Polkadot ETF: il mercato finanziario pensa ancora in crypto

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Polkadot ETF: il mercato finanziario continua a ragionare e a investire in crypto…

Recentemente l’interesse per Polkadot (DOT) ha portato all’emissione di ETF dedicati anche a questa criptovaluta. La tendenza, come abbiamo visto in alcuni articoli altrettanto recenti, non è certo una novità: prima di procedere ad autocustodia, staking e comuni procedure intimamente legate ai meccanismi blockchain e DeFi, o a gestione diretta degli asset digitali in piattaforme dedicate al trading e alla custodia centralizzata (CEX), specifici utenti più orientati al puro investimento preferiscono acquistare prodotti meramente finanziari, attraverso un inserimento nel proprio portafoglio di tali asset.

Si veda a tale proposito l’impatto della tendenza sul prezzo Polkadot.

Tra gli emittenti più noti c’è indubbiamente 21Shares, che ha presentato domanda alla SEC per lanciare un ETF su Polkadot negli Stati Uniti. In precedenza, 21Shares aveva già introdotto il primo ETF su Polkadot nel 2021 in Svizzera, dimostrando un interesse continuo verso questo progetto blockchain. In ambito elvetico l’ETP 21Shares Polkadot, lanciato il 3 febbraio 2025, è ad oggi il più grande ETN che tiene traccia dell’indice Polkadot. Esso replica la performance dell’indice sottostante con un’obbligazione di debito collateralizzata che è supportato da partecipazioni fisiche della criptovaluta.

Negli Stati Uniti 21Shares ha presentato istanza di ETF Polkadot alla SEC con l’obiettivo di quotare le azioni che monitorano il prezzo di DOT sull’Exchange BZX di Cboe. Questo segna il secondo deposito di Polkadot ETF, dopo la proposta di “2x DOT ETF”” con leva finanziaria di Tuttle Capital; 21Shares ha nello specifico proposto una registrazione S-1 alla Securities and Exchange Commission per un ETF sulla nota crypto, con l’obiettivo di quotare le azioni sulla borsa Cboe BZX.

Questa proposta di 21Shares Polkadot Trust utilizzerà il tasso di riferimento CME CF Polkadot-Dollar per monitorare i prezzi DOT, con Coinbase Custody in qualità di custode. Il fondo manterrà una strategia di investimento passivo, evitando leva finanziaria, derivati e attività di trading attive; l’impostazione generale segue l’originaria proposta di Tuttle Capital Management per un ETF Polkadot 2x con leva finanziaria, parte di una presentazione più ampia per 10 ETF crittografici con leva finanziaria.

Il token nativo di Polkadot DOT è in ogni caso aumentato del 3% in reazione alla presentazione dell’ETF, raggiungendo un massimo di 6,42 dollari prima di stabilizzarsi a 6,35 al momento della stampa. La sua capitalizzazione di mercato è attualmente pari a 9,4 miliardi di dollari.

La notizia dell’ETF in questione è significativa per il prezzo DOT poiché la decisione è nelle mani della nuova SEC, potenzialmente più accomodante e crypto-friendly sotto la guida di un entusiasta Paul Atkins. Un trend che ormai sembra essere del tutto acquisito e generalizzato, con tutte le interessanti conseguenze del caso.

Ciò potrebbe portare a una rapida approvazione per il fondo negoziato in borsa DOT quest’anno, motivo per cui il prezzo della criptovaluta ha spinto al rialzo all’inizio della settimana.

Sulla base di tali dati di mercato andremo ad analizzare il fenomeno, proponendo anche una riflessione sul significato dell’interesse verso le crypto e sull’atteggiamento che l’investitore medio dovrebbe assumere verso questa forma di investimento.

Polkadot: breve analisi economica

Polkadot è noto per la sua capacità di interoperabilità tra blockchain, offrendo un’infrastruttura che consente il trasferimento di qualsiasi tipo di dato o asset. Dal lato prettamente tecnico e indubbiamente “decentralizzato” abbiamo già dedicato a questa crypto alcune analisi specifiche in termini di ecosistema e peculiarità, reperibili nei seguenti articoli:

“Treasury, il fondo di Polkadot spiegato facile”

“Polkadot 2.0: il rilancio tra opportunità e innovazioni”

Ebbene, le caratteristiche tecniche descritte e la continua ricerca in termini di sviluppo progettuale individuano in DOT un candidato attraente per gli ETF, poiché permette agli investitori di diversificare il loro portafoglio cripto con una tecnologia di base che potrebbe diventare fondamentale, per non dire standard, per l’intero ecosistema blockchain.

In ragione di tale considerazione di base, l’analisi economica fondamentale suggerisce i seguenti punti di forza dell’asset:

Crescita potenziale: Gli ETF su Polkadot potrebbero attirare un’ampia gamma di investitori, sia istituzionali che retail, aumentando così la domanda e potenzialmente il valore di DOT anche nella sua dimensione basica (detenzione e uso in wallet crittografici, nonché presenza in account su exchange e piattaforme di trading).

Riduzione delle barriere: Gli ETF rendono l’investimento in criptovalute come DOT più accessibile a utenti che intendono saggiare prima il versante della performance economica, senza la necessità di gestire direttamente le chiavi private o affrontare le complessità delle piattaforme di trading dedicate.

Liquidità: L’introduzione degli ETF potrebbe migliorare la liquidità di DOT, facilitando transazioni più fluide e riducendo la volatilità a livello globale.

Polkadot ETF: la risposta del mercato

La risposta del mercato all’annuncio dell’emissione di ETF su Polkadot è stata generalmente positiva, con una percezione di crescente legittimazione e interesse istituzionale.

I post su piattaforme social come X, per esempio, mostrano un sentimento ottimistico riguardo agli sviluppi futuri di Polkadot, con molti che vedono l’ETF come un passo verso una maggiore adozione.

La sola cautela che sembra permanere è quella relativa alla volatilità dell’asset. Alcuni analisti tecnici segnalano segnali MACD bearish e un RSI relativamente stabile, suggerendo una prudenza nei movimenti di prezzo immediati.

L’approvazione di ETF su criptovalute come Polkadot negli Stati Uniti segna parallelamente un punto di svolta per la regolamentazione, potenzialmente, fenomeno di cui abbiamo peraltro già abbondantemente parlato, che indubbiamente apre la strada ad altri progetti blockchain.

A tale proposito, il lettore troverà utile approfondire l’argomento leggendo i nostri seguenti articoli:

“ETF crypto: nuovi progetti DeFI, ma anche meme coin!”

“Cardano ETF e la febbre dei prodotti finanziari crypto”

Conclusioni

In conclusione, l’emissione di ETF su Polkadot da parte di emittenti come 21Shares rappresenta un segnale significativo di fiducia nella tecnologia e nella comunità di Polkadot. Mentre il mercato risponde con ottimismo, gli investitori sono consigliati di monitorare attentamente sia gli sviluppi regolamentari che i segnali tecnici per navigare in questo nuovo capitolo dell’evoluzione di tale crypto.

Gli ETF andranno a soppiantare le metodiche “ortodosse” di gestione e uso delle crypto in genere, specie di quelle estremamente tecniche come appunto DOT? La risposta da questo punto di vista è negativa almeno per due ragioni: la prima è che il valore di asset del genere non può prescindere dalla loro effettiva centralità all’interno dell’ecosistema globale blockchain, quindi l’intera operazione può solo agire in modo sinergico e parallelo; la seconda è che, dal punto di vista anche solo meramente osservazionale, i dati riportano l’esatto contrario, ossia una crescente diffusione dell’interesse “basico” per le crypto anche in ragione di quello strettamente “finanziario”, sia pure gestito attraverso strumenti classici.

Come detto nel nostro pregresso articolo dedicato ad ADA Cardano, in materia di ETF è comunque necessario avanzare sempre una considerazione di fondo. Parlando di crypto e blockchain, il modo migliore di sfruttare questa rivoluzione, anche dal punto di vista strettamente valoriale e di puro investimento, resta quello classico, mediato cioè da wallet di tipo custodial (exchange e piattaforme di trading) e non custodial che consentono la gestione diretta degli asset digitali senza alcuna mediazione di tipo istituzionale. La differenza, per usare parole semplici, resta quella tra possedere “fisicamente” dell’oro e detenere unicamente un certificato di possesso del medesimo.

L’emissione di ETF su Polkadot conferma dunque l’ascesa indiscutibile degli asset digitali come entità ormai irrinunciabile nel comparto tecnologia e innovazione, sia sul piano economico che su quello strettamente utilitaristico e operativo.

Filippo Albertin

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