CBDC, Bitcoin, stablecoin: aggiornamento sul futuro della moneta, tra opportunità e minacce…
A periodi alterni, attraverso una mescolanza spesso caotica di voci di corridoio, comunicati ufficiali e richiami da parte delle testate di settore crypto o più genericamente economico, riaffiora il tema delle cosiddette CBDC (acronimo per Central Bank Digital Currency, le valute digitali emesse direttamente dalle banche centrali e controllate altrettanto direttamente dagli stati emittenti).
In Europa un progetto pilota centrato sull’euro digitale è a rigore già iniziato, anche se a tutt’oggi non abbiamo traccia di un suo testing effettivo in termini di wallet dedicato e relative istruzioni all’utente. Tuttavia è piuttosto probabile che nei prossimi anni, e neppure troppo avanti nel tempo, tale annuncio diventi realtà.
A rigore abbiamo già parlato di valute digitali delle banche centrali, ovvero proprio di euro digitale, in un articolo specifico — “Euro digitale e CBDC: un approfondimento — che già definiva i termini tecnici della questione e il rapporto tra questi nuovi asset e le criptovalute, sia standard che stabili.
Se da un lato la parte tecnica abbondantemente descritta all’epoca rimane sostanzialmente identica, dall’altro lato ci sono certamente degli aggiornamenti di contesto da evidenziare; ciò che cambia è infatti lo scenario globale delle transazioni, che come abbiamo recentemente visto sta vedendo l’ingresso di nuove tecnologie in grado di rivoluzionare radicalmente lo scenario dei pagamenti e delle transazioni planetarie. Una tra tutte — si vedano in sequenza gli articoli “Tether e Lightning Network: nuova frontiera dei pagamenti” e “Crypto, Tether, El Salvador: tra USA ed Europa cosa cambia?” — l’imminente entrata in scena di un dollaro Tether in grado di funzionare all’interno del layer Lightning Network, ovvero attraverso il protocollo Bitcoin.
Se la situazione europea è in larga misura somigliante a quella statunitense, dove analoghe dichiarazioni non si sono ancora tradotte in fatti concreti, ma certamente stanno celando fasi di studio e ricerca preliminare, in altri paesi la situazione è totalmente diversa. Sul piano dello scacchiere economico e monetario globale, la Cina è stata la prima a creare il suo e-CNY, con milioni di transazioni effettuate.
La risultante di tutte queste considerazioni fattuali suscita numerose domande sul futuro complessivo della moneta, sulla concorrenza tra stati e relative valute, nonché sui rapporti tra decentralizzazione e centralizzazione, visto che, come già visto, le CBDC non sono minimamente paragonabili alle crypto decentralizzate, essendo governate da contratti e automatismi interni totalmente nelle mani dell’autorità emittente centrale.
Se a questo aggiungiamo i pregressi profili di debito e credito degli stati, con specifico riferimento alle superpotenze USA, Russia e Cina (quest’ultima, lo sottolineiamo, grande creditrice degli Stati Uniti), è evidente che l’avvento e consolidamento di tutte queste tecnologie andrà a velocizzare numerose dinamiche già in corso, restituendo una mappa mondiale del valore, delle transazioni, dei pagamenti e dell’economia totalmente o fortemente diversa da quella che conosciamo.
Senza la presunzione di prevedere il futuro, in questo articolo andremo ad analizzare i termini della questione, cercando di elaborare un quadro interpretativo in grado di formulare alcune ipotesi di scanario, ovvero alcuni scenari alternativi.
CBDC: breve riassunto (e contesto)
Le Central Bank Digital Currency sono valute digitali emesse direttamente dalle banche centrali, che rappresentano una versione digitale delle valute fiat a corso legale. A differenza del denaro contante o delle riserve digitali detenute dalle banche commerciali, le CBDC sono passività dirette della banca centrale, garantite e regolamentate da essa. Questo significa che, come il denaro fisico, le CBDC hanno valore legale e possono essere utilizzate per tutti i pagamenti, ma in forma digitale.
Ora, è evidente che ormai da tempo l’attività delle banche centrale è abbondantemente legata ai circuiti infotelematici. Quindi, in sostanza, gli euro e i dollari sono per molti versi “digitali”, ovvero “digitalizzati” da molto tempo. La differenza ha quindi a che vedere con un apporto tecnologico specifico: la blockchain. Ovvero, le CBDC sono un mix centralizzato della tecnologia decentralizzata per eccellenza.
La parte centralizzata risponde a quella che risulta essere l’istanza primaria delle CBDC: utilizzare non più, come nel caso della comune “moneta fiat digitale”” che scorre nelle nostre app di home banking, dei soldi gestiti da entità di mediazione (banche e istituti finanziari abilitati), bensì una forma di moneta non solo emessa, ma anche interamente e direttamente controllata dall’autorità che l’ha emessa.
In altre parole, le CBDC si configurano come valute nazionali utilizzabili dall’utente finale, ma controllabili e programmabili solo dalla nazione che le ha emesse, senza alcuna mediazione. Una configurazione che mette in scena uno sconcertante paradosso: la blockchain (opportunamente revisionata in protocolli, appunto, centralizzati) viene usata non già per mettere l’utente nelle condizioni di essere “banca di sé stesso”, ma per trasformare le banche centrali in “super-utenti” che controllano in automatico i wallet degli utenti.
Ancora sulla differenza tra stablecoin e CBDC…
Torniamo rapidamente su un concetto comparativo. Le già esistenti stablecoin sono criptovalute progettate per mantenere un valore stabile, spesso ancorato a un asset reale come il dollaro statunitense, l’oro o un paniere di valute.
Le stablecoin sono emesse da entità private e il loro valore è mantenuto stabile attraverso vari meccanismi, come la detenzione di riserve di valuta fiat o l’uso di smart contract per aggiustare l’offerta. Non hanno corso legale e dipendono dalla fiducia nell’emittente.
Le CBDC sono emesse da un’istituzione governativa, la banca centrale, e hanno corso legale. Non sono ancorate a un altro asset ma rappresentano direttamente la valuta nazionale. Le CBDC godono della fiducia e della garanzia dello Stato, offrendo una stabilità intrinseca e regolamentata.
Lo scenario che prevede la compresenza potenziale di stablecoin e CBDC è piuttosto bizzarro, in quanto le stablecoin, che sono criptovalute, potrebbero un domani avere un collaterale in CBDC, ovvero un collaterale in asset che per definizione potrebbe anche proibire a monte il loro stesso uso come collaterale!
Oltre a questo aspetto già di per sé problematico e spinoso, nel caso di una parziale o permanente presenza del contante (anche su questo aspetto la prospettiva è piuttosto nebulosa, visto che stando alle dichiarazioni ufficiali il contante sembrerebbe destinato a restare, ma non è detto che possa restare per sempre), si pone certamente il problema della forte probabilità di una concorrenza tra stablecoin e CBDC.
Il ruolo di Bitcoin (e delle stablecoin BTC-friendly)
Essendo che Bitcoin è ormai universalmente riconosciuto come “oro digitale”, totalmente decentralizzato, privo di controllo da parte di stati e istituzioni, utilizzabile da chiunque a livello planetario, come interpretare un mondo potenzialmente rappresentato da tre asset monetari diversi, CBDC, stablecoin e BTC?
Ma soprattutto: come interpretare tale compresenza in ragione di uno sviluppo tecnologico che — ricordiamo la collaborazione tra Tether e Lightning Labs — potrà in tempi brevi produrre una super-app in grado di transare a velocità immediate e fees praticamente inesistenti sia satoshi che dollari Tether USDT?
Considerando quanto l’equilibrio economico e monetario converga spesso a configurazioni molto meno apocalittiche di quanto si possa immaginare, è ragionevole ipotizzare le seguenti possibilità:
1. Coesistenza: Le CBDC potrebbero banalmente coesistere con le criptovalute, Bitcoin in primis, offrendo soluzioni complementari legate per esempio alla necessità di svolgere funzioni intimamente legate a stati o comunità. Le criptovalute potrebbero continuare a servire mercati di nicchia o funzioni specifiche come investimenti o pagamenti internazionali dove la privacy o la decentralizzazione sono valorizzate.
Da notare quanto questa ipotesi potrebbe anche portare ad alcuni miglioramenti. Basti pensare ai tanti fondi europei che vengono letteralmente persi in quanto affidati a conti correnti in paradisi fiscali e affini. Nello specifico caso, un euro digitale potrebbe anche risolvere alcuni problemi in termini di trasparenza tra finanziatore istituzionale e beneficiario.
2. Concorrenza: Le CBDC potrebbero competere direttamente con le criptovalute, specialmente le stablecoin, offrendo una versione digitale della moneta fiat con la garanzia statale, potenzialmente riducendo l’uso e l’impatto delle criptovalute private. In questo caso soggetti come Tether dovrebbero necessariamente rimodulare la loro offerta, aggiungendo caratteristiche appetibili e a valore aggiunto, oppure provvedendo a elaborare un sistema misto in grado di garantire la stabilità della moneta attraverso meccanismi paralleli.
A tale proposito, molto interessante il caso delle stablecoin a fine-tuning decentralizzato attraverso smart contract di gestione automatizzata della liquidità, di cui abbiamo parlato in un articolo monografico:
“Stablecoin centralizzate VS decentralizzate: un confronto”
3. Regolamentazione: Le banche centrali potrebbero utilizzare le CBDC per aumentare la regolamentazione nel settore delle criptovalute, imponendo standard o limitazioni che influenzano il funzionamento e l’adozione delle valute digitali private, ovviamente laddove possibile, come appunto nel caso di stablecoin a collaterale fiat money.
Come abbastanza ovvio, questo scenari non riguardano il breve periodo, e neppure il medio, ma si concentrano su un asse temporale di certo protratto almeno al medio-lungo, visto che parliamo di trasformazioni che dovranno tenere conto di numerose variabili: tecnologia, componente generazionale, mercati, equilibri internazionali sul piano economico e monetario, etc… Tutti aspetti ben lontani dal dirsi deterministici o scontati.
Quali sono i rischi delle CBDC?
Anche in questo caso, il nostro articolo pregresso citava alcune “asperità” delle CBDC legate soprattutto al punto di vista dell’utente comune. Queste caratteristiche critiche rimangono ovviamente anche in seguito agli aggiornamenti che il mondo crypto, ovvero il mondo tutto, sta vivendo in termini di evoluzione dei sistemi di pagamento. Con alcune novità e precisazioni…
Rischio di privacy: Le CBDC potrebbero permettere alle banche centrali e ai governi di monitorare le transazioni con maggiore facilità, sollevando preoccupazioni sulla privacy. Questo scenario, in parte già operativo, intercetta un possibile sviluppo delle privacy coin (DASH, Monero, z-Cash, lo stesso Bitcoin attraverso opportuni accorgimenti). In questo senso, un possibile e probabile upgrade in termini di transazione di stablecoin e satoshi attraverso una super-app in grado di essere non solo veloce ed economica (Lightning Network), ma anche sicura e anonima, andrebbe certamente a costituire uno standard di grande interesse.
Impatto sulle banche commerciali: Se i cittadini possono detenere denaro solo direttamente presso la banca centrale, si potrebbe ridurre la base dei depositi delle banche commerciali, influenzando la loro capacità di prestare denaro.
Anche in questo caso, l’ipotesi è riferita a un lontano futuro. Ma l’estremizzazione tra Stato e Utente Finale potrebbe anche gradualmente accentuarsi, eliminando via via gli intermediari istituzionali. Da questo punto di vista, l’apporto “finanziario stretto” della DeFi potrebbe rivelarsi illuminante e risolutivo in numerose situazioni.
A tale proposito, consigliamo la lettura del nostro articolo dedicato alla finanza decentralizzata ormai diventata uno standard dell’ecosistema Ethereum e derivati L2 e sidechain:
“Lending e borrowing: alternative di guadagno in DeFi”
Cybersecurity: La digitalizzazione completa del denaro aumenta il rischio di attacchi informatici, che potrebbero avere conseguenze devastanti se riuscissero a compromettere il sistema.
Stabilità finanziaria: La gestione e l’introduzione delle CBDC devono essere fatte con attenzione per evitare perturbazioni nel sistema finanziario esistente o inflazione indesiderata. Dobbiamo infatti sempre ricordare quanto il “conio infinito” di moneta sia il meccanismo alla base della sua progressiva perdita di potere d’acquisto. Nel caso di una moneta “stampata unicamente con un click”, senza i costi del contante in termini di mera produzione e stampa, questo fenomeno potrebbe essere ulteriormente inasprito.
Paradossalmente, una tendenza del genere potrebbe veramente individuare in Bitcoin l’unica vera alternativa, soprattutto per il risparmio privato e la messa in sicurezza del capitale.
Conclusioni
In conclusione, le CBDC rappresentano una rivoluzione potenziale nel mondo finanziario, offrendo benefici come maggiore efficienza nei pagamenti e inclusione finanziaria, ma portano con sé sfide significative in termini di privacy, regolamentazione e sicurezza. La loro introduzione sarà un processo complesso che richiederà un bilanciamento tra innovazione e stabilità.
In questo processo di adozione il mondo delle criptovalute “pure” potrebbe giocare un ruolo centrale, non solo in termini di alternativa concreta per ovviare ai difetti del sistema, ma anche per regolare e indirizzare, sia pure indirettamente, il sistema stesso, verso una risultante che abbia un senso economico e monetario sostenibile per la comunità. Una comunità, giova ricordarlo, sempre più globale e connessa.
Filippo Albertin