Crypto, Bitcoin e blockchain: un mondo per tutti

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Crypto, Bitcoin e blockchain: un mondo per tutti, che con un minimo di formazione di base offre grandi vantaggi accessibili a chiunque…

Per quanto il titolo possa essere (e di certo è) giudicabile come pretenzioso, specie nell’assunto di esaurire quelli che possono essere anche in prospettiva tutti gli usi di una tecnologica che sta facendo passi da gigante nei settori più disparati, di certo è utile riassumere — specie per i tanti profani che ancora non conoscono le sue potenzialità — quelli che sono i vantaggi pratici e concreti degli strumenti nati dopo le rivoluzioni di Bitcoin e di Ethereum.

Per molte persone questi campi sono lontani, astrusi, destinati ad esperti della finanza e dell’informatica ad essa applicata. Ma non è così. A tutt’oggi una miriade di utenti sta utilizzando queste tecnologia nella vita di tutti i giorni, e non stiamo parlando di “addetti ai lavori”, ma di persone assolutamente comuni, che a livello tecnico sono semplici cittadini, piccoli imprenditori, commercianti, risparmiatori, con la sola facoltà di riuscire a utilizzare un comune smartphone o computer.

In questo articolo cercheremo, lungi dall’essere del tutto esaustivi, di elencare comunque quelle che sono le caratteristiche “salienti” della cryptosfera, evidenziando gli usi più interessanti e ad alto valore aggiunto in tutti i campi, dal più semplice al più articolato.

Bitcoin: l’oro digitale per antonomasia

Non è questa la sede per una lezione di economia monetaria, ma basti dire che Bitcoin è ormai considerato universalmente — dati sul prezzo Bitcoin alla mano — l’asset deflativo più vicino all’oro nel mondo digitale. Mentre il potere d’acquisto del dollaro, e di conseguenza di tutte le monete fiat a offerta illimitata inaugurate dall’abolizione del gold standard nel 1971, è andato diminuendo continuamente, con la definizione di una dinamica infativa “di sistema” ormai connaturata alle valute nazionali, quello di Bitcoin è invece aumentato sempre.

Il lettore potrà approfondire leggendo questo nostro articolo monografico: “Bitcoin, una rivoluzione tra valore e moneta”

Se nel 2010 un BTC serviva a comprare una pizza, oggi un BTC può essere tranquillamente speso per acquistare un mini-appartamento o un’auto di lusso. E la ragione è economicamente semplice: Bitcoin è un bene digitale programmato per la scarsità, esattamente come l’oro.

Oltre a questo, Bitcoin non può essere censurato, sequestrato, bloccato, in quanto funziona attraverso un sistema cosiddetto “decentralizzato” ovvero privo di mediatori. Le transazioni vengono registrate in un libro mastro elettronico che si chiama blockchain, che viene aggiornato in contemporanea per tutti i nodi della rete.

Quindi non esiste un ente centrale, un censore, un decisore che possa sindacare su questa o quella operazione: l’individuo è realmente proprietario dei suoi BTC, ed è libero di scambiarli con chiunque altro suo simile per ottenere beni o servizi.

Se in un articolo dedicato — “Bitcoin: cos’è per i paesi emergenti?” — abbiamo già affrontato il tema dell’importanza di Bitcoin nei paesi dove l’accesso al sistema bancario è complesso, dove i regimi impongono politiche coercitive, dove la censura è alta, dove l’inflazione è diventata super-inflazione, restano da elencare gli usi concreti di Bitcoin nel nostro Occidente apparentemente così opulento e libero.

1. Protezione del risparmio dall’inflazione di medio-lungo periodo (senza bisogno di rivolgersi a intermediari finanziari): Bitcoin è appunto oro digitale facilmente stivabile in comodi wallet digitali. Una cassaforte personale, difesa da agenti crittografici e protetta da una chiave privata formata da dodici parole.

Diventare sufficientemente esperti in materia è semplice. Anche il lettore novizio può consultare i nostri tutorial dedicati:

“Wallet: un portafoglio per conservare al sicuro le crypto”

“Seed phrase: la chiave della sicurezza del wallet”

2. Transazioni a basse commissioni: Inviare quantità considerevoli di denaro a persone lontane può essere molto difficile, specie se dobbiamo avere a che fare con protocolli come SWIFT e affini, che sul piano internazionale possono anche impiegare giorni.

Bitcoin risolve questo problema alla radice, in quanto non serve andare in banca per aprire un conto, né ottenere complesse chiavi per l’uso di app e software home banking. Con un minimo di formazione di base, chiunque — anche una persona poco esperta, un giovanissimo, o un anziano — può avere il suo wallet dove ricevere BTC. Transazioni equivalenti ad alcune migliaia di euro o dollari possono venire a costare commissioni addirittura inferiori ai due euro, e impiegare un tempo di ricezione dell’ordine dei 10-30 minuti.

3. Libertà finanziaria: Ogni acquisto che viene effettuato attraverso carta di credito o debito, nonché bonifico, è necessariamente tracciato. Questo significa che le nostre informazioni sensibili a disposizione dell’emittente o della banca sono potenzialmente consultabili da chiunque, sia in malafede (ai fini per esempio di vendere i nostri dati alle tante big company dell’informazione che notoriamente pagano molto per profilare gli utenti potenziali), sia indirettamente e in totale buonafede (si pensi a un attacco hacker, di quelli che ormai sono all’ordine del giorno).

La blockchain di Bitcoin è completamente tracciata, ma gli indirizzi sono stringhe alfanumeriche, scollegate da qualsiasi indirizzo fisico, informazione sensibile e dato anagrafico. I BTC possono essere usati quindi per acquistare beni e servizi in modo realmente discreto e rispettoso della privacy, nonché a inviare un supporto pecuniario a persone in difficoltà: paesi in guerra, regimi totalitari, censure preventive su conti correnti e depositi di perseguitati. Tutti temi purtroppo molto attuali, basti pensare alla recente cronaca.

A questo proposito, il lettore potrà leggere il nostro approfondimento:

“Crypto pagamenti per acquistare prodotti e servizi”

Dopo Ethereum: le applicazioni blockchain e gli smart contract

A partire dalla nascita della seconda moneta decentralizzata più capitalizzata al mondo, Ethereum, nel 2014, inizia per la blockchain una fase di ulteriore sviluppo. La struttura della decentralizzazione viene opportunamente modificata per consentire gli “smart contract”, ossia processi di automazione che trasformano la rete di nodi connessi in una grande macchina virtuale capace di compiere operazioni automatizzate.

Nasce la cosiddetta DeFi (finanza decentralizzata), mediata da “meccanismi” che consentono una miriade di operazioni con un notevole risparmio di tempo, denaro e fatica.

Senza entrare troppo nel dettaglio tecnico, basti dire che attraverso varie progettualità crypto la tecnologia della decentralizzazione può consentire operazioni che prima del suo avvento implicavano la congiunta presenza di esperti, professionisti, tecnici, uffici, oggi pienamente sostituiti da banali applicazioni specializzate che si connettono alla blockchain e possono funzionare con un semplice laptop o smartphone.

Le funzioni strettamente finanziarie sono state oggetto di vari nostri articoli in materia, tra cui i seguenti:

“Staking crypto e yield farming: generare reddito in criptovalute”

“Lending e borrowing: alternative di guadagno in DeFi”

A parte questi aspetti prettamente pecuniari e di gestione del debito e del credito in forma automatizzata, trasparente e appunto decentralizzata, esistono però numerose altre funzioni pratiche di estremo interesse. Per esempio:

1. Tokenizzazione: Qualsiasi bene dotato di valore può essere valorizzato attraverso una sua “parcellizzazione” in unità — fungibili (denaro digitale) o non fungibili (token unici in tiratura limitata) — per essere poi messo sul mercato attraverso procedimenti di “collettivizzazione” che prima della blockchain sarebbero stati impossibili, o comunque molto complessi. Il pezzettino della Gioconda, o del grande palazzo storico da ristrutturare, diventa una specie di piccolissima azione, che però non necessita di complesse figure intermedie per implementare compravendita e negoziazione sul mercato. Tutto avviene attraverso wallet digitali.

Le applicazioni sono infinite: immobili di pregio, multiproprietà e in generale real estate; ma anche incentivi economici legati alla detenzione o alla cessione di specifici dati (ultimamente questo sistema viene usato per l’internet delle cose — Internet of Things — con riferimento ad automotive, dispositivi di tracciamento, app di autenticazione, etc…).

2. Notarizzazione digitale: La blockchain permette di certificare l’esistenza e unicità di un documento o di un qualsiasi file multimediale, con valore assolutamente legale.

Pensiamo a un contratto chiave con un fornitore, che in formato cartaceo potrebbe andare perso, o che in ogni caso attraverso notarizzazione “fisica” potrebbe costare all’imprenditore centinaia e centinaia di euro. Nel caso della notarizzazione in blockchain la procedura è molto economica e snella, in quanto sfrutta una funzionalità automaticamente presente, e connessa a fees che possono arrivare ad essere prossime allo zero.

Questa funzione può anche validare la traccia temporale di foto e acquisizioni video relative, per esempio, a incidenti, a situazioni specifiche da presentare in sede di denuncia a un tribunale, e via discorrendo. Opportune applicazioni si occupano di trasformare direttamente i materiali multimediali in documenti digitali univoci e immutabili, registrati in modo trasparente su blockchain pubblica.

Ma non solo. La notarizzazione permette anche di identificare vere e proprie sequenze di atti digitali, come nel caso delle certificazioni di filiera…

3. Certificazioni: Ormai quasi tutti i settori, dal food ai materiali, richiedono (specie per le esportazioni) complesse certificazioni su ingredienti, fornitori, processi produttivi, impronta digitale sull’anidride carbonica utilizzata nel processo, etc…

La trasparenza e verificabilità dei dati in blockchain consente quindi di sfruttare un notevole vantaggio competitivo su concorrenti privi di tali tecnologie, ovvero costretti a fornire le medesime informazioni a ben più alti costi, ovvero a non fornirle proprio.

4. Proprietà intellettuale: Le tecnologie blockchain stanno letteralmente trasformando il settore della “creazione di contenuti” nel Web attraverso sistemi che consentono di aggirare completamente le grandi compagnie mediatiche che possiedono di fatto le opere digitali degli utenti, consentendo ai medesimi di rientrare in possesso del loro legittimo lavoro.

Pensiamo a un influencer o testimonial. Grazie al cosiddetto Web3, i vari supporti materiali dei fan alla sua attività possono essere monetizzati direttamente attraverso un sistema di smart contract che a un like, per esempio, facciano corrispondere l’automatico invio di una certa somma di token digitale dal wallet del sostenitore a quello del personaggio in questione.

Ma non solo. Acquistando il “token specifico del tale creatore” un generico appassionato può diventare letteralmente possessore di parte del successo del medesimo, come in una sorta di grande borsa dove anche senza fondi iniziali il talento può essere premiato attraverso oblazioni che diventano anche partecipazione attiva a un business, o a una passione.

Conclusioni

Il mondo delle criptovalute, mediato dai tantissimi progetti sorti dopo la nascita di Bitcoin ed Ethereum, intercetta funzioni evolute in grado di rivoluzionare praticamente qualsiasi settore del mercato, della cultura e della comunicazione.

Il concetto di decentralizzazione declina anche i più classici ambiti in una modalità totalmente nuova, che aggira ogni forma di sterile o costosa mediazione mettendo al centro del sistema l’imprenditore e i suoi fornitori o clienti, oppure l’artista e il suo pubblico, oppure l’utente e i suoi beneficiari, siano essi amici o parenti.

I termini chiave di questa rivoluzione sono chiari e puntualmente espressi da precise funzioni della tecnologia: responsabilità (i wallet sono totalmente e unicamente gestiti dal singolo attraverso un sistema crittografico di cui lui solo ha la chiave), trasparenza (la blockchain funziona attraverso registri fisibili da chiunque intenda controllare e accertarsi), e libertà (nessuno può censurare o bloccare una transazione o uno smart contract avvenuti secondo le regole del protocollo).

In altre parole, l’alba di un nuovo mondo, che non è destinato solo agli addetti ai lavori e a chi ne sa molto di economia e informatica, ma che al contrario si rivolge a chiunque abbia anche solo la curiosità di approcciarlo, saggiandone da subito i vantaggi.

Filippo Albertin

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