Ethereum governance: dinamismo e flessibilità

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Ethereum governance significa dinamismo e flessibilità in un processo complesso e in continua evoluzione che coinvolge diversi attori e meccanismi, per garantire solidità ed efficienza alla crypto più usata e capitalizzata immediatamente dopo Bitcoin.

Come prende decisioni su modifiche e aggiornamenti al protocollo la grande comunità di Ethereum? Quali sono i meccanismi, le peculiarità e le caratteristiche intrinseche di questo modello decisionale? Cercheremo di spiegarlo con parole semplici in questo articolo dedicato.

Ethereum governance: come funzionano le proposte EIP

Le proposte di miglioramento di Ethereum vengono formulate sulla base di un protocollo di presentazione che si chiama EIP (acronimo di Ethereum Improvement Proposal), basato sulle seguenti fasi:

Le proposte vengono inglobate in precisi direttrici del protocollo, che sono: Standard Track (modifiche che influenzano la maggior parte o tutte le implementazioni di Ethereum), Meta (modifiche che intercettano processi intorno all’ecosistema di Ethereum) e Informational (linee guida per la comunità).

Il processo di approvazione segue un iter altamente democratizzato e orizzzontale, che prevede una bozza iniziale (Draft) scritta nel formato standard, un esame con discussione (Review), un periodo finale di ultima revisione che dura 14 giorni (Last Call), un’effettiva implementazione (Final) e un’ipotesi di messa in discussione se inattiva per troppo tempo (Stagnant).

Di fondamentale importanza è la numerazione identificativa, che porge una cifra univoca in grado di determinare perfettamente lo specifico miglioramento introdotto in ecosistema, ovvero le tappe fondamentali raggiunte nel suo sviluppo (milestone). Per esempio, il famoso meccanismo di “burning fees” ha preso il nome di EIP-1559.

Più analiticamente, il contenuto tipico di un EIP consta di: motivazione tecnica del cambiamento, specifiche dettagliate su metodologia di implementazione e vantaggi di adozione, spiegazione esauriente della soluzione proposta a livello di uso pratico, considerazioni di compatibilità e infine test cases opportuni a suffragio del cambiamento.

La governance di Ethereum da vicino

La decisione finale sull’implementazione spetta ai core developer e alla comunità attraverso un processo di consenso sociale. I cambiamenti più importanti richiedono un hard fork della rete, che nel caso di Ethereum è additata come procedura molto meno traumatica rispetto ad altri protocolli.

Esempi importanti di EIP: EIP-1559 ha rivoluzionato il meccanismo delle fee; EIP-20 ha determinato lo standard per i token fungibili; EIP-721 ha determinato invece lo standard per gli NFT, ossia i token “non” fungibili.

La forza di questo processo è che permette un’evoluzione estremamente ordinata e consequenziale del protocollo, mantenendo quindi stabilità e sicurezza del medesimo. Chiunque può proporre modifiche al protocollo Ethereum attraverso le EIP. Le EIP vengono discusse molto approfonditamente e perfezionate dalla comunità, inclusi sviluppatori, ricercatori e utenti, con spesa di ampia pubblicistica e condivisione del dibattito. Solo e unicamente le EIP che ottengono sufficiente supporto possono essere implementate nel protocollo. Se però questa fase viene superata, il cambiamento può anche risultare radicale.

Gran parte delle discussioni e del processo decisionale avviene rigorosamente off-chain, in forum online, mailing list e riunioni della comunità. Questo processo, per quanto apparentemente informale, risulta cruciale per raggiungere un consenso su importanti trasformazioni.

Gli aggiornamenti al protocollo vengono con molta più disinvoltura implementati anche attraverso hard fork, che creano una “nuova versione” della blockchain. Gli utenti e i miner devono quindi aggiornare il loro software per seguire la nuova catena. Se la maggioranza della comunità supporta l’aggiornamento, la vecchia catena viene banalmente e totalmente abbandonata a favore della totale esclusività della nuova.

Questa filosofia, come si nota molto diversa da quella di Bitcoin, ha permesso un rapidissimo sviluppo “evolutivo” dell’ecosistema Ethereum, che ha quindi fatto della flessibilità “radicale” un suo marchio di fabbrica per adattarsi alle esigenze più attuali del mercato.

Differenze cruciali di governance rispetto a Bitcoin

La governance di Bitcoin – alla quale abbiamo dedicato un intero articolo monografico – è estremamente decentralizzata e conservativa. Le modifiche al protocollo seguono un processo molto lento e richiedono un ampio consenso tra: gli sviluppatori che propongono e implementano i cambiamenti (Bitcoin Core); i miner che devono segnalare supporto per le modifiche; i nodi completi che devono aggiornare il software; e non da ultimo gli utenti e le aziende dell’ecosistema.

Questo approccio rende Bitcoin molto stabile, ma anche lento nell’evolversi e appunto improntato su una filosofia rigidamente “conservatrice” della sua base fondamentale di protocollo. Le modifiche importanti come SegWit hanno richiesto infatti anni di discussioni e negoziazioni. In ogni caso, le istanza che conducono a un “hard fork” vengono gestite in progettualità che necessariamente devono svolgersi altrove, e non all’interno del protocollo originario: basti pensare a Bitcoin Cash…

Ethereum ha invece una governance più flessibile e guidata da compromessi in termini di centralizzazione. Tra i soggetti deputati a dirigere il tutto si annoverano: la Ethereum Foundation, che coordina passo dopo passo lo sviluppo; lo stesso Vitalik Buterin, che mantiene una forte influenza come co-fondatore; come descritto, un processo di EIP di natura più agile e dinamica; call regolari tra sviluppatori core per discutere aggiornamenti; la possibilità di fare hard fork più frequenti per implementare cambiamenti.

Questa struttura ha per esempio permesso a Ethereum di evolversi più rapidamente, come dimostrato dallo storico passaggio a Proof of Stake, con l’altrettanto storico varo dell’aggiornamento The Merge.

Si dibatte ovviamente molto su quale dei due modelli sia il migliore, ma la discussione spesso è legata ad appartenenze più vicine al settarismo che all’effettiva attenzione al dato concreto: Bitcoin nasce con intenti e scopi estremamente diversi da quelli di Ethereum.

Se il primo è a tutti gli effetti un costrutto algoritmico decentralizzato volto a mimare in scala uno a uno il comportamento di una moneta deflativa del tutto confrontabile con l’oro (e la sua funzione storica), il secondo nasce invece come primo passo per trasformare la blockchain nel luogo di interazione dei celebri “smart contract”, cuore di un meccanismo globale in grado di trasformare il complesso rizoma di nodi in una grande macchina virtuale a disposizione per le applicazioni più disparate.

Gli sviluppatori core di Ethereum svolgono un ruolo importante nell’implementazione e nella manutenzione del protocollo. Tuttavia, essi non hanno il potere di imporre cambiamenti unilaterali. Le loro decisioni sono in ogni caso guidate dal consenso della comunità.

Token di governance: una prospettiva

Si prevede che i token di governance, come lo stesso ETH, ad oggi largamente caratterizzato dalla ben nota dinamica dello staking (con funzione di garanzia della sicurezza e nel contempo erogazione di remunerazioni per i nodi detentori), avranno un ruolo più formale nella governance di Ethereum in futuro.

Questi token potrebbero per esempio essere utilizzati per votare anche su proposte di modifica al protocollo. Questo sistema è tuttavia ancora in fase di sviluppo e sperimentazione.

Le opinioni degli esperti

Ciò che affiora in Ethereum è l’estrema “dinamicità” della comunità che ne caratterizza, direttamente e indirettamente, l’ecosistema. Le opinioni sono varie, alcune entusiastiche, altre critiche, altre ancora in frontale polemica con le decisioni della parte “centralizzata” del protocollo.

Alcuni esempi possono illustrare con eloquenza il clima che si respira attorno al progetto…

Vitalik Buterin, il creatore di Ethereum, ha sottolineato l’importanza di una governance flessibile e adattabile, capace di rispondere alle sfide e alle opportunità di un ecosistema in rapida evoluzione. Buterin ha anche evidenziato la necessità di trovare un equilibrio tra la decentralizzazione e l’efficienza decisionale, evitando di cadere in trappole come l’immobilismo o la centralizzazione del potere.

Vlad Zamfir, ricercatore di Ethereum, ha invece espresso qualche riserva in ragione della grande complessità del processo decisionale, e della relativa difficoltà di raggiungere un vero consenso in una comunità così eterogenea e vasta. Zamfir, dal canto suo, ha proposto modelli di governance più formali e strutturati, basati su principi di teoria dei giochi e meccanismo di voto.

Charles Hoskinson, fondatore di Cardano e uno dei primi collaboratori di Ethereum, ha criticato la governance di Ethereum definendola addirittura una “dittatura” dominata da un piccolo gruppo di sviluppatori. Hoskinson ha sottolineato l’importanza di una maggiore partecipazione della comunità e di meccanismi di voto più trasparenti e inclusivi, che a suo dire dovrebbero essere integrati nel protocollo decisionale e nella relativa meccanica di governance.

In definitiva, opinioni piuttosto varie, che portano con sé interessi, competenze e posizioni caratteristiche di un contesto estremamente dinamico…

La sintesi di tutti questi apporti deve però fare necessariamente i conti con la realtà, che in Ethereum e nei suoi sviluppi aggiornati ad oggi vede certamente il cuore del funzionamento di tecnologie come Web3, NFT, DeFi e stablecoin.

La governance di Ethereum è quindi indubbiamente definibile come “work in progress” tutt’altro che determinato o determinabile nelle sue prossime evoluzioni. Convergono ai suoi indirizzi istanze estremamente varie: fondatori, sviluppatori, hodler, aziende, esperti, utenti e portatori di interessi.

Tra le sfide future ci sono sempre la scalabilità della rete, la sicurezza degli smart contract e la crescente necessità di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica, che risultano comunque aver raggiunto già nel presente – anche attraverso ottime implementazioni di carattere L2 e sidechain – uno standard di affidabilità e adozione invidiabile.

Ethereum 2.0, ovvero la nuova versione della blockchain basata sul meccanismo di consenso PoS, promette di migliorare l’efficienza energetica e la scalabilità della rete in modo significativo.

Tuttavia, la stessa introduzione di Ethereum 2.0 avrà certamente anche un impatto significativo sulla governance, con l’emergere di nuovi attori e nuove dinamiche di potere, che andranno certamente tenute in considerazione dall’intera comunità di sviluppatori e utenti.

Conclusioni

La governance di Ethereum è un processo complesso e dinamico, caratterizzato da un delicato equilibrio tra decentralizzazione e necessità di evoluzione. Le opinioni degli esperti sono spesso divergenti, riflettendo la diversità e la vitalità della comunità di Ethereum.

Il futuro della governance di Ethereum, per quanto ad oggi caratterizzato da sostanziali successi del protocollo nella sua interezza, è ancora incerto, ovvero poco determinabile e prevedibile in termini evolutivi. Ma una cosa è certa: la capacità di adattarsi e innovare sarà cruciale per il successo a lungo termine di questa piattaforma rivoluzionaria.

Filippo Albertin

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