha anche anticipato un 2025 ricco di innovazioni, con progetti legati a educazione finanziaria su asset digitali e loro applicazioni, intelligenza artificiale (AI) e tokenizzazione di asset reali (RWA). Tutte news che si aggiungono al già di per sé rivoluzionario anuncio di una collaborazione con Lightning Labs, che porterà Bitcoin a supportare Tether anche in transazioni su layer Lightning Network (come abbiamo già riportato in un nostro articolo di cui consigliamo la lettura).
Storicamente basata nelle Isole Vergini Britanniche, Tether ha annunciato il trasferimento della sua sede a El Salvador, un paese che come detto sta emergendo come HUB per le criptovalute grazie a politiche favorevoli e alla visione del presidente Nayib Bukele. Questo spostamento non solo rafforza i legami di Tether con i mercati emergenti, ma posiziona l’azienda in un contesto geopolitico favorevole alla sua missione di promuovere l’adozione delle stablecoin. Nonostante ciò, Tether conserva una forte presenza negli Stati Uniti, dove detiene quasi 100 miliardi di dollari in titoli di Stato e obbligazioni garantite dal governo, collocandosi tra i primi 20 detentori di debito pubblico americano se fosse una nazione.
Tra dollaro e USDT: un rapporto virtuoso
Il Segretario del Tesoro Scott Bessent ha sottolineato l’importanza delle stablecoin per il mantenimento del dollaro come valuta di riserva globale, visione condivisa da Ardoino, che a sua volta vede Tether come un pilastro dell’economia digitale che intende non certo mettere in discussione sicurezze e consuetudini, ma solo risolvere problemi concreti messi in luce dall’ttuale sistema centralizzato.
L’azienda continua a intrecciare rapporti strategici con gli USA, come dimostrato dalla gestione dei suoi titoli di Stato da parte di Cantor Fitzgerald, il cui ex CEO, Howard Lutnick, ora Segretario al Commercio, è un sostenitore dichiarato di Tether.
Un tassello ulteriore ad avvalorare il grande interesse per le crypto che anima l’odierna amministrazione a marchio Trump.
Collaborazioni strategiche e sulla sicurezza
Tether ha inoltre avviato collaborazioni con FBI e Secret Service, integrandoli nella sua piattaforma per contrastare attività illecite che potrebbero a vario titolo inquinare il suo protocollo.
Questo impegno mira a migliorare la fiducia nelle criptovalute e a favorire un dialogo costruttivo con le autorità regolamentari statunitensi, al fine di mantenere una posizione assolutamente equilibrata tra la necessaria tutela della libertà e della privacy personale e l’altrettanto importante garanzia di trasparenza e liceità.
Cryptosfera e oltre: la comunicazione
Oltre al settore crypto, Tether ha investito 775 milioni di dollari in Rumble, una piattaforma di video-sharing popolare tra il pubblico conservatore americano, che però intende ampliare la sua utenza e porsi più in generale come luogo libero dove discutere di temi a trecentosessanta gradi senza censure o resistenze.
Grazie a questo supporto, il CEO di Rumble, Chris Pavloski, sta già sviluppando un portafoglio crittografico che integrerà USDT, Bitcoin (BTC) e XAUT, la stablecoin di Tether ancorata all’oro. (Da notare che Tether è reduce da una simile collaborazione con Telegram, a sancire la grandissima attenzione per la sfera della comunicazione globale.)
Durante la conferenza, Pavloski ha cercato più volte di interagire con Ardoino, evidenziando la crescente sinergia tra le due realtà.
Conclusioni
L’evento di New York ha segnato una svolta nella strategia globale di Tether. Lo spostamento della sede a El Salvador, combinato con un crescente dialogo con gli Stati Uniti, dimostra la capacità dell’azienda di adattarsi e prosperare in contesti diversi. Con una posizione dominante nel mercato delle stablecoin, investimenti diversificati e alleanze strategiche, Tether si conferma una forza inarrestabile nel panorama finanziario globale.
Filippo Albertin