Crypto, Tether, El Salvador: tra USA ed Europa cosa cambia?

Home / Crypto Blog / Crypto, Tether, El Salvador: tra USA ed Europa cosa cambia?

Indice dei Contenuti

Crypto, Tether, USA ed El Salvador: tra America ed Europa cosa sta cambiando?

Crypto e scenario globale: un tema sempre caldo, che si lega in modo ancora più indissolubile agli orientamenti politici delle superpotenze in primo piano, con accesso di nuovi competitori e frizioni dovute ai sempre più articolati ed eterogenei quadri normativi in materia di rapporti tra finanza classica, fiscalità, regolamentazioni tra banche centrali e operatori, negoziazione e nuovi strumenti della decentralizzazione.

Cosa cambia dopo l’elezione di Donald Trump? Siamo alla vigilia di una grande bolla speculativa, oppure di un’effettiva rivoluzione in materia di accettazione e diffusione dei nuovi sistemi di pagamento? In altri termini, la grande ondata di sentiment carico di entusiasmo e crescita del settore diventerà sistematica?

Ma c’è di più. Ragionando in termini campanilistici, che ruolo può avere l’Europa in questa corsa, che fino ad oggi l’ha vista atteggiarsi a “grande protezionista reazionaria” al cospetto di aziende globali e intere nazioni che stanno progressivamente abbracciando il sistema delle criptovalute?

Che ruolo avranno colossi ormai abbondantemente riconosciuti e capitalizzati della cryptosfera, uno tra tutti Tether, che ha come sappiamo deciso di spostare le proprie sedi in zone già da tempo pionieristiche come El Salvador e si accinge a perfezionare tecnologie in grado di soppiantare definitivamente – si veda la recentissima partnership con Lightning Labs – i pregressi sistemi di pagamento? Quale sarà il ruolo delle economie emergenti e con che rimodulazione di scenario per le vecchie economie occidentali?

Di questo e di varie altre questioni connesse parleremo in questo articolo, cercando soprattutto di fare chiarezza e anticipare ragionevolmente i movimenti del mercato, specie in ragione dei fatti oggettivi e innegabili che sono accaduti in questo ultimo periodo.

Crypto scenario: il ruolo della svolta in USA

Dallo scorso 20 gennaio, nonché da ben prima dell’insediamento ufficiale, visto il tono della campagna elettorale e delle relative promesse (a onor del vero almeno in parte mantenute), Donald Trump è stato l’indiscusso protagonista dell’ATH di Bitcoin e in generale di una fase rialzista che ha coinvolto l’intero settore crypto.

La volontà di trasformare gli USA nel paese più crypto-friendly del pianeta, indipendentemente dal fatto che la cosa riesca completamente (vista la grande concorrenza di altri territori), di certo ha impresso una serie di accelerazioni anche nel resto del mondo, con paesi che sia pure a varie velocità hanno risposto e stanno rispondendo con sia pure più timide aperture al Bitcoin “istituzionale”…

Per quanto il lancio delle memecoin presidenziali su chain Solana abbia fatto storcere il naso a numerosi “puristi” del verbo di Nakamoto, e indipendentemente dalle dinamiche di certo speculative che accompagnano queste grandi operazioni di marketing “memetico”, è evidente quanto il subbuglio mediatico prodotto da Trump stia avendo conseguenze dirette e indirette, specie in ragione dei cambiamenti istituzionali che il neopresidente ha annunciato: non da ultimo, l’evidente nome allusivo di un ministero: DOGE, acronimo che significa ben altro, ma che ammicca all’altra memecoin guarda caso tanto amata da Musk.

Con le nuove regole MiCA (Markets in Crypto-Assets Regulation) in Europa, nonché le recenti parole refrattarie della presidentessa BCE Christine Lagarde contro qualsivoglia ipotesi di riserva in BTC o crypto nell’Eurosistema, è piuttosto evidente quanto il Continente, almeno sulla carta, abbia scelto di svolgere un ruolo secondario e in ultima istanza censorio verso qualsiasi apertura verso questo nuovo mondo finanziario.

La lettura congiunta di queste due fenomenologie politiche ed economiche diametralmente opposte non sembra lasciare grandi dubbi: l’Europa, a meno di singole pratiche virtuose, ovvero di salti in avanti impressi in via autoreferenziale da singoli paesi membri (si pensi alla compagine fin-tech ad oggi molto forte nei paesi ex URSS), nel complesso resterà probabilmente indietro, costringendo di fatto vari aggregati imprenditoriali e startup a migrare altrove, o in giurisdizioni territorialmente limitrofe, ma giuridicamente dotate di ampia autonomia: una tra tutte, quella elvetica, che grazie a Tether e al PlanB si è da tempo ritagliata un primato indiscutibile e contagioso.

Di contro, potrebbe però verificarsi la dinamica opposta. In ragione dell’estrema disparità potenziale tra USA ed Europa, quest’ultima potrebbe intraprendere, anche se un tantino in extremis, percorsi del tutto alternativi, in una logica multilaterale conforme ad un’ulteriore dinamica in gioco: la grande rivalsa dei paesi emergenti e delle economie del terzo mondo.

Da questo punto di vista, infatti, è chiaro quanto la cryptosfera – specie in ragione delle ultimissime innovazioni tecnologiche – stia giocando un ruolo chiave in economie che, giova ricordarlo, rappresentano la quotidianità per oltre il settanta percento della popolazione mondiale; una popolazione evidentemente stanca di essere esclusa dal sistema bancario, e desiderosa di avere una fetta della ricchezza prodotta nelle economie evolute. Si veda in tal senso il nostro articolo dedicato: “Bitcoin: cos’è per i paesi emergenti?”

Tether, El Salvador, Lightning Network: una triade degna di nota nella cryptosfera e oltre…

La notizia del trasferimento della sede di Tether, la grande emittente della più celebre e utilizzata stablecoin planetaria, dalle Isole Vergini a El Salvador, il tutto dopo aver ottenuto una licenza come Digital Asset Service Provider (DASP), sta facendo parlare di sé in maniera crescente, anche e soprattutto se consideriamo il timing con l’annuncio di aver messo a punto, assieme al team di Lightning Labs, una nuova versione del taproot “bitcoiniano” in grado di far funzionare USDT proprio all’interno della rete Bitcoin e – soprattutto – del suo celebre strato secondario ad altissima velocità ed economicità.

A tale proposito, abbiamo già citato la cosa in un articolo dedicato:

“Tether e Lightning Network: nuova frontiera dei pagamenti”

Tuttavia, l’azienda potrebbe puntare su innovazioni ben più ampie e ulteriori, che già oggi, stando alle sempre più frequenti dichiarazioni del CEO Paolo Ardoino, potrebbero arrivare a toccare i settori dell’intelligenza artificiale e dei media globali. Se quindi siamo tutti in attesa di una “superapp” in grado di fungere da “wallet definitivo” per la coppia BTC-USDT in ambiente LN, sussiste una parallela attesa, non meno carica di curiosità, di quello che sarà il primo speech di Ardoino in materia di intelligenza artificiale a marchio Tether!

In termini di stabilità e adozione di massa, Tether è già di per sé, e da tempo, la più grande stablecoin per capitalizzazione di mercato, con USDT ancorato al valore del dollaro USA e quotidianamente utilizzato soprattutto come collaterale DeFi e unità di monetizzazione plusvalenze nel trading. La sua presenza in El Salvador non solo supporta l’adozione delle criptovalute in un mercato emergente, ma anche il concetto di stablecoin come strumenti finanziari stabili rispetto alle criptovalute più volatili.

Questo trasferimento di sede è quindi qualcosa di ben più significativo di quanto possa accadere per una normale azienda che banalmente si sposta, ed è visto come un endorsement per l’ecosistema crypto di El Salvador, potenzialmente di stimolo altri paesi a sviluppare contesti normativi favorevoli.

Se a questo aggiungiamo la sopraccitata rivoluzione tecnologica, in grado di estendere alla sfera dei micropagamenti e delle rimesse l’intera operatività in USDT, il quadro è chiaramente maturo per operare una vera riconfigurazione di scenario geopolitico e geoeconomico globale.

Tether ha intenzione di costruire infrastrutture fisiche, come la “Tether Tower” a San Salvador, indicando un impegno a lungo termine verso l’innovazione tecnologica nel paese. Questo potrebbe includere sviluppo di soluzioni tecnologiche per supportare mercati emergenti, migliorare l’inclusione finanziaria e stimolare la crescita economica attraverso l’adozione di criptovalute.

Considerando i recenti investimenti nella piattaforma libertaria Rumble, nuovo parallelo “senza censura” di Youtube e grande nome emergente dei media web alternativi al mainstream, sembra veramente che Tether voglia ritagliarsi una presenza molto forte lungo la direttrice dei grandi cambiamenti globali… Anche, a questo punto, sul piano della comunicazione.

Passando a parlare del rapporto con gli Stati Uniti, Tether – che comunque ha dichiarato di non avere particolari programmi relativi all’America del nord – potrebbe continuare a navigare attraverso le complesse normative finanziarie, ma il suo focus potrebbe spostarsi verso il miglioramento della trasparenza e della sicurezza delle stablecoin, data l’attenzione regolamentare crescente, comunque mitigata da una certa apertura istituzionale per molti versi inedita.

Da quel versante, quindi, potremmo aspettarci miglioramenti nelle tecnologie di blockchain per garantire una maggiore conformità normativa e supporto per l’ecosistema DeFi (Decentralized Finance), ambito dove Tether è già molto forte.

Tether e il rapporto difficile con l’Europa

Una congiuntura ulteriore che vede come protagonista la stablecoin di Tether è, all’opposto dei tanti successi citati, quella del delisting dai maggiori exchange aventi a che fare con l’operatività in Europa. Una mossa che segue direttamente le ultime normative in materia di crypto, e che già ha innescato polemiche, contromisure e accesi dibattiti.

Considerando la descritta triangolazione tra El Salvador, Svizzera (Lugano Plan B) e ampio novero di paesi interessati alla rivoluzione decentralizzata nel resto del mondo, è quindi molto probabile che in un futuro non troppo immediato gli equilibri sul piano delle transazioni internazionali subiscano una radicale trasformazione morfologica e relazionale.

Tether potrebbe concentrarsi su mercati emergenti, dove la domanda per soluzioni finanziarie stabili è alta. Potremmo vedere l’implementazione di tecnologie che permettano l’adozione di criptovalute in economie che sono fuori dal tradizionale sistema bancario, favorendo l’inclusione finanziaria. Inoltre, l’interesse di Tether – abbondantemente pubblicizzato da Ardoino in sempre più frequenti interviste – verso l’intelligenza artificiale, con il lancio di una piattaforma AI addirittura nel primo quadrimestre 2025, suggerisce un’evoluzione verso l’integrazione di tecnologie avanzate per migliorare la gestione e la sicurezza delle transazioni in criptovaluta.

Che si tratti del primo e vero tentativo di affiancarsi come alternativa al recente modello cinese di DeepSeek, proponendo ulteriori miglioramenti e una performance di costo e benefici ancora più rilevante? Stando alle dichiarazioni, la cosa è possibile, e ne vedremo delle belle…

Conclusioni

Se è certamente vero che le ultime svolte USA in tema di crypto lasciano intravedere una grande stagione di rialzi valoriali e implementazioni pratiche volte alla diffusione delle criptovalute e alla loro adozione di massa, è anche vero che giganti come Tether hanno scelto comunque di tenersi lontani dagli Stati Uniti, continuando a innovare e crescere in paesi del tutto alternativi.

La convergenza di Tether verso El Salvador e l’ormai annunciata volontà di diventare strumento di pagamento globale attraverso aggiornamento taproot (precisamente Taproot Assets, su base Lightning Network) sono segnali molto chiari di uno sviluppo che andrà oltre il “mondo occidentale conosciuto”, coinvolgendo sempre di più le economie dei paesi in via di sviluppo.

Accanto a questa direttrice prospettica, restano comunque i forti investimenti che Tether continua a dedicare alla formazione, ai vari HUB tecnologici connessi al progetto Plan B in Ticino, nonché a implementazioni collaterali che hanno visto anche di recente ampie progettualità di rigenerazione centrate appunto nella nuova sede.

Siamo dunque al cospetto di una “nuova Dubai”, riprogettata nel cuore dell’America Latina? Sarà questo nuovo polo in grado di dialogare efficacemente con gli USA, nell’ottica di una collaborazione sulla scia dell’adozione crypto tanto amata dal neopresidente e dalla sua spalla, Elon Musk, oppure l’intera faccenda sarà condotta sul piano della competitività pura, nonché dello scontro potenziale? In questo scenario futuro, quale sarà il ruolo dell’Europa?

Riuscirà cioè il sistema eurocentrico a imporre una sua linea credibile ed effettivamente moderna, scrollandosi di dosso i tanti “lacci e lacciuoli” imposti da una normativa spesso miope e reazionaria, oppure si manterrà su queste posizioni, agevolando la vicina Svizzera e altri poli di dimensione minore, ma grande intraprendenza?

Le conclusioni, in questo caso, somigliano più a domande aperte, e altrettanto aperte problematiche, che chiaramente non possono essere risolte subito vista la grande scarsità di informazioni, ovvero l’eccesso di dinamiche estremamente varie e contrastanti che non sempre intercettano un quadro interpretativo univoco.

Di certo, il 2025 sarà l’anno delle crypto, in quanto tutto il mondo si sta rapidamente trasformando e indirizzando verso un rapporto sempre più privilegiato con questi nuovi sistemi di pagamento, trading e transazione, nell’ottica di un’adozione piena ed entusiastica che sta già porgendo i suoi frutti.

Il nostro auspicio è che lungo questo scenario a volte caotico possano affiorare linee chiare e soprattutto positive, in grado di venire incontro tanto ai mercati quanto all’utenza finale, per un miglioramento globale che può solo andare a favorire e migliorare la vita quotidiana di tutti, a tutti i livelli.

Filippo Albertin

Altri articoli che potrebbero interessarti

Crypto, Bitcoin e blockchain: un mondo per tutti, che con un minimo di formazione di base offre grandi vantaggi accessibili a chiunque… Per quanto il titolo possa essere (e di...

Tether e Lightning Network: la nuova frontiera dei pagamenti planetari, con un grado di innovazione che può veramente cambiare radicalmente le regole del gioco nei circuiti di transazione. Nel giro...

DeepSeek: Cina e USA di nuovo faccia a faccia, tra innovazione, collaborazione e competizione lungo la via tecnologica… Una piccola startup cinese fino a pochissimi giorni fa praticamente sconosciuta ha...

© All rights reserved. Cryptosmart Spa / P.I. 03775010543 / Numero REA PG – 350225

© All rights reserved. Cryptosmart Spa / P.I. 03775010543 / Numero REA PG – 350225