Tether e Twenty One: Paolo Ardoino svela l’operazione per portare Bitcoin al Nasdaq. Ovvero, come cambia la finanza globale attraverso la decentralizzazione.
In una recentissima intervista Paolo Ardoino, amministratore delegato di Tether, ha annunciato un’iniziativa rivoluzionaria chiamata “Twenty One Capital”, un progetto destinato a lasciare il segno nei mercati delle criptovalute e della finanza tradizionale. Questa ambiziosa impresa, sostenuta da giganti come Softbank e Cantor Fitzgerald, mira ad accumulare Bitcoin, sviluppare prodotti finanziari e mediatici innovativi legati alla criptovaluta e, in ultima analisi, quotarsi al Nasdaq.
La visione di Ardoino è chiara: creare un “titolo per bitcoiner, dai bitcoiner”, sfruttando le proprietà uniche di Bitcoin come asset decentralizzato, immutabile e resistente alla censura.
In questo articolo andremo a esplorare i dettagli dell’operazione Twenty One, analizzando e aggiornando il ruolo di Tether nell’ecosistema delle criptovalute e valuta le implicazioni più ampie di questa mossa per il mercato delle criptovalute e la finanza globale. Si tratta infatti di una “mossa globale” in grado di cambiare per sempre non solo il quadro generale dell’adozione crypto planetaria, ma anche le architetture finanziarie e bancarie in quanto tali, con uno spostamento determinante e definitivo verso la decentralizzazione.
Tether e Twenty One: la storia dall’inizio
Al centro dell’operazione Twenty One si trova Twenty One Capital, una nuova entità progettata per emulare la strategia di MicroStrategy (Strategy), l’azienda guidata da Michael Saylor che è diventata ormai un fenomeno iconico nei mercati finanziari grazie all’accumulo di una vasta riserva di Bitcoin.
Strategy detiene attualmente oltre 538.200 BTC, per un valore di circa 50 miliardi di dollari, dettaglio che la rende uno dei maggiori detentori aziendali di oro digitale. Tuttavia il progetto di Tether non è una semplice imitazione del colosso sopraccitato. Ardoino ha sottolineato la coalizione unica alla base di Twenty One Capital, evidenziando che si tratta della prima incursione di Softbank, il conglomerato giapponese noto per i suoi investimenti tecnologici, nel mondo di Bitcoin. Questa partnership segnala un crescente interesse istituzionale per Bitcoin come classe di attivi legittima.
Twenty One Capital sarà guidata da Jack Mallers, co-fondatore e amministratore delegato di Strike, una piattaforma che facilita i pagamenti in Bitcoin tramite il Lightning Network.
Mallers è diventato famoso per il suo ruolo nell’adozione di Bitcoin come moneta legale in El Salvador, una mossa che ha posizionato il paese come pioniere nell’adozione delle criptovalute. Non per niente Ardoino ha descritto Mallers come figura centrale e personaggio “veramente epico”, sottolineando la sua competenza e visione come elementi cruciali per il successo del progetto.
La missione dell’azienda è duplice: accumulare Bitcoin come riserva strategica e sviluppare una gamma di prodotti finanziari e mediatici che capitalizzino valore attorno alla crescente presenza di Bitcoin nel mainstream come strumento di pagamento globale.
L’ingresso di Cantor Fitzgerald, una potenza ben nota nell’ecosistema finanziario di Wall Street, conferisce ulteriore credibilità e solidità all’intero progetto. Brandon Lutnick, figlio del Segretario al Commercio degli Stati Uniti Howard Lutnick e presidente di Cantor Fitzgerald, ha lanciato una società di acquisizione per scopi speciali (SPAC) chiamata Cantor Equity Partners, che ha raccolto 200 milioni di dollari a gennaio 2025. Questa SPAC contribuirà a Twenty One Capital, fornendo una base di capitale iniziale di 3 miliardi di dollari in BTC.
La struttura SPAC, che consente alle aziende di raccogliere fondi tramite una quotazione pubblica prima di identificare un obiettivo di fusione, è stata un veicolo popolare per portare iniziative legate alle criptovalute sul mercato. La combinazione dell’esperienza tecnologica di Softbank, del peso finanziario di Cantor Fitzgerald e del dominio di Tether nel settore crypto crea, come possiamo ben immaginare, un’alleanza formidabile, resa ancora più cruciale dal recente viaggio di Paolo Ardoino in USA per incontrare i vertici dell’amministrazione Trump e discutere appunto di cryptosfera e futuro della finanza globale.
Tether: Il gigante delle stablecoin
Abbiamo ovviamente parlato molte volte di Tether e del “nostro” Paolo Ardoino, ma per comprendere l’importanza dell’operazione Twenty One è essenziale contestualizzare il ruolo di Tether nell’ecosistema delle criptovalute.
Tether è l’emittente di USDT, la stablecoin più utilizzata al mondo, con una capitalizzazione di mercato superiore a 115 miliardi di dollari e circa 400 milioni di utenti. USDT è ancorata al dollaro statunitense, e offre un mezzo di scambio stabile nel volatile mercato delle criptovalute. A differenza di Bitcoin, noto per le sue fluttuazioni di prezzo, USDT mantiene un rapporto di 1:1 con il dollaro, supportato da riserve che includono titoli del Tesoro statunitense e altri asset.
Il modello di business di Tether si è rivelato straordinariamente redditizio, soprattutto nel suo interpretare al meglio le esigenze dei paesi emergenti in materia di conversione con Bitcoin e possibilità di accedere a un “dollaro decentralizzato” libero da censure e oneri bancari.
Detenendo anche ampie riserve in titoli fruttiferi, Tether genera entrate significative, che hanno alimentato la sua espansione in investimenti diversificati. Ad esempio, Tether ha recentemente investito ben 775 milioni di dollari in Rumble, una piattaforma di condivisione video che si posiziona come concorrente di YouTube, esprimendo in questo modo la piena volontà di creare una struttura di “controinformazione” in grado di diffondere la cultura criptovalutaria ad ampio spettro.
Questa mossa riflette la strategia di Tether di diversificare oltre le stablecoin, includendo media, tecnologia e ora iniziative legate a Bitcoin. Tuttavia, la mancanza di un audit formale è stata una questione controversa, sollevando interrogativi sulla trasparenza delle sue riserve. Ardoino ha riconosciuto queste preoccupazioni, dichiarando che Tether è in trattative con le Big Four per condurre un audit completo, un passo che potrebbe rafforzare la sua credibilità nei mercati regolamentati.
Bitcoin e la razionalità strategica
L’attrattiva di Bitcoin come riserva di valore e protezione contro l’inflazione è cresciuta significativamente negli ultimi anni, in particolare dopo le perturbazioni economiche del 2020 causate dalla pandemia di COVID-19. Con le banche centrali che stampavano denaro a tassi senza precedenti, gli investitori istituzionali si sono sempre più rivolti a Bitcoin come “oro digitale”. Il successo di Strategy ha ispirato altre aziende ad adottare strategie simili, e Twenty One Capital mira a capitalizzare questa tendenza adottando un bodello di business molto simile, ma con caratteristiche più finanziarie e potenzialmente bancarie (o crypto-bancarie, per coniare un neologismo adatto).
Ardoino ha enfatizzato le qualità uniche di Bitcoin: decentralizzazione, immutabilità e resistenza alla censura. A differenza degli asset finanziari tradizionali, Bitcoin opera su una blockchain non controllata da alcuna entità singola, cosa che lo rende immune alle interferenze di governi o aziende. Come detto, questo aspetto lo caratterizza come asset particolarmente attraente in regioni con valute instabili o regimi autoritari, dove USDT è peraltro già ampiamente utilizzato.
Accumulando Bitcoin, Twenty One Capital cerca di posizionarsi come leader nell’emergente economia di Bitcoin, dove la criptovaluta funge sia da riserva di valore che da base per nuovi prodotti finanziari.
Il componente mediatico di Twenty One Capital è altrettanto intrigante. Bitcoin ha una comunità appassionata di sostenitori che lo vedono non solo come oro digitale e moneta globale, ma anche come tecnologia rivoluzionaria in grado di riconfigurare il mondo, i rapporti economici e di potere, il ruolo delle stesse banche centrali e della politica monetaria.
Sviluppando prodotti mediatici, il progetto potrebbe amplificare la narrazione di Bitcoin, educare il pubblico e contrastare le percezioni negative spesso alimentate dai media mainstream. Questo si allinea con la missione più ampia di Tether di promuovere la libertà finanziaria e l’innovazione, come dichiarato da Ardoino in interviste precedenti. Insomma, un piano che intende agire su più fronti, per coinvolgere la popolazione mondiale in modalità orizzontale e uniforme: consumatori, imprenditori, aziende, istituzioni, banche, investitori, tutto in un’ottica globalista e senza confini.
La quotazione al Nasdaq
La decisione di quotare il progetto Twenty One Capital al Nasdaq è una mossa audace che sottolinea la crescente integrazione delle criptovalute nella finanza tradizionale. Il Nasdaq, sede di giganti tecnologici come Apple e Tesla, è diventato una destinazione privilegiata per le aziende innovative che cercano visibilità globale. Una quotazione al Nasdaq fornirebbe a Twenty One Capital l’accesso a un vasto pool di investitori istituzionali e al dettaglio, accelerando potenzialmente l’adozione mainstream di Bitcoin.
La quotazione riflette anche una tendenza più ampia delle aziende crypto che cercano legittimità attraverso i mercati pubblici. In questo senso Twenty One Capital mira a colmare il divario tra il mondo delle criptovalute e quello della finanza tradizionale, attirando conseguentemente investitori che potrebbero essere scettici sulle criptovalute, ma incuriositi dal potenziale a lungo termine di Bitcoin.
Il percorso non è ovviamente privo di significative sfide. La vigilanza normativa sulle aziende crypto si è intensificata, in particolare negli Stati Uniti, dove la Securities and Exchange Commission (SEC) ha adottato un approccio cauto. La recente elezione di Paul Atkins — personalità fortemente caldeggiata da Trump — alla presidenza dell’istituzione di vigilanza è certamente un segnale molto positivo per l’apertura verso tutto il comparto crypto, in primis a base Bitcoin, ma le stablecoin come USDT affrontano ostacoli aggiuntivi a causa delle preoccupazioni sulla loro copertura e sui potenziali rischi sistemici. Tutte questioni che, in sede di quotazione, dovranno essere vagliate con estrema attenzione.
Ardoino ha indicato che Tether si sta comunque preparando per affrontare normative più severe, inclusa la possibilità di creare un token specifico per gli Stati Uniti per conformarsi alle leggi locali. Una quotazione di successo al Nasdaq per Twenty One Capital potrebbe in ogni caso stabilire un precedente per altre iniziative crypto, dimostrando che il settore può operare entro i confini dei sistemi finanziari tradizionali.
Implicazioni per il mercato delle criptovalute
L’operazione Twenty One ha il potenziale per rimodellare il mercato delle criptovalute in diversi modi.
In primo luogo, accumulando Bitcoin, Twenty One Capital potrebbe stimolare la domanda e contribuire all’apprezzamento dei prezzi, specialmente se altri attori istituzionali seguiranno l’esempio. L’offerta di Bitcoin è limitata a 21 milioni di monete, e con oltre 19,7 milioni già in circolazione, la scarsità potrebbe amplificarne il valore man mano che più entità competono per l’offerta rimanente.
In secondo luogo, l’attenzione del progetto sui prodotti finanziari e mediatici potrebbe stimolare l’innovazione nell’ecosistema di Bitcoin. Ad esempio, Twenty One Capital potrebbe sviluppare titoli garantiti da Bitcoin, piattaforme di prestito o soluzioni di pagamento che sfruttano il Lightning Network per transazioni rapide e a basso costo. Questi prodotti potrebbero attirare nuovi utenti e aziende, ampliando i casi d’uso di Bitcoin oltre la speculazione e la riserva di valore.
Infine, ma non da ultimo, il coinvolgimento di Softbank e Cantor Fitzgerald segnala un cambiamento negli atteggiamenti istituzionali verso le criptovalute. Softbank, guidata dal miliardario Masayoshi Son, ha storicamente investito in tecnologie dirompenti, da Uber a WeWork. La sua entrata nel settore Bitcoin suggerisce fiducia nella vitalità a lungo termine della criptovaluta come strumento globale. Allo stesso modo, la partecipazione di Cantor Fitzgerald, dati i suoi profondi legami con Wall Street, potrebbe incoraggiare altre istituzioni finanziarie, anche le più classiche e tendenzialmente conservatrici, a esplorare investimenti in criptovalute.
Il legame italiano
Il legame con l’Italia non è un dettaglio da poco, ed è certamente anche per questo — in aggiunta a una certa dose di campanilismo, e lo diciamo senza mezzi termini, di orgoglio nazionale — che siamo sempre tra i primi a celebrare le “gesta” di Paolo Ardoino, insieme al presidente e azionista di maggioranza di Tether, Giancarlo Devasini.
Entrambi i dirigenti hanno enfatizzato il potenziale di Tether per investire in Italia, con Ardoino che ha recentemente espresso interesse a modernizzare marchi italiani come la Juventus, di cui Tether ha acquisito una partecipazione dell’8,2%.
Questo legame italiano sottolinea l’influenza crescente del paese nel settore delle criptovalute, una tendenza che a breve termine potrebbe tradursi in una fioritura di nuove partnership sinergiche con imprese e operatori del settore crypto. Ricordiamo infatti sempre le ultime tendenze in materia di valorizzazione della tesoreria in BTC, dell’accettazione di crypto come leva strategica e dei rapporti proficui con ambiti direttamente connessi a Bitcoin, come quello del mining. Una vera cornucopia di opportunità per competere in un mondo ormai lanciato verso l’impiego sempre più sistematico delle crypto.
Conclusioni
Per approfondire ulteriormente, citiamo di seguito alcuni nostri articoli monografici dedicati a Tether e a Paolo Ardoino. Le innovazioni alle quali il colosso Tether sono infatti numerose, e si sono concentrate soprattutto su quest’ultimo periodo, veramente denso di news, colpi di scena e appunto nuovi progetti, anche sul piano meramente tecnologico.
L’operazione Twenty One rappresenta un passo audace per Tether e l’intero settore delle criptovalute. Con il lancio di Twenty One Capital, Tether mira a capitalizzare sulla crescente prominenza di Bitcoin, creare prodotti finanziari e mediatici innovativi e ottenere una storica quotazione al Nasdaq. Il successo del progetto dipenderà dalla sua capacità di navigare le sfide normative, gestire i rischi di mercato e realizzare la sua ambiziosa visione.
Per Paolo Ardoino, questo non è solo un’impresa commerciale, ma una testimonianza del potenziale di Bitcoin di ridefinire la finanza. Come ha dichiarato, “Bitcoin è uno dei pochi asset veramente decentralizzati, immutabili e resistenti alla censura, e il suo ruolo come fondamento di un nuovo sistema finanziario è inevitabile”. Con Softbank, Cantor Fitzgerald e Jack Mallers al suo fianco, Twenty One Capital è pronta a fare la storia.
Filippo Albertin