Tornado Cash scagionato: la rivincita delle crypto

Home / Crypto Blog / Tornado Cash scagionato: la rivincita delle crypto

Indice dei Contenuti

Tornado Cash scagionato: la rivincita delle crypto dopo le tante questioni legali che hanno interessato sviluppatori e progetti orientati alla privacy…

Il 21 marzo 2025 rappresenta una data storica per il mondo delle criptovalute e per il controverso protocollo Tornado Cash, un crypto mixer che negli ultimi anni ha fatto molto parlare di sé per il suo ruolo nel garantire privacy finanziaria, nonché per le discusse accuse di facilitare attività illecite

In questa giornata il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha infatti ufficialmente rimosso Tornado Cash dalla lista delle sanzioni dell’Office of Foreign Assets Control (OFAC), accogliendo una sentenza emessa a gennaio 2025 da una corte d’appello americana.

La decisione della corte ha segnato come evidente una svolta significativa, stabilendo che gli smart contract alla base di Tornado Cash, per la loro natura immutabile e priva di un proprietario identificabile, non rientrano nella giurisdizione sanzionatoria dell’OFAC.

Secondo i giudici l’agenzia federale avrebbe abbondantemente ecceduto la propria autorità nel tentativo di regolamentare una tecnologia decentralizzata, che, per sua stessa definizione, sfugge al controllo di un’entità centrale.

Questa notizia ha avuto come prevedibile un impatto immediato sul mercato delle criptovalute, in particolare sul token nativo di Tornado Cash, conosciuto con il ticker TORN. Nelle ore successive all’annuncio il valore di TORN è schizzato infatti alle stelle, registrando un incremento di circa il 60%.

Secondo i dati aggiornati al 21 marzo 2025, la capitalizzazione di mercato del token ha raggiunto i 73 milioni di dollari, mentre il valore cosiddetto fully diluted – che considera cioè l’intera offerta potenziale di token – si è attestato intorno ai 140 milioni di dollari.

Questo vero e proprio rally riflette l’entusiasmo degli investitori e degli utenti della comunità crypto, che vedono nella rimozione delle sanzioni un segnale di riconoscimento della legittimità di strumenti come Tornado Cash nel garantire la privacy finanziaria.

Dinamica, peraltro, già in atto, soprattutto in seguito ad altre decisioni in qualche modo mediate dalla nuova amministrazione Trump, nonché da quella che a buon titolo possiamo considerare “l’aria nuova” che tira in ambito criptovalute e privacy a livello planetario.

Si faccia riferimento, a tale proposito, al nostro recente articolo dedicato ai casi Durov e Ulbricht.

“Pavel Durov e Ross Ulbricht: tra libertà e tecnologia”

Tornado Cash: un protocollo sotto i riflettori

Per comprendere appieno l’importanza di questa vicenda, è necessario fare un passo indietro e analizzare il contesto che ha portato Tornado Cash al centro di un dibattito globale. Lanciato nel 2019, Tornado Cash è un protocollo decentralizzato basato sulla blockchain di Ethereum che consente agli utenti di “mischiare” i loro depositi di criptovalute, rendendo estremamente complesso tracciare la provenienza o la destinazione dei fondi.

Il funzionamento è semplice ma efficace: un utente deposita una certa quantità di Ether (ETH) o altri token compatibili in un pool gestito da smart contract; successivamente, può ritirare i fondi da un indirizzo diverso, interrompendo così la catena di transazioni visibile sulla blockchain.

Questa tecnologia, nota come “mixing”, è stata concepita per proteggere la privacy degli utenti in un ecosistema, quello delle blockchain pubbliche, dove tutte le transazioni sono trasparenti e rintracciabili per impostazione predefinita.

Tuttavia, questa stessa caratteristica ha attirato l’attenzione delle autorità di regolamentazione. Nell’agosto del 2022, l’OFAC ha inserito Tornado Cash nella sua lista di sanzioni, accusando il protocollo di essere uno strumento utilizzato per il riciclaggio di denaro su vasta scala. Secondo le stime dell’agenzia statunitense, Tornado Cash avrebbe facilitato il trasferimento di oltre 7 miliardi di dollari in fondi illeciti dal momento del suo lancio.

Tra i casi più eclatanti citati dall’OFAC vi è il coinvolgimento del Lazarus Group, un collettivo di hacker legato alla Corea del Nord noto per aver orchestrato alcuni dei più grandi furti nella storia delle criptovalute.

Solo nel 2024 il gruppo, stando alle ipotesi degli accusatori, avrebbe utilizzato Tornado Cash per riciclare circa 1,4 miliardi di dollari rubati dall’exchange Bybit, una piattaforma di trading tra le più popolari al mondo.

Questi fondi, una volta “mischati” attraverso il protocollo, sarebbero diventati praticamente impossibili da tracciare, alimentando in tal modo le critiche di chi vedeva in Tornado Cash una minaccia per la sicurezza finanziaria globale.

La battaglia legale e il caso Pertsev

La decisione dell’OFAC del 2022 non è passata inosservata, scatenando un acceso dibattito tra sostenitori della privacy e autorità di regolamentazione.

Da un lato, i critici del protocollo sostenevano che la sua struttura decentralizzata lo rendesse un’arma nelle mani di criminali; dall’altro, i difensori della tecnologia, tra cui gran parte della comunità Ethereum, lo consideravano come ovvio un baluardo fondamentale per la protezione dei diritti individuali in un mondo sempre più sorvegliato.

La controversia ha raggiunto un punto di svolta con il coinvolgimento diretto di Alexey Pertsev, uno degli sviluppatori principali di Tornado Cash. Nel 2024 un tribunale olandese ha condannato Pertsev a 64 mesi di carcere con l’accusa di riciclaggio di denaro, ritenendolo responsabile per l’uso illecito del protocollo che aveva contribuito a creare.

La sentenza ha suscitato un’ondata di indignazione tra gli attivisti per la libertà digitale, che hanno accusato i giudici di aver ignorato la natura decentralizzata di Tornado Cash e il fatto che Pertsev non avesse alcun controllo sulle azioni degli utenti.

A febbraio 2025 la situazione è cambiata nuovamente: Pertsev è stato trasferito agli arresti domiciliari in attesa dell’appello, un segnale che la sua battaglia legale era tutt’altro che conclusa.

La comunità crypto si è dunque mobilitata in suo favore, e l’Ethereum Foundation, una delle organizzazioni più influenti nel mondo delle blockchain, ha donato ben 1,25 milioni di dollari per finanziare la difesa legale di Pertsev. Il messaggio della fondazione è stato chiaro e inequivocabile: “La privacy è un diritto fondamentale, e scrivere codice non è un crimine”.

Questo supporto ha rafforzato la narrativa secondo cui le autorità stessero cercando di criminalizzare gli sviluppatori per il semplice atto di creare strumenti tecnologici, indipendentemente dall’uso che ne veniva fatto.

Una vittoria per la decentralizzazione

La sentenza della corte d’appello americana del gennaio 2025 e la successiva rimozione delle sanzioni da parte dell’OFAC rappresentano una vittoria non solo per Tornado Cash, ma per l’intero movimento della finanza decentralizzata.

La decisione ha messo definitivamente in discussione il potere delle agenzie governative di regolamentare tecnologie che, per loro natura, operano al di fuori dei tradizionali sistemi di controllo.

Gli smart contract di Tornado Cash, una volta distribuiti sulla blockchain, sono immutabili e non possono essere modificati o gestiti da un’entità centrale. Questo aspetto, secondo i giudici, li rende diversi da un’organizzazione o un individuo soggetto a sanzioni. Un precedente molto significativo, e una sentenza che cambia letteralmente le regole del gioco.

Per i sostenitori della DeFi, questa è una conferma che la tecnologia blockchain può resistere alle pressioni normative, aprendo la strada a un futuro in cui la privacy finanziaria non sia vista come una minaccia, ma come un diritto inalienabile.

Tuttavia, la vicenda lascia aperte numerose domande. Se da un lato Tornado Cash torna operativo e il suo token riprende quota, dall’altro le autorità potrebbero cercare nuove strategie per contrastare l’uso di questi strumenti da parte di attori malevoli. Il caso di Pertsev, ancora in sospeso, sarà un banco di prova cruciale per definire i limiti della responsabilità degli sviluppatori nel mondo delle criptovalute.

Conclusioni

Il 21 marzo 2025 segna un capitolo importante nella storia di Tornado Cash e, più in generale, della lotta per la privacy digitale. Con il protocollo di nuovo “in pista” e il suo token in rialzo, il mondo crypto celebra una vittoria simbolica contro la regolamentazione eccessiva.

Tuttavia, il dibattito è lungi dall’essere concluso. Mentre la tecnologia continua a evolversi, governi, sviluppatori e utenti dovranno trovare un equilibrio tra libertà individuale e sicurezza collettiva, in un contesto in cui le linee di confine sono sempre più sfumate.

Per ora Tornado Cash è tornato sotto i riflettori, dimostrando che la decentralizzazione può essere tanto potente quanto controversa.

Filippo Albertin

Altri articoli che potrebbero interessarti

Bitcoin Taproot e tokenizzazione: opportunità per istituzioni e investitori… Bitcoin, la prima e più nota crypto, ha continuato a evolversi attraverso aggiornamenti significativi, come Taproot. Questo progresso tecnico non solo...

Crypto e hacker: un compendio generale per la sicurezza, con specifico riferimento alla custodia di asset digitali… Le criptovalute rappresentano un fenomeno globale, che affascina milioni di persone con la...

Analisi Tecnica delle Criptovalute: Guida Base per Principianti L’analisi tecnica è uno degli strumenti principali utilizzati per valutare i mercati finanziari, compresi quelli delle criptovalute. Sebbene l’analisi fondamentale, che si...

© All rights reserved. Cryptosmart Spa / P.I. 03775010543 / Numero REA PG – 350225

© All rights reserved. Cryptosmart Spa / P.I. 03775010543 / Numero REA PG – 350225