Crypto in azienda: la guida completa ai vantaggi di detenere (e usare attivamente) asset digitali in tesoreria…
Negli ultimi anni le criptovalute sono passate dall’essere un fenomeno di nicchia a porgere un riconoscimento globale come realtà concreta e operativa, sempre più integrata nel mondo finanziario e aziendale.
Con l’aumento dell’adozione di Bitcoin (BTC), Ethereum (ETH) e altre monete digitali, le imprese di tutto il mondo stanno esplorando modi per utilizzare queste tecnologie innovative non solo come strumenti speculativi, ma anche come risorse strategiche per la gestione della tesoreria, la diversificazione degli investimenti e l’ottimizzazione operativa.
In questo articolo esploreremo in dettaglio come un’azienda può trarre vantaggio dall’utilizzo delle criptovalute, con un focus su temi come la finanza decentralizzata (DeFi), lo staking, l’adozione di Bitcoin e altri casi d’uso pratici.
Crypto in tesoreria
La tesoreria aziendale ha il compito di gestire la liquidità, mitigare i rischi finanziari e garantire che l’azienda disponga di risorse sufficienti per operare e crescere. Abbiamo già parlato della sua convertibilità in crypto, specie BTC, per capitalizzare oro digitale e dunque mitigare gli effetti dell’erosione monetaria.
Tradizionalmente, le aziende hanno mantenuto le loro riserve in valute fiat (come euro o dollari) o in strumenti finanziari a basso rischio come i titoli di Stato. Tuttavia l’inflazione crescente, i tassi di interesse volatili e la perdita di potere d’acquisto delle valute tradizionali hanno spinto alcune imprese a considerare le criptovalute come alternativa.
Bitcoin come riserva di valore a medio-lungo periodo rimane dunque una scelta ottimale: è stato adottato da aziende come Tesla, MicroStrategy (oggi Strategy) e Square (oggi Block) come parte delle loro strategie di tesoreria. sulla base di un meccanismo piuttosto semplice e comprensibile.
L’idea di base è la seguente: invece di lasciare ingenti somme di denaro in conti bancari che generano rendimenti minimi o negativi (in un contesto di tassi reali negativi), queste aziende convertono una porzione della loro liquidità in BTC; con la sua offerta limitata a 21 milioni di monete e la crescente domanda, questa moneta può fungere da protezione contro l’inflazione e da riserva di valore a lungo termine.
Diversificazione del portafoglio
Integrare criptovalute nella tesoreria consente alle aziende di diversificare il loro portafoglio di asset, aggirando le complesse procedure relative all’investimento borsistico e azionario.
In un mondo in cui i mercati tradizionali sono spesso correlati (azioni, obbligazioni e valute fiat tendono a muoversi insieme durante le crisi), le criptovalute offrono una classe di asset relativamente non correlata, spesso facente parte di noveri coerenti connessi a specifiche nicchie di mercato: finanza decentralizzata, alta tecnologia, intelligenza artificiale, memecoin e fancoin, nonché token di veri e propri progetti aziendali che hanno deciso di tokenizzare (ci torneremo più avanti) il loro valore di mercato.
Questo può ridurre il rischio complessivo e offrire un potenziale di rendimento superiore rispetto agli strumenti tradizionali.
Esistono dei rischi? Ovviamente sì. La volatilità dei prezzi può rappresentare un problema per le aziende che necessitano di liquidità immediata. Inoltre le normative fiscali e contabili variano da paese a paese: in alcuni casi, le plusvalenze derivanti dalla vendita di criptovalute sono tassate pesantemente, il che richiede una pianificazione accurata attraverso consulenza di personale esperto.
C’è comunque da dire che la detenzione di asset digitali può generare utili interessanti anche in modalità “parallele”, che non prevedono diretti esborsi in termini di aliquote d’imposizione fiscale. Questo avvalora la necessità di partner affidabili in termini di conoscenza e regolamentazione.
Guadagnare con la DeFi
La finanza decentralizzata, o DeFi, è un ecosistema di applicazioni finanziarie costruite su blockchain (principalmente Ethereum) che eliminano gli intermediari tradizionali come banche e broker. Per le aziende, la DeFi offre opportunità uniche per generare rendimenti sui propri fondi in criptovalute.
La scelta di panieri di asset digitali dedicati a tale comparto può quindi essere molto interessante per generare rendite passive.
Staking
Lo staking è una delle pratiche più comuni nella DeFi. Consiste nel bloccare una certa quantità di criptovalute in un protocollo blockchain per supportare le sue operazioni (ad esempio, la validazione delle transazioni in una rete Proof-of-Stake come Ethereum 2.0). In cambio, gli staker ricevono ricompense sotto forma di interessi, spesso espressi come rendimento percentuale annuo (APY).
Un’azienda con riserve in ETH, Cardano (ADA) o altre criptovalute compatibili con lo staking può mettere al lavoro questi asset invece di lasciarli inattivi in un wallet. Ad esempio, lo staking di ETH su piattaforme come Lido o direttamente nella rete Ethereum può generare rendimenti tra il 4% e il 10% annuo, a seconda delle condizioni di mercato. Per un’azienda con milioni di dollari in criptovalute, questo rappresenta un flusso di entrate significativo senza dover vendere gli asset sottostanti.
Da notare che il mondo degli smart contract rende possibili delle “partecipazioni” alla creazione di valore un tempo impensabili. Per esempio, CryptoSmart propone il rivoluzionario progetto del token BHP, accumulabile direttamente in piattaforma, che permette al detentore di acquistare potenza di calcolo per minare Bitcoin e accumulare oro digitale senza bisogno dei cospicui investimenti che tale settore impone. Una qualsiasi azienda, quindi, può coltivare anche il business parallelo del mining semplicemente mettendo in staking una parte dei suoi introiti!
Liquidity pool e yield farming
Un altro modo per guadagnare con la DeFi è partecipare ai liquidity pool. Piattaforme come Uniswap o Aave permettono agli utenti di depositare criptovalute in pool di liquidità, che vengono utilizzati per facilitare gli scambi o i prestiti decentralizzati. In cambio, i fornitori di liquidità ricevono una parte delle commissioni generate dalla piattaforma. Questo processo, noto come “yield farming”, può offrire rendimenti elevati, anche se comporta rischi come l’impermanent loss (perdita temporanea dovuta alla volatilità dei prezzi degli asset nel pool).
Un’azienda con competenze tecniche potrebbe allocare una porzione del proprio capitale a queste strategie, bilanciando rischio e rendimento in base alla propria tolleranza.
Abbiamo diffusamente parlato di questi strumenti in un articolo dedicato…
Prestiti decentralizzati
Le piattaforme DeFi come Compound e MakerDAO permettono alle aziende di prestare le loro criptovalute a terzi, guadagnando interessi. Ad esempio, depositando stablecoin come USDC o DAI (criptovalute ancorate al dollaro), un’azienda può ottenere rendimenti stabili, spesso superiori a quelli offerti dai conti di risparmio tradizionali.
Questo è particolarmente utile per le imprese che desiderano mantenere una certa stabilità senza esporsi alla volatilità di BTC o ETH.
Pagamenti e operazioni transfrontaliere
Le criptovalute offrono vantaggi operativi significativi, specialmente per le aziende che operano a livello internazionale. I pagamenti transfrontalieri tradizionali sono spesso lenti (possono richiedere giorni) e costosi a causa delle commissioni bancarie e dei tassi di cambio. Con Bitcoin o stablecoin, le transazioni possono essere completate in pochi minuti a costi molto inferiori.
Un’azienda che esporta beni o servizi può accettare pagamenti in BTC, USDC o USDT, eliminando la necessità di conversioni multiple di valuta e riducendo le spese. Ad esempio, un produttore europeo che vende a clienti asiatici potrebbe ricevere pagamenti in stablecoin, evitando le commissioni delle banche corrispondenti e i ritardi nei trasferimenti SWIFT.
Degno di nota il fatto che gli stessi pagamenti transfrontalieri saranno a breve in buona parte sostituiti da protocolli in blockchain — si pensi anche solo a Ripple — che renderanno praticamente necessaria la capacità di muoversi agevolmente in questo ambito. Ulteriore buona ragione per familiarizzarsi da subito!
Accesso a nuovi mercati
Accettare criptovalute può anche attrarre clienti che preferiscono pagare con questi strumenti, specialmente nei paesi con valute locali instabili o restrizioni bancarie. Questo è particolarmente rilevante per le piccole e medie imprese (PMI) che vogliono espandersi senza dipendere da infrastrutture finanziarie tradizionali.
Da notare quanto proprio in questo momento, in cui si parla di dazi e condizioni avverse al commercio internazionale, l’utilizzo di coin in grado di abbassare anche di molto le commissioni di transazione centralizzata potrebbe essere un validissimo strumento per ridurre l’impatto di queste misure protezionistiche.
Speculazione, trading e investimenti strategici
Oltre alla gestione passiva della tesoreria, alcune aziende scelgono di speculare attivamente sulle criptovalute o di investirvi per ottenere profitti. Sebbene questa strategia comporti rischi elevati, può generare rendimenti significativi se gestita correttamente.
Un’azienda con un team di trading esperto potrebbe allocare una parte del capitale al trading di BTC, ETH o altcoin meno conosciute. Utilizzando analisi tecnica e fondamentale, l’azienda può sfruttare addirittura la volatilità del mercato per ottenere guadagni a breve termine.
Tuttavia — disclaimer assolutamente obbligatorio in questa sezione — tale pratica richiede competenze avanzate e una solida gestione del rischio. Una validissima idea potrebbe essere quella di diversificare, affidando la componente più basata sul trading a soggetti qualificati, come per esempio alcuni fondi di investimento crypto-friendly su base attiva e multistrategica.
Investimenti in progetti blockchain
Un altro approccio è investire in token di progetti blockchain promettenti, come quelli legati alla DeFi, al gaming (NFT) o alle infrastrutture Web3. Ad esempio, un’azienda potrebbe partecipare a un round di finanziamento di una startup blockchain o acquistare token durante una Initial Coin Offering (ICO), sperando in un apprezzamento futuro.
Alcuni fondi di investimento propongono una componente di venture capital connessa appunto a progetti giovani e ad alto valore aggiunto.
Un’alternativa è la token economy: svariate progettualità hanno infatti già il loro token di riferimento, la cui capitalizzazione da parte di terzi equivale praticamente a una partecipazione societaria, ma senza i costi legati alla gestione centralizzata di tale fattispecie.
Vantaggi fiscali e indirettamente legati alla fiscalità
In alcune giurisdizioni le criptovalute offrono vantaggi fiscali. Ad esempio, in paesi come il Portogallo o la Svizzera, le plusvalenze su criptovalute possono essere tassate in modo favorevole o addirittura esenti per le aziende. Questo incentiva l’adozione e la conservazione di asset digitali come parte di una strategia fiscale ottimizzata.
Inoltre, l’adozione di criptovalute può rafforzare l’immagine di un’azienda come innovativa e all’avanguardia, attirando investitori, partner e clienti che apprezzano questa mentalità.
Se è vero che l’Italia (almeno ad oggi) non rientra tra i paesi più crypto-friendly in termini di pura fiscalità, è anche vero che tale meccanica investe solo le plusvalenze da cashout, e non le mere dinamiche “in e out” di conto economico: quindi si evidenzia un vantaggio competitivo non già in riferimento al proprio paese di operatività, ma ai paesi coi quali si intrattengono affari, che potrebbero per esempio essere molto incentivati a pagare nativamente in criptovalute (basti pensare a Dubai, agli stessi USA e a numerosi paesi emergenti).
Sfide e considerazioni pratiche
Nonostante i vantaggi, l’utilizzo delle criptovalute comporta sfide significative. La volatilità dei prezzi può compromettere la pianificazione finanziaria. La sicurezza è un altro aspetto critico: un wallet mal gestito o un attacco hacker potrebbero comportare perdite irreparabili. Inoltre, le normative in evoluzione richiedono alle aziende di rimanere aggiornate per evitare sanzioni.
Tuttavia esistono efficacissime contromosse per garantirsi sicurezza operativa per la gestione e la custodia dei propri asset digitali. Per esempio:
Utilizzare custodian professionali, ovvero exchange qualificati e rispettosi delle vigenti normative. Tra questi, CryptoSmart, realtà 100% italiana che offre soluzioni per ogni esigenza.
Implementare un approccio graduale, iniziando con una piccola percentuale del capitale per poi spingersi verso obiettivi più articolati, sempre seguendo le linee guida di advisor esperti.
Per la parte non-custodial, seguire pedissequamente i nostri consigli, che abbiamo descritto più volte in articoli dedicati alla sicurezza del wallet e alla sua gestione.
Conclusioni
Le criptovalute rappresentano una rivoluzione non solo per gli individui, ma anche per le aziende. Dalla tesoreria alla DeFi, dallo staking ai pagamenti transfrontalieri, le opportunità di guadagno e ottimizzazione sono molteplici. Bitcoin offre una riserva di valore a lungo termine, mentre la DeFi apre le porte a rendimenti passivi e strategie finanziarie innovative. Tuttavia, il successo richiede una gestione attenta dei rischi e una visione strategica.
In un mondo finanziario in continua evoluzione, le aziende che abbracciano le criptovalute con competenza e prudenza possono non solo proteggere il loro capitale, ma anche posizionarsi come leader in un’economia sempre più digitale. Il futuro è già qui: sta alle imprese decidere come sfruttarlo al meglio.
In ogni caso, qualunque sia il campo imprenditoriale, la blockchain offre soluzioni per tutti in termini di economicità, versatilità, comodità e incentivo all’innovazione. CryptoSmart offre da questo punto di vista una consulenza globale, attraverso esperti che sapranno cucire su misura la soluzione perfetta per qualsiasi esigenza aziendale!
Filippo Albertin