Tokenomics crypto: quali sono gli indicatori per investire?

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Tokenomics crypto, ovvero l’insieme di indicatori che caratterizzano la natura e l’ecosistema di una criptovaluta, sia essa effettivo “coin” con velleità monetarie, sia essa un token connesso a specifici progetti in blockchain.

La parola è evidentemente un neologismo che unisce il termine “token”, ossia “gettone” (parola che sintetizza i concetti di strumento monetario avente caratteristiche di sblocco funzioni, anche in assenza di effettiva valenza monetaria in senso lato), e la parola “economics”, che appunto allude al novero di variabili “economiche” che vanno considerate nel giudizio finale di un token.

Tokenomics crypto: le basi, distribuzione e offerta

Max supply

Un primo concetto fondamentale da valutare nel giudicare la bontà di un progetto criptovalutario è la cosiddetta “max supply”, ossia il numero massimo di token che quel determinato protocollo andrà a produrre sulla base delle sue impostazioni di sistema.

Nel caso di Bitcoin, per esempio, l’offerta massima costituisce il vero e proprio “cuore motivazionale” dell’intero progetto, visto che la sua natura deflativa è data proprio dall’idea di scarsità intrinseca sottesa dal limite della supply a 21 milioni di unità base, attraverso il meccanismo di “dimezzamento” (halving) che più volte abbiamo descritto altrove.

Il concetto di offerta massima non è assolutamente scontato, in quanto esistono intere classi di crypto (peraltro protagoniste di infinite discussioni tra economisti e addetti ai lavori) la cui funzione sembrerebbe del tutto sganciata dall’idea di un limite, un po’ come accade per la fiat money, che dal 1971 viene stampata senza alcun riferimento ai collaterali aurei disponibili nelle banche centrali. Queste particolari crypto sono spesso associate a concetti extra-monetari, come per esempio l’idea di un valore dato non più dalla scarsità, ma dal suo opposto: basti pensare alle “memecoin”, come DOGE e PEPE, il cui unico scopo è diffondere un meme attraverso i comuni canali infotelematici oltre che di mercato.

Circulating supply

Con l’espressione “circulating supply” si intende la quantità di token che effettivamente “circola”, ossia viene attivamente impiegato in transazioni quotidiane, all’interno della blockchain di riferimento.

La variabile è estremamente importante, perché il suo andamento porge informazioni molto puntuali sul dinamismo del token, sulla sua effettiva adozione delle criptovalute nel caso di usi speculativi o direttamente monetari, e sul “sentiment” che in generale caratterizza la community globale che lo preferisce e lo adotta.

Total supply

Specularmente al dato analitico del circolante, molto importante è comunque anche la valutazione dell’intera esistenza sul mercato del token di riferimento, ossia la “total supply”, ovvero l’offerta totale. Questo dato include anche i token che, per effetto della politica di protocollo (specie Proof of Stake), possono essere in qualche modo vincolati o bloccati.

L’offerta massima, considerata nel rapporto tra circolante e vincolato, può fornire indicazioni molto precise sulla natura fenomenologica attribuita dall’utenza globale a uno specifico token, ovvero al progetto da esso rappresentato: basti pensare solamente all’ecosistema Ethereum (comprensivo di relativi layer secondari e sidechain), che nel concetto operativo stesso di staking vede una delle sue caratteristiche funzionali peculiari.

Scheduling di emissione

Da un punto di vista più aderente alle politiche di protocollo, che logicamente sono in prima battuta espresse nei rispettivi whitepaper, è anche molto importante valutare lo “scheduling”, ossia il programma — espresso in senso temporale, o più frequentemente per blocchi — che indica il volume di emissione nuovi token.

Questo dato può infatti contribuire sensibilmente a porgere un’idea piuttosto precisa, specie se letta alla luce degli altri dati di tokenomics, della liquidità che bel tempo verrà liberata rispetto a quel token, con indirette indicazioni per l’analista, ovvero l’investitore, utilizzatore, programmatore o sviluppatore.

Allocazione dei Token

Se le variabili sopraccitate risultano soprattutto valutabili all’interno di portali, exchange e risorse di pubblico dominio, che riportano per singolo progetto criptovalutario tutte le grandezze viste, con aggiornamento praticamente minuto per minuto, quelle che seguono sono più frequentemente annidate nei documenti ufficiali di protocollo (whitepaper), nonché in aggiornamenti che di volta in volta vengono proposti e opportunamente pubblicizzati (blog aziendali, comunicati stampa, annunci di release, etc…).

Distribuzione iniziale

Specie nelle fasi iniziali del lancio di un nuovo progetto, è possibile che le prime dotazioni di token libero vengano già interessate da processi distributivi coinvolgenti specifiche categorie: tra queste, membri del team di sviluppo, investitori particolari e finanziatori, utenti della community, etc…

Distribuzione standard

Di contro, determinati criteri distributivi possono estendersi e diventare veri e propri standard, come per esempio nel caso di progetti che possono prevedere percentuali fisse o variabili di allocazione token per funzioni deliberate: riserve particolari per eventi o distribuzioni dettate da esigenze premianti o precauzionali, spese di marketing, spese di manutenzione e sviluppo, etc…

Indicatori generali per valutare una crypto

Accanto alle variabili “macro” che abbiamo descritto esistono anche degli indicatori molto più dinamici e di veloce lettura che consentono di mappare lungo l’asse del tempo l’effettiva performance di una crypto, valutando anche in modalità più o meno precisa a livello predittivo il suo probabile sviluppo e crescita nel breve e medio periodo.

Metriche di mercato

La cosiddetta capitalizzazione di mercato, detta in inglese “market cap”, indica il prezzo attuale di una crypto moltiplicato per la quantità di offerta effettivamente circolante, che abbiamo visto sopra. Il dato è forse uno dei più seguiti, in quanto riassume, nel suo valore ora puntuale, ora progressivo, ora comparativo rispetto ad altri token di riferimento, l’effettiva potenza e importanza della crypto in analisi.

Accanto a questo dato dinamico, molto utile è anche la valutazione congiunta di almeno altri tre indicatori, tutti di piuttosto semplice reperimento: il volume di trading (scambio) giornaliero aggregato, la liquidità valutata nei principali exchange mondiali e la varianza ovvero volatilità nel prezzo.

Importanti ulteriori indicatori on-chain sono: il numero di wallet attivi, le commissioni complessive generate dalle transazioni, le spese di transazione eventualmente modificate da eventuali eventi in rete (es. congestioni, traffico, etc…), nonché il tasso d’uso effettivo dell’intera rete

Analisi fondamentale

Se fino a qui ci siamo occupati in fondo di indicatori piuttosto dinamici e applicabili, mutatis mutandis, a qualsiasi progetto criptovalutario, molto importante è però passare da un’analisi di tipo dinamico, ovvero “storico” (andamento puntuale comparato con andamento temporale), ad una di tipo cosiddetto “fondamentale”, ossia avente a che fare con le caratteristiche specifiche di un certo token.

Come abbastanza evidente, questo tipo di analisi include valutazioni che possono essere dettate anche dall’esperienza del singolo analista, oppure anche da considerazioni che sfuggono al mondo strettamente scientifico ed economico, per sconfinare in aspetti più impalpabili: intuito, capacità di vision futura, segnali deboli, etc…

Utilità del token dell’ecosistema

Una prima considerazione, abbastanza ovvia, ma non banale, deve essere sempre riferita al vero e proprio “identikit” del token che stiamo analizzando.

Di cosa si tratta? Di un asset con velleità di moneta, riserva di valore, investimento? Oppure un token il cui uso è previsto per ragioni puramente tecniche, come la messa in sicurezza di una rete, la rappresentazione di un valore di mercato generato altrove, l’implementazione di smart contract la cui consistenza e utilità è leggibile alla luce del rapporto con altri progetti?

Molte di queste informazioni si possono chiaramente reperire nei whitepaper relativi ai singoli progetti, ma è altrettanto chiaro che servono informazioni ulteriori: news in testate specialistiche, annunci del team, blog ufficiali, etc…

Sostenibilità del modello economico

Sempre in tema di fondamentali è opportuno anche porsi domande sullo schema economico di fondo, valutato con lucidità e concretezza.

Si tratta di un progetto che poggia su concetti solidi e appurati, come scarsità, utilità, innovazione tecnologica oggettiva, utilizzi pratici in contesti a loro volta sostenibili e sperimentati? Oppure siamo al cospetto di una totale novità, il cui investimento allude a schemi sfidanti, ipotesi future da verificare, scommesse o vision fortemente alternative rispetto al mainstream?

Oltre a questo, che dire in materia di sostenibilità spicciola, in senso finanziario, ambientale e tecnologico?

Per quanto riferite a un livello di analisi certamente più a lungo raggio e raffinata, anche queste domande sono molto importanti per valutare la consistenza di un progetto crypto, specie nel medio e lungo periodo.

Qualità del team di sviluppo

Le progettualità blockchain non si creano ovviamente da sole. Dietro i team di sviluppo di sono persone in carne ed ossa, che spesso hanno una storia, una credibilità acquisita, e magari anche interessi e partecipazioni in progetti pregressi e paralleli che possono essere riferiti tanto alla cryptosfera quanto ad altri ambiti più o meno correlati o correlabili: Web, social networking, tecnologia, comunicazioni, industria, software open source, e via discorrendo.

Se è vero che il primo e maggiore progetto crypto è stato ed è Bitcoin, sviluppato da un personaggio, Satoshi Nakamoto, di cui non sappiamo praticamente nulla, è anche vero che dietro a Bitcoin, come a tutti i progetti successivi, ci sono nomi e cognomi che giornalmente rilasciano interviste, testimonianze e informazioni concrete che attestano la loro più o meno solida credibilità e attendibilità.

Valutare oggettivamente il team dietro a un progetto crypto resta quindi comunque un fatto molto positivo per inquadrare il medesimo in maniera lucida e argomentata.

Roadmap e milestone raggiunte

Un ulteriore passo nell’analisi fondamentale di un qualsiasi progetto consiste nel valutare non tanto lo storico a livello di indicatori, ma la storia comparativa tra dichiarazioni presenti nel whitepaper in materia di roadmap ed effettivi obiettivi cardine (milestone) raggiunti.

Queste informazioni sono solitamente reperibili nei siti ufficiali del progetto, che come prevedibile andranno a segnare, piuttosto orgogliosamente, tutto quello che è stato ottenuto e tutto quello che il team di sviluppo intende ottenere nel futuro.

Partnership e adozione

Ultimo, ma non ultimo, giova sottolineare che una qualsiasi progettualità crypto deve essere anche e soprattutto valutata dal gradimento e dall’adozione che effettivamente la caratterizza, andando a enumerare i soggetti che più o meno direttamente sono entrati in partnership con tale progetto.

Conclusioni

Prima di investire in un qualsiasi progetto crypto è importante passare attraverso passi preliminari irrinunciabili, che, specie per gli utenti meno esperti, andrebbero sempre svolti in compagnia di un professionista accreditato, in grado di fornire informazioni e indirizzi caratterizzati da ragionevolezza, esperienza e prudenzialità.

Detto questo, la prassi generale, ovviamente non esaustiva ma bastante per raggiungere un certo livello di consapevolezza, consiste in passi piuttosto semplice: leggere innanzitutto il whitepaper, sia nella sua versione sintetica che, se possibile, in quella completa e analitica; valutare il modello economico e acquisire informazioni in materia di analisi fondamentale, seguendo i punti sopraccitati; verificare a intervalli regolari gli indicatori dinamici che abbiamo elencato, nei più comuni portali ed exchange dedicati a tali variabili.

Una volta effettuate queste operazioni preliminari, è sempre importante ricordare che qualsiasi investimento, anche il più tecnicamente sicuro, è sempre assoggettato a una certa dose di rischio, che deve essere assunta in modo consapevole, dedicando all’investimento stesso cifre ragionevoli, opportunamente diversificate.

Conoscenza, informazione e ragionevolezza sono certamente i pilastri per minimizzare le eventuali perdite, e nel contempo per intercettare interessanti opportunità in senso positivo.

Filippo Albertin

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